Grecia-Germania, a braccio di ferro per ora ha vinto Atene. Ma è l'ultima volta
Economia

Grecia-Germania, a braccio di ferro per ora ha vinto Atene. Ma è l'ultima volta

Atene otterrà sconti dall'Europa. La vera prima donna però è la Spagna

Sui teleschermi in mondovisione l’appuntamento è fissato per venerdì, 22 giugno. Fra tre giorni, a Danzica. Lì è Euro 2012 ed è tutta un'altra storia. Il match che vede schierata Grecia contro Germania in Borsa è quello che ha già avuto il suo fischio d’inizio. Peccato che qui a esultare non sarà chi manderà la palla in rete, ma chi farà centro sul fronte della diplomazia. Perché archiviati i brividi del test elettorale, adesso Atene ha alzato l’asticella dell’erba voglio.

Ha chiesto di rinegoziare il programma di sacrifici lacrime e sangue definiti lo scorso febbraio con la Troika. Frau Merkel ha risposto picche. E come lei il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Junker. Dettagli per gli esperti di mercato interpellati da Panorama.it , convinti che il vincitore in fondo ci sia già ed è la Grecia. Attenzione – segnala un banker da Londra – potrebbe trattarsi della seconda vittoria di Pirro nell’arco di 24 ore.

Ha fatto sudare freddo con la chiamata alle urne per il Parlamento. Poi tutti hanno capito: è stato solo un bluff, non contava chi avrebbe vinto. Basta ripercorrere le ultime ore, per convincersi di questa amara verità. Anche se Atene non ha ancora un governo, con molta probabilità busserà di nuovo alla porta dell’Unione Europea. Secondo la ricostruzione del quotidiano ellenico, To Vima, chiunque diventerà ministro delle Finanze della Grecia chiederà aiuti all'Eurogruppo la prossima settimana. Un nuovo gettone da 31 miliardi di euro sonanti.

Cercherà di ottenere il pagamento della rimanente quota da un miliardo dell'ultima tranche di aiuti di maggio scorso, spingerà per ottenerne 25 per ricapitalizzare le sue banche e poi altri 5 per finanziare il Paese, ha scritto il giornale. Dal Messico la cancelliera tedesca Angela Merkel ha respinto al mittente qualsiasi ammorbidimento degli accordi presi, ribadendo che "il nuovo esecutivo greco deve pienamente rispettare gli impegni presi con i creditori internazionali".

Una linea dura che si ritrova nelle parole del presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che ha però aperto a una flessibilità maggiore nelle scadenze dei prestiti. Resta il fatto per gli esperti di mercato che è una querelle con un vincitore già scritto: la Grecia. Lo dice Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, quando segnala che il Paese è perfettamente consapevole di essere il tappo debole che, se dovesse saltare, produrrebbe caos in Europa e nel mondo. Una presa di coscienza che a suo avviso le ha sempre dato un grande potere negoziale.

D’altra parte tornare alla dracma non sarebbe tecnicamente difficile. Basterebbe stampare Ellas sugli euro in distribuzione nei bancomat, ridenominare i conti correnti, il debito pubblico e i contratti tra residenti e il gioco è fatto. “Tuttavia – avverte – la Grecia perderebbe istantaneamente tutto il suo potere negoziale”. Da qui la sua convinzione che anche quest’ennesimo negoziato si concluderà, come le precedenti, ossia con Atene che porta a casa qualcosa.

Da Londra un banker di un primario istituto estero, che preferisce mantenere l’anonimato e che conosce da vicino Mario Monti, concorda con la tesi di Fugnoli, ma aggiunge un finale inedito. Dice: “Passino pure altri aiuti ad Atene, ma tempo dieci giorni e una volta risolta la situazione spagnola, il vero fronte caldo della crisi, la Grecia sarà abbandonata al suo destino”.

Da Los Cabos, lui il premier italiano, da Las Cabos, oggi pomeriggio è stato sibillino con quel “Da qui alla fine del mese verranno assunte decisioni importanti”. Meglio quindi contare i giorni e stare attenti. Questa volta, forse, la fatidica risposta politica potrebbe arrivare. E anche la Cenerentola d’Europa è avvisata.

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Micaela Osella