Bce-Bundesbank, è duello. Ma Draghi ha già vinto
Economia

Bce-Bundesbank, è duello. Ma Draghi ha già vinto

Il presindente della Bce può prendere decisioni senza il sostegno della Banca centrale tedesca. Oggi ha il sostegno di Frau Merkel: ha già vinto la battaglia

Niente sconti neanche per lui, Mario Draghi, al timone della Bce. A poche ore dal consiglio dell’Eurotower, da cui sono attese le nuove indicazioni da percorrere contro la crisi sovrana, è duello con la Bundesbank. Con quel “Non oltrepassi il proprio mandato”, il presidente della Bundesbank, la banca centrale tedesca, Jens Weidmann, ha lanciato il suo avvertimento. Peccato che non sia più tempo di essere falchi.

La strada da percorrere per uscire dal guado è stretta. Chiama in causa interventi risolutivi. Anche se in Germania li vedono come fumo negli occhi, taglia corto convinto Jacques Cailloux, capo economista europeo di Nomura, oggi non sarà possibile evitarli. Come dire: la Buba (acronimo per Bundesbank) deve stare molto attenta a quello che dice, a quello che fa. Potrebbe vedere annullato il suo potere.

Hanno gridato ancora allo scandalo quelli del fronte del Nord, i rigoristi per eccellenza. Loro non vogliono che la Bce sposi la linea del maggiore interventismo. Vedi alla voce "acquisto di titoli sovrani dell'Eurozona in difficoltà" o "dotazione al fondo salva-Stati Esm della licenza bancaria". Secondo l’anticipazione del quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, Draghi si prepara a presentare al board della Bce il suo piano di acquisti dei titoli di Stato italiani e spagnoli, che verrebbe tuttavia messo in esecuzione dopo il 12 settembre, quando la Corte Costituzionale di Karlsruhe deciderà sulla compatibilità con la Costituzione tedesca del fondo salva-stati Esm.

Per il Bild non s’ha da fare. "A marzo gli abbiamo regalato l'elmo prussiano del 1871 come ammonimento a mantenere una rigida disciplina prussiana contro l'inflazione". Adesso se Draghi "si lascia ammorbidire dai Paesi indebitati come Spagna e Italia e vuole acquistare i loro titoli di Stato " deve restituirlo, ha tuonato il quotidiano. Tra quelle righe c'è il memento della Bundesbank che nelle ultime ore ha ribadito come la politica monetaria della Bce debba restare focalizzata sulla stabilità dei prezzi, non sui problemi dei bilanci degli Stati.

Questa volta alzare la voce potrebbe non servire a nulla, anzi essere quasi controproducente. Il consiglio della Bce è partecipato dalle banche centrali dei Paesi europei. Sedute attorno a quel tavolo hanno pesi diversi. La Buba ha una grande importanza, in quanto la Germania è l’economia più forte in Europa, ma non detta la linea; l’Eurotower è e resta espressione di tutte le banche nazionali.

Si spinge oltre Jacques Cailloux, capo economista Europa di Nomura. È convinto che Draghi abbia deciso di annullare la Bundesbank. “In passato, la mancanza di sostegno da parte della Banca centrale tedesca è costata cara alla Bce in termini di credibilità”. Oggi per quei nein non c’è più spazio. “Può contare sulla sponda della cancelliera, Angela Merkel, e questo potrebbe avere ricadute sulla Buba, portare alle dimissioni del suo presidente Weidmann o annullare qualsiasi potenziale battaglia”.

C’è chi ricorda che la banca centrale tedesca ha una storia amara alle spalle, quando sperimentò un deprezzamento del marco e un’inflazione forte negli Anni '70. Potrebbe decidere di difendere le sue idee anche questa volta, ma oggi è tutta un’altra storia. Il crollo dell'euro è lì, dietro l’angolo. È questo che bisogna tenere a mente, non guardarsi indietro, marcando in nero frontiere che non ci sono più.

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Micaela Osella