Canone Rai, ecco come potrebbe cambiare
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Canone Rai, ecco come potrebbe cambiare

Addio alla tassa fissa e unica per tutti; si passerebbe a un abbonamento di valore proporzionale ai consumi dell’utente

L’abolizione del canone Rai, o meglio un suo sostanziale adeguamento, potrebbe diventare il nuovo cavallo di battaglia del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Da tempo infatti si discute di riformare un balzello inviso a milioni di teleutenti e soprattutto evaso da una quota del 27% delle famiglie italiane, con un danno erariale che si stima tra il 2010 e il 2015 sarà complessivamente di circa 1,7 miliardi di euro. Anche in questa legislatura non sono mancate le proposte, provenienti soprattutto dal versante parlamentare, per porre rimedio ad una situazione ormai da molti ritenuta insostenibile.

RENZI E LA LOTTA ALLA PRESSIONE FISCALE

Ora però il pallino del gioco sembra essere passato proprio nelle mani del governo, da qui la considerazione che lo stesso premier Renzi potrebbe aver deciso di intervenire in maniera drastica sulla questione. La conferma è arrivata dalle dichiarazioni del sottosegretario alle ComunicazioniAntonello Giacomelli, il quale ha annunciato che si starebbe studiando una possibile soluzione per riformare proprio il sistema con cui viene oggi pagato il canone Rai. Niente a che vedere con le proposte circolate finora sull’argomento.

Da tempo infatti si proponeva ad esempio di legare il pagamento dell’abbonamento tv alla bolletta elettrica, in modo da stanare in maniera puntuale qualsiasi possibile evasore. Altra soluzione, ventilata nelle ultime settimane, era stata poi quella di associare il canone Rai al pagamento della Tasi, la nuova tassa sulla casa. Anche in questo modo l’obiettivo sarebbe stato quello di collegare qualsiasi proprietario di abitazione o affittuario, ad un televisore e quindi ad un abbonamento, mettendo alle strette chi oggi evade l’imposta in questione. Tutte idee che il governo sembra non voglia in nessun modo cavalcare.

IL DILEMMA DELLE IMPOSTE SULLA CASA

Allo studio, secondo le prime indicazioni ancora generiche fornite dallo stesso Giacomelli, ci sarebbe invece un sistema che legherebbe il pagamento del canone alle capacità di spesa del singolo cittadino. Addio dunque alla tassa fissa, che per quest’anno è stata pari a 113,5 euro. Il nuovo abbonamento risulterebbe di entità proporzionale ai consumi dei singoli cittadini, diventando così innanzitutto più equo, e in secondo luogo più difficile da evadere. Una soluzione questa che farebbe felici anche i dirigenti Rai alla caccia disperata di risorse per tenere in piedi un carrozzone sempre più traballante.

RIFORME SI, MA SERVONO RISORSE

L’ultimo duro colpo alle finanze di una Rai, che secondo molti andrebbe riformata dalle fondamenta, tra l’altro, è arrivato proprio dal governo, che nel recente decreto di finanziamento del bonus Irpef, ha imposta anche a Viale Mazzini risparmi interni per circa 150 milioni di euro. Un esecutivo dunque che con una mano toglie, e con l’altra cerca perlomeno di rendere più stabili e effettivi gli introiti derivanti dal canone. Vedremo però se anche su questo fronte il premier Renzi deciderà di agire con la velocità e la risolutezza dimostrata su altri fronti.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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