Banche, un test che provoca stress
Economia

Banche, un test che provoca stress

Per alcuni istituti di credito l’avvio della vigilanza europea potrebbe anche aprire una nuova stagione di aumenti di capitale. Ma l’uniformità delle regole in tutta Europa porterà maggiore trasparenza e darà un contributo all’aumento della concorrenza

L’inventario dei crediti non deve spaventare. Il 2014 si presenta come un anno da non dimenticare per la storia delle banche e dell’intero sistema europeo. La decisione partita in sordina e senza grandi clamori di uno spostamento dell’attività di vigilanza dalle singole autorità nazionali alla Banca centrale europea diverrà realtà concreta nel corso del prossimo anno. Questo fatto assume una fondamentale rilevanza politica ed economica. Con riferimento al primo aspetto, il trasferimento di una parte così importante della sovranità nazionale quale il controllo sul sistema bancario interno darà senza dubbio una spinta forse determinante nella costruzione di un’identità politica dell’Unione Europea.

Con riferimento al secondo aspetto, il nuovo ruolo della Bce di fatto porterà a considerare il sistema bancario europeo quale un’unica area di mercato all’interno della quale si potrà realmente sviluppare quella mobilità di tutti i servizi finanziari già disegnata da più di vent’anni dal Testo unico bancario e, successivamente, nel 1996 nel Testo unico della finanza. Quali sono allora i vantaggi e gli eventuali rischi presenti in questo passaggio epocale? Non vi è dubbio che il confronto è impari, in quanto il saldo appare nettamente positivo.

Sul fronte dei vantaggi, la presenza di un soggetto di vigilanza comune porterà alla diffusione delle migliori prassi di gestione, assicurerà una chiara omogeneità di trattamento a tutti gli intermediari e contribuirà ad abbattere le eventuali barriere che riducono la mobilità nel campo dei servizi finanziari. In questa direzione, la diffusione delle forme di governance più efficaci, la crescita della concorrenza e della trasparenza soprattutto nell’ambito del mercato retail, e forse una spinta al contenimento dei costi, sono risultati che legittimamente si possono attendere.

Invece i rischi si presentano piuttosto come alcuni nodi da sciogliere. Su tutti, l’inevitabile processo di «asset quality review», ossia di verifica del valore effettivo di tutti gli investimenti presenti nei portafogli delle banche, porterà a una fotografia ben più nitida di qualsiasi stress test e non discutibile del reale stato di salute delle banche stesse. Questa operazione di sano inventario prima della migrazione verso Francoforte potrà aprire una nuova stagione di aumenti di capitale per effetto dei rischi eccessivi presenti nei portafogli.

Ma questa volta, rispetto al passato, le soluzioni non avranno più un carattere interno ma si apriranno a una prospettiva necessariamente internazionale, per cui cambi di proprietà anche di notevole importanza saranno una delle opzioni possibili di questa nuova stagione del sistema bancario.

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Stefano Caselli