Eike Batista ora si vuole comprare il Brasile
Economia

Eike Batista ora si vuole comprare il Brasile

Il tycoon brasiliano esorta i miliardari del paese a investire all'interno dei confini nazionali per sostenere la crescita e aumentare i loro patrimoni

A venticinque anni possedeva già un capitale di sei milioni di dollari. Accumulato comprando oro da minatori indipendenti in Amazzonia per rivenderlo a Rio de Janeiro. Oggi, grazie a una fortuna quantificata in trenta miliardi di dollari, Eike Batista è l'uomo più ricco del Brasile e occupa la settima posizione nella classifica dei paperoni del mondo. Con due grandi sogni da realizzare: rendere "grande" il Brasile e superare Carlos Slim, il tycoon messicano da cui, oggi, nel ranking di Forbes è seperato da ben sei posizioni e 39 miliardi di dollari.

The Economist ha definito Batista l'uomo che è riuscito a capire, e a sfruttare, i punti di forza e le debolezze della sua nazione. Il Paese è ricco di risorse, e il tycoon le estrae, le sfrutta e le vende per mezzo di quattro diverse compagnie: Mpx (generazione di energia), Mmx (miniere), Llx (logistica), e Ogx (petrolio e gas). Società con nomi resi quasi identici da una "X" finale aggiunta come "portafortuna per facilitare la moltiplicazione della ricchezza".

Ancora, il Brasile ha una rete di infrastrutture insufficiente, e il ricco 55enne si impegna a costruirle tramire Osx, la sua quinta azienda specializzata nel potenziamento delle strutture portuali nazionali. Ma che dovrà presto iniziare a occuparsi anche della costruzione di strade, ferrovie, navi e raffinerie. Senza le quali il Brasile non riuscirà mai a diventare una vera grande potenza.

Come se non bastasse, Batista ha recentemente annunciato l'intenzione di "affidare a una delle sue aziende" il compito di realizzare centrali con cui sarà possibile sfruttare il gas e il carbone estratti da Mmx e Ogx per soddisfare le priorità energetiche della nazione. E lo ha fatto lanciando un messaggio che è sembrato quasi uno slogan volto a sollecitare i tycoon brasiliani a "comprarsi il Brasile". Per interesse personale e per il bene della nazione.

Batista ama definirsi un "labrador da tartufo", un uomo capace di scovare le opportunità economiche del Brasile e di sfruttarle in maniera logica e razionale. Un approccio che, dal suo punto di vista, dovrebbero adottate tanti altri miliardari come lui. La strategia del settimo uomo più ricco del mondo consiste in questo: individuare un' "occasione", ad esempio un giacimento di petrolio da esplorare o un porto da potenziare, e coglierla al volo occupandosi non solo del progetto specifico ma anche del contesto e dell'indotto ad esso legati. Ad esempio, investendo nella ricostruzione di strade e ferrovie, magari con il sostegno del governo, capaci di collegare l'oggetto in questione con altri punti di interesse già operativi nel paese.

Insomma, dal punto di vista di Batista i miliardari brasiliani -che sicuramente sognano di continuare ad aumentare le proprie ricchezze almeno tanto quanto lui, dovrebbero seguire il suo esempio e investire i propri capitali nelle "aziende in difficoltà ad alto potenziale". Le aiuterebbero a risollevarsi, metterebbero le loro ricchezze al servizio del paese in un momento di difficoltà, ne promuoverebbero la ripresa economica nel lungo periodo e, nel medio, potrebbero forse già ricavarne vantaggi personali. Un piano perfetto. Chiaro fino ad oggi solo a Batista...

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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