Le automobili del futuro
Economia

Le automobili del futuro

Intelligenti, tecnologiche, iperconnesse, sicure e "divertenti"

Che differenza c'è tra un Suv Lexus "normale" e il fuoristrada che ogni tano si aggira per la Silicon Valley? Apparentemente nessuna, in realtà sono automobili di due epoche diverse. La prima appartiene al presente, la seconda arriva dal futuro. Da cosa lo si capisce? Semplice: è in grado di catturare una media di 1,3 milioni di bit al secondo, oltre a decine di migliaia di immagini e impulsi radar. Questo perché è stata programmata per "vedere" tutto quello che le succede intorno. Per una ragione intuitiva: non la guida nessuno.

Le automobili del futuro, o almeno così come le vedono in California, saranno tecnologiche, iperconnesse, e garantendo un livello di sicurezza ben più elevato rispetto alle macchine di oggi, permetteranno a chi le utilizza per spostarsi da un luogo all'altro di "divertirsi" come meglio crede: rilassandosi leggendo un libro o sorseggiando un buon caffè, chiacchierando con i compagni di viaggio o dormendo. A tutto il resto penserà il computer di bordo che, una volta impostato, disturberà il passeggero solo per avvertirlo di essere arrivato a destinazione.

Della Google Carsi è già parlato tanto, ma solo oggi possiamo affermare con relativa certezza che questi veicoli potrebbero entrare a far parte della nostra quotidianità al più tardi nel 2020.

Grazie a smartphone e tablet ci siamo messi i computer (e tanti altri accessori) in tasca. E' forse arrivato il momento di fare la stessa cosa con i mezzi di trasporto? E se la risposta è un sì, che fine faranno i produttori di auto "tradizionali"? Investiranno miliardi di dollari per rimanere al passo con il diktat della tecnologia o si rassegneranno alla bancarotta nella consapevolezza che basteranno pochi mesi, al massimo un paio d'anni, agli emergenti nel settore per metterli fuori mercato?  

In realtà gli esperti sono convinti che investire nelle automobili intelligenti possa essere conveniente per tutti. Già nel 2020 questo mercato riuscirà a superare il tetto dei venti miliardi di dollari, ed è quasi superfluo sottolineare che ci vorranno anni, se non decenni, affinché possa attivarsi una nuova, la terza, rivoluzione dei trasporti che manderà in soffitta le auto del futuro. Se le vetture intelligenti avranno un impatto equivalente a quello del fordismo e della catena di montaggio, lasciarsi sfuggire un'occasione che capita sì e no una volta ogni cento anni non è certo una buona idea.   

Un'opinione, questa, che tanti faticano a condividere. Tant'è che molti produttori di auto non sono ancora pronti a investire così tanto nelle smart car. E se qualcosa andasse storto? E se i consumatori non fossero poi così tanto attratti dalle vetture senza conducente? E se i guadagni non fossero così elevati? Eppure, se la rivoluzione delle auto intelligenti è stata accolta con relativa freddezza dalla maggior parte degli operatori del settore, questi ultimi non si tirano certo indietro quando si tratta di sfruttare la tecnologia per migliorare la guida. In questo caso, però, offrire servizi extra non è così facile. Questo perché nessun cliente pagherebbe per poter fare con la sua auto qualcosa che può già fare con il suo telefono intelligente. Del resto, una macchina non è e non può diventare uno smartphone a quattro ruote...

 

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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