Bocciato il Fondo Salva-Stati. La scure di Moody's sull'Europa intera
Economia

Bocciato il Fondo Salva-Stati. La scure di Moody's sull'Europa intera

L'agenzia statunitense riduce da stabile a negativo l'outlook sull'Efsf. Segno evidente che tutti i paesi dell'Unione Monetaria sono sulla stessa barca.

Sempre più in alto. Dopo aver messo nel mirino Germania, Lussemburgo e Olanda, la scure degli analisti di Moody's sale ancora di livello e si abbatte persino sull'Efsf (European Financial Stability Facility) , meglio conosciuto come Fondo Salva-Stati, l'organismo finanziato da tutti i membri di Eurolandia che ha il compito di garantire gli aiuti ai paesi del Vecchio Continente in difficoltà. A ben guardare, dagli esperti di Moody's non è arrivata una vera e propria bocciatura dell'Efsf, ma una semplice revisione dell'outlook, cioè delle prospettive di solidità e affidabilità finanziaria del Fondo, che sono state abbassate da stabili a negative, mentre il rating  rimane invariato a tripla A, il livello massimo.

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MESSAGGIO ALL'EUROPA.

Di fatto, però, l'agenzia statunitense ha mandato implicitamente un messaggio all'Europa intera, facendo capire che tutti i membri dell'Unione Monetaria potrebbero finire presto sulla stessa barca. La “mini-bocciatura” dell 'Efsf è infatti la logica conseguenza della revisione del giudizio su alcune nazioni del Vecchio Continente (come appunto la Germania, l'Olanda e il Lussemburgo) che, proprio ieri, al pari del Fondo Salva-Stati, hanno subito una limatura dell'outlook da stabile a negativo.

COME FUNZIONA IL FONDO.

Il perché di questa reazione a catena non è difficile da capire ed è legato al meccanismo di funzionamento dell'Efsf. Il Fondo Salva-Stati è infatti l'ancora di salvezza per tutti i paesi dell'Eurozona in difficoltà che hanno bisogno di aiuti finanziari. Fra pochi mesi, questo organismo muterà sembianze e si chiamerà Esm (European Stability Mechanism, meccanismo europeo di stabilità), ma la sostanza non cambia.

Si tratta comunque di un fondo con una dotazione iniziale di 500 miliardi di euro, che ha il compito di erogare aiuti finanziari alle nazioni del Vecchio Continente che si trovano sull'orlo della bancarotta, com'è già avvenuto per la Grecia e il Portogallo e come sta per avvenire per  la Spagna. Nello specifico, ogni membro di Eurolandia partecipa all'Esm (ed eroga i relativi contributi) in proporzione alla propria ricchezza, cioè a seconda dell'ammontare del pil. La Germania, per esempio, deve garantire una quota di oltre 27% di tutte le risorse, la Francia circa il 20% e l'Italia poco più del 17%. Gli altri paesi dell'Eurozona hanno invece un peso che varia, a seconda delle loro dimensioni, tra lo 0,1 e l'11%. Dunque, è chiaro il legame esistente tra il rating del Fondo Salva-Stati e quello dei paesi più ricchi dell'Eurozona. Se cambia il giudizio di Moody's sulla Germania, che è il principale contribuente dell'Efsf, cambia anche quello sull'intero fondo.

EUROBOND IN MINIATURA.

Va ricordato, però, che i soldi dell'Efsf (e prossimamente dell'Esm) non sono già disponibili in cassa, pronti per essere spesi in caso di bisogno. In realtà,il Fondo Salva-Stati è formalmente una società di diritto privato che, per erogare i finanziamenti, rastrella i soldi sul mercato emettendo obbligazioni, il cui rimborso alla scadenza verrà poi garantito da tutti i paesi dell'Eurozona, anche e soprattutto da quelli che più ricchi che non hanno bisogno di aiuti come la Germania. Di fatto, dunque, le obbligazioni emesse dal Fondo hanno caratteristiche molto simili agli Eurobond , i titoli di stato pan-europei che dovrebbero sostituire  in parte il debito pubblico dei paesi in difficoltà e che vengono fortemente osteggiati dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel. Partecipando al Fondo Salva-Stati, infatti, tutti i membri di Eurolandia sono costretti a emettere (seppur indirettamente, attraverso un organismo sovranazionale) dei titoli del debito, che servono poi per sostenere i paesi meno virtuosi.

BARRIERA ANTI-SPREAD A RISCHIO.

Inoltre, se la solidità dell'Unione Monetaria dovesse incrinarsi ulteriormente, non è escluso neppure che il nascituro Esm (erede del Fondo salva-Stati) possa avere difficoltà a emettere nuovi titoli obbligazionari sul mercato, almeno in tempi ristretti. Il che, rovinerebbe tutti i programmi di salvataggio dell'Eurozona, messi a punto nell'ultimo vertice di Bruxelles di fine giugno. Durante il summit, infatti, i leader del Vecchio Continente hanno deciso di utilizzare le risorse dell'Esm per acquistare i titoli di stato delle nazioni in difficoltà, come la Spagna o l'Italia, qualora lo spread (cioè il loro differenziale di rendimento con le obbligazioni governative tedesche) dovesse superare determinati livelli di guardia. La barriera anti-spread è però difficile da costruire, se i capi di stato europei non si mostrano compatti nelle decisioni e se la credibilità dell'Esm, in qualità di emittente di bond, viene messa in discussione dalle agenzie di rating o dai mercati finanziari.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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