Colloquio di lavoro: dodici variabili che ne determinano il successo
Economia

Colloquio di lavoro: dodici variabili che ne determinano il successo

Alcune si possono tenere sotto controllo, altre no: ecco quali sono le cose a cui fare attenzione per massimizzare le vostre possibilità

A quanto pare, l’orario e il giorno della settimana che massimizzano la possibilità di essere assunti dopo un colloquio di lavoro sono le 10:30 del martedì. Lo riporta Business Insider  che cita i risultati di una ricerca condotta dal sito di selezione del personale americano Glassdoor. Il martedì è il giorno in cui le persone si sentono più produttive e non hanno fretta nel portare a termine il colloquio. Inoltre, essendo l’appuntamento fissato a metà mattina, chi si occupa della selezione avrà avuto tutto il tempo di controllare la posta, bersi il caffè e prepararsi per l’incontro. Se si può scegliere l’ora e il giorno dell’appuntamento, dunque, meglio farlo. Gli orari da evitare sono prima e dopo pranzo e prima della fine di una giornata o di una settimana di lavoro, perché l’attenzione dell’interlocutore sarà dedicata ad altro. 

Ma questa non è l’unica variabile che influenza il risultato di un colloquio. Secondo i ricercatori dell’Università di Toronto, infatti, i candidati selezionati in un giorno di pioggia risultano meno attraenti rispetto a quelli che hanno la fortuna di fare un colloquio in un giorno di sole che, in media, ricevono punteggi più alti. Terza variabile: a complicare le cose ci si mettono anche i concorrenti. Se le persone con lo stesso livello di esperienza sono intervistate lo stesso giorno, le chance si riducono. Questo perché, rivela il Journal of Psychological Science, l’attenzione dei selezionatori cala quando sono costretti a valutare troppi profili analoghi nel corso della stessa giornata. La buona notizia: il confronto avviene solo con persone selezionate lo stesso giorno. ScienceDaily.com aggiunge che le persone narcisiste tendono a ottenere migliori risultati ai colloqui, proprio perché si sentono più sicure di sé.  

Quinto: fra le variabili a cui prestare attenzione ci sono le segretarie. La vostra gentilezza nei confronti della receptionist, infatti, può entrare nell’equazione: molti selezionatori del personale si informano presso di loro sul vostro comportamento prima e dopo il colloquio. Capitolo caffè: se vi viene offerto qualcosa da bere, chiedete dell’acqua. Optare per un caffè potrebbe costarvi il posto, specie se la persona che vi fa il colloquio si deve attardare a prepararvi quanto avete chiesto. Quindi: accettate da bere, ma non complicate le cose.

Settimo: secondo duemila selezionatori intervistati da CareerBuilder, il colore dell’abito con cui vi presentate ha un’influenza determinante. Nero e blu sono i colori che massimizzano le vostre chance, mentre l’arancio è il peggiore. Sì, dunque, a toni “conservativi”, come grigio e marrone, ma considerate anche la cultura dell’azienda a cui vi proponete, perché se il ruolo a cui vi candidate ha una forte componente creativa, la regola potrebbe ribaltarsi. Per sedervi, aspettate che si sia seduto il vostro interlocutore, ma una volta preso posto, occupatelo con sicurezza, evitate di rattrappirvi sulla sedia. Nono suggerimento: quanto rispondete, tenete conto dell’età dell’interlocutore: generazioni diverse, infatti, hanno valori differenti.

Decimo: il linguaggio del corpo. Se vi trovate di fronte a più persone che si occupano della selezione, gli esperti suggeriscono di guardare negli occhi la persona che vi ha fatto la domanda, prima di rispondere. Mentre rispondete, invece, fate correre il vostro sguardo da uno all’altro, per tornare in conclusione sulla persona che vi ha posto la domanda. Ricordate di non tenere le braccia conserte, perché è sinonimo di chiusura. I gesti delle mani che dimostrano la maggior fiducia in voi stessi sono teneri i palmi verso il basso o unire le dita delle mani per formare una specie di triangolo. Va da sè che battere con le dita sul tavolo sia un segno di insofferenza e anche gesticolare è controproducente, perché distrae l’attenzione. Infine, ricordatevi di preparare una o due domande, perché molte volte i selezionatori chiedono se avete qualche dubbio alla fine dell’intervista ed è bene essere pronti a chiedere qualcosa di intelligente, piuttosto che informarsi sulla durata della pausa pranzo. 

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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