Pagamenti della pubblica amministrazione. Corrado Nela: ho lasciato al buio la polizia. Non mi pagano
Economia

Pagamenti della pubblica amministrazione. Corrado Nela: ho lasciato al buio la polizia. Non mi pagano

L’amministrazione pubblica non paga? Questa è l’incredibile storia di Corrado Nela, imprenditore nel settore dell’energia, che non si dà per vinto: ha chiesto il sequestro degli F16 ad Aviano, ha staccato la luce al carcere di Parma, allo stadio di Genova, al 113 di Bologna...

Corrado Nela apre un file in formato Excel e comincia a leggere: «Comune di Rimini, Asl di Milano, carcere di Alessandria, Provincia di Vicenza, Università di Padova, polizia, carabinieri, Croce rossa, Regione Veneto, Questura di Bolzano… Mi dica quando mi devo fermare». Grazie, basta così, quant’è il totale? «In totale fa… 15 milioni 98 mila 461 euro e 45 centesimi». Sono i crediti che la Exergia di Gallarate (Varese), l’azienda energetica della quale Corrado Nela è amministratore delegato e socio, ha con le amministrazioni pubbliche per bollette elettriche non pagate. Un mare di soldi dei quali Nela parla quasi con distacco. C’è chi non paga da anni e tutti i debitori sono stati inseriti in un file. A guardarlo c’è da rabbrividire: mentre i partiti litigano per la presidenza delle commissioni e il governo si ritira per «fare spogliatoio», le amministrazioni non fanno la cosa più semplice: pagare le bollette.

Così Nela, sfiancato dalle mancate risposte ai solleciti di pagamento, ha scelto una strategia più drastica: a chi non paga stacca la corrente. «Quando posso, perché lo Stato, conoscendo se stesso, spesso lo vieta per legge». E così inizia a raccontare i suoi guai come se fossero barzellette, mentre invece è tutto vero. «Senta questa: noi forniamo elettricità alla base Nato di Aviano che è divisa in due parti, quella americana e quella italiana. Gli americani pagano con un assegno circolare proveniente dalla Citigroup di Denver, l’assegno arriva un po’ in ritardo ma arriva. Gli italiani non hanno pagato per otto mesi».

E lei che cosa ha fatto? Ha staccato la spina?
Non posso perché è un sito militare, lascerei al buio metà Esercito italiano e buona parte
di Marina e Aeronautica.

Non pagano?
Vuole l’elenco? Caserma di Portogruaro, Scuola navale militare Morosini, comando Secondo stormo dell’Aeronautica militare… accidenti, questi mi devono 330 mila euro.

Torniamo ad Aviano.
Ho presentato un’ingiunzione per chiedere il sequestro degli F16.

I cacciabombardieri?
Quelli. Solo dopo che ero andato in tribunale mi ha scritto l’Avvocatura dello Stato che ha saldato il conto.

Andiamo avanti.
Vuole sapere dell’Anas? Costruisce le strade e, quando fa richiesta di allacciare l’utente, io l’allaccio. Quando la strada è finita, viene ceduta al committente, che può essere per esempio un comune. Non vengono fatte le volture, quindi noi continuiamo a fatturare all’Anas, ma siccome la strada non è più sua, non paga. Una settimana fa abbiamo cercato di capire come ottenere i nostri soldi e l’Anas ci ha detto: la strada non è più nostra, chiedete i soldi al proprietario, cioè il comune.

E voi ci siete andati?
Sì, ci ha detto che non ci paga perché la spesa non è prevista in bilancio.

E lei stacca la spina…
Non posso spegnere i lampioni delle strade, lascerei al buio mezzo Nord Italia.

Capisco.
Però ho staccato la spina al carcere di Parma, allo stadio di Genova e anche al 113 di Bologna.

Ha staccato la corrente al 113?
Certo, non pagavano. Dopo mezz’ora l’azienda era circondata dalle volanti della polizia mentre parlavo al telefono con il questore.

Ma se manda i solleciti che cosa succede?
Mi rispondono di non rompere le scatole. Mi è arrivata una lettera dalla prefettura di Cuneo nella quale sostanzialmente c’è scritto: in merito ai olleciti, siamo a «significarvi» che non abbiamo i soldi e quindi è inutile che ce li chiediate, quando li avremo ve li daremo. Saluti.

Però...
Ho avuto il nonno carabiniere, sono cresciuto nel culto dell’Arma: vedermi arrivare una lettera nella quale lo Stato mi dice di non rompere mi ha un po’ scombussolato.

Ha clienti a Roma (Nela annuisce lentamente, con la mano fa un gesto verso l’alto)... il Papa?
No, Palazzo Chigi.

E non mi dica che… (chiude gli occhi e fa roteare lentamente la testa).
No.

Mi prende in giro.
Alcune sue sedi distaccate... Ma perché si stupisce? È normale.

Veramente non è normale.
E invece sì, guardi qua i ministeri che non pagano: dei Trasporti, delle Infrastrutture, della Salute, della Giustizia, dei Beni culturali, dell’Interno,  dell’Economia… vabbè, ma questo è poco, solo 615 euro.

Perché non pagano?
Ovviamente perché non hanno i soldi. L’unico periodo con un po’ di liquidità è tra novembre e gennaio. In quel momento, quando si chiude il bilancio, avanzano un po’ di euro e allora pagano qualche fattura qua e là, però io non ho mai visto lo Stato pagare una bolletta a maggio.

Non s’arrabbi, ma qualcuno potrebbe dire che, se le sue bollette sono importanti, in Italia ci sono altre emergenze.
Come quella del terremoto dell’Emilia?

Per esempio.
Già. Allora senta questa. Io ho dei clienti nelle zone terremotate, imprese grandi e piccole per le quali l’Autorità per l’energia decide la sospensione dal pagamento delle bollette dal 20 maggio al 20 novembre 2012. Per carità, giustissimo, ma le mie bollette chi le paga? Allora il 26 luglio arriva un  secondo provvedimento nel quale si stabilisce che le paga la Cassa depositi e prestiti.

Bene.
Ma solo nella misura del 40 per cento.

Ah…
E siccome tecnicamente si tratta di un’anticipazione, io su quel 40 pago gli interessi.

Se ben capisco, lei emette una bolletta, incassa solo il 40 per cento e ci paga anche gli interessi?
Esattamente.

E il restante 60?
Addio.

Di quanto parliamo?
A oggi ci sto perdendo 8 milioni 194 mila 972 euro e 79 centesimi.

Però il terremoto è una tragedia, non può contare anche i centesimi, se no passa per cinico e senza cuore.
Interessante. Cioè: io, che mi preoccupo di pagare lo stipendio a 50 persone tutti i mesi, sono quello senza cuore, mentre quello buono è lo Stato perché fa il generoso con i soldi degli altri, cioè i miei. Lasciamo stare.

Ma perché si va a cercare clienti pubblici se sa che non pagano?
Non li ho cercati. Nel 2008 ho vinto la gara per acquisire dei clienti dall’Enel. Su 61 mila nominativi acquisiti, il 40 per cento erano pubblici.

E da allora nessuno ha pagato?
Saltuariamente, quando hanno i soldi.

Chi sono i suoi maggiori debitori?
Vuole la classifica? Ai primi posti c’è l’Università di Torino, circa 620 mila euro di bollette non pagate. Segue l’Inail, 435 mila euro, i Vigili del fuoco, 400 mila, e la sovrintendenza ai Beni artistici sempre di Torino, che mi deve 389 mila euro. Poi c’è il Reggimento Nizza cavalleria di Pinerolo, l’Inps…

L’Inps?
Sì, 79 mila 355 euro e 68 centesimi. Corte dei Conti: 13 mila 601 euro e 29 centesimi...

Però lo Stato ha previsto di pagare i propri debiti per 40 miliardi, 15 milioni sono per lei.
Mah… io dico che non mi arriveranno mai. Devo essere pagato da centinaia di amministrazioni tutte diverse e c’è una procedura per avere i soldi dalle asl, una per le università, una per i comuni. Dovrei pagare un esercito di avvocati e commercialisti. Molto più efficace staccare la spina.

Leggi Panorama on line

I più letti

avatar-icon

Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

Read More