Legge di Stabilità e Comuni: più soldi da spendere, ma regole più rigide
Economia

Legge di Stabilità e Comuni: più soldi da spendere, ma regole più rigide

Il governo allenta di un miliardo il Patto di stabilità, ma impone obiettivi di saldo più restrittivi per le amministrazioni “non virtuose”

Via libera agli investimenti, grazie allo sblocco di un miliardo di euro al di fuori dei rigidi vincoli imposti dal Patto di stabilità. E’ questa per i Comuni una delle novità più significative partorite dalla legge di stabilità approvata ieri dal Consiglio dei ministri. D’altronde era da tempo ormai che numerosi sindaci, a posto con i propri bilanci comunali, chiedevano di poter spendere risorse scavalcando le regole del Patto di stabilità che invece al momento bloccano gli investimenti anche delle amministrazioni cosiddette virtuose.

LEGGE STABILITA', TUTTE LE NOVITA'

Una misura questa che potrebbe quindi ridare un minimo di ossigeno a tutta una serie di attività locali legate ai fondi messi in campo dal settore pubblico. Una novità che si accompagna a quella di altri 500 milioni di euro, stanziati sempre dal governo, e che dovranno servire invece al pagamento dei vecchi debiti con imprese private, maturati fino alla data del 31 dicembre 2012. Una politica dei piccoli passi dunque, che dovrebbe servire a rilanciare, seppur in maniera blanda, le economie locali che vivono di risorse pubbliche, e che al momento fanno i conti con numerose piccole e medie imprese ormai sull’orlo del fallimento.

DEBITI PA, LE RISORSE MESSE IN CAMPO DAL GOVERNO

Una politica dei piccoli passi però che insieme alla carota dello sblocco dei fondi, non può che continuare a prevedere il bastone di vincoli di bilancio sempre più rigidi. E così innanzitutto cambiano le regole per la determinazione del Patto di stabilità interno agli stessi enti locali. La base da prendere in considerazione aumenta e sarà quella rappresentata dalla spesa corrente effettuata nel triennio 2009-2011. Su questo ammontare bisognerà applicare le percentuali che vanno a determinare l’obiettivo di saldo, percentuali che per i Comuni non virtuosi, che purtroppo continuano a rappresentare la maggioranza, è pari al 15,06%, mentre per le Province sale e va a fissarsi a quota 20,25%.

RISORSE, TUTTE LE RICHIESTE DEI SINDACI

Ma gli effetti di questo irrigidimento dei vincoli non finiscono qui. Novità importanti ci saranno anche per le famose municipalizzate, ossia per tutta quella pletora di aziende di servizi, che operano sotto il controllo politico delle amministrazioni locali. Ebbene, d’ora in poi anche a queste controllate saranno imposte le regole del Patto di stabilità. Il risultato è che dunque tutte le aziende, le società e le istituzioni partecipate, dovranno far registrare un saldo non negativo in termini di margine operativo lordo o di saldo finanziario. Una misura che se dovesse cominciare davvero a funzionare potrebbe rappresentare una svolta epocale in un settore come quello delle municipalizzate, da sempre considerato una sorta di pozzo senza fondo degli sprechi locali. Staremo a vedere.  

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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