Iva al 22%, ecco tutti i beni e servizi che potrebbero costare di più
Economia

Iva al 22%, ecco tutti i beni e servizi che potrebbero costare di più

La nuova aliquota (se approvata) colpirà abbigliamento e telefonia, ma anche computer ed elettrodomestici. Esclusi medicinali e alimentari

L’ultima mossa a favore dell’aumento dell’Iva l’ha fatto il ministro dell’Economia in persona: Fabrizio Saccomanni ha infatti messo sul tavolo le sue dimissioni nel caso il provvedimento, considerato ormai inevitabile, non dovesse passare. La verità è che ovviamente nessuno vorrebbe peggiorare una situazione dei consumi già ampiamente compromessa. Ma la coperta del bilancio è cortissima, e se si vuole mantenere l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, anche per quanto riguarda la seconda rata, allora le risorse da qualche altra parte bisogna trovarle.

IVA, UN AUMENTO ORMAI INEVITABILE. ECCO PERCHE'

Tra l’altro a spingere il governo verso la conferma dell’aumento dell’Iva a partire dall’inizio di ottobre c’è una Commissione europea che per bocca del commissario Olli Rehn ha ribadito all’Italia che la procedura di infrazione poco tempo fa accantonata, potrebbe essere riaperta nei confronti del nostro Paese nel caso ci fosse uno sforamento del 3% del rapporto tra deficit e Pil. Insomma, da questa tenaglia non si scappa, e dunque, nonostante le roventi polemiche politiche scoppiate in queste ore, tanto da parte del Pdl che del Pd, i due principali azionisti della maggioranza, dal primo ottobre il paventato aumento dell’Iva scatterà, salvo sorprese dell’ultimissima ora.

Ma andiamo a vedere nel dettaglio quali saranno i beni e i servizi interessati dal rialzo dell’aliquota maggiore dal 21% al 22%, evidenziando di seguito anche i prodotti e i servizi esclusi dai rincari, per i quali sono in vigore invece le aliquote agevolate del 4% e del 10%.

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Nella prima categoria, quella dei beni e servizi colpiti dall’aumento dell’imposta indiretta, ci sono i vestiti e l’abbigliamento in generale, l’auto, sia sul fronte dell’acquisto che su quello della manutenzione, i telefoni cellulari, i servizi per la telefonia mobile, computer e tablet, il parrucchiere, le parcelle di avvocati e commercialisti, cd e dvd. E ancora, gli abbonamenti per la pay tv, gli elettrodomestici, i carburanti, quindi benzina e gasolio, le bevande gassate, il vino, i superalcolici fino al più classico caffè al bar.

Una lista dunque corposa che sicuramente avrà effetti significativi sulla spesa della famiglia media italiana. La Cgia di Mestre qualche tempo fa aveva stimato in circa 103 euro l’impatto annuale della nuova aliquota. Fatta questa precisazione, è però anche importante sottolineare, come fanno alcune associazioni dei consumatori, che gli aumenti sui singoli beni saranno minimi. Quindi nel caso ci si dovesse imbattere in prezzi di prodotti improvvisamente rialzati e di molto con la giustificazione dell’incremento dell’Iva, sarà bene cambiare negozio, o al limite, denunciare anche eventuali abusi.

TASSE, QUANDO IL GOVERNO E' CHIAMATO A SCEGLIERE

Detto ciò, come accennato, c’è un’ampia fascia di beni e servizi che invece resteranno esclusi dall’aumento e sui quali invece non ci dovrà essere nessun tipo di rincaro. E anche in questo caso sarà bene controllare che nessuno faccia il furbo camuffando sotto l’inesistente aumento dell’Iva eventuali abusi sui prezzi. Nella categoria in questione c’è ad esempio il metano per riscaldamento, la corrente elettrica (quindi non ci sarà nessuna ripercussione sulla bolletta energetica), i servizi bancari e finanziari, ristoranti e tavole calde, taxi, visite mediche, cinema e spettacoli, libri. E ancora giornali, medicinali, autobus e tram, e ovviamente la gran parte dei prodotti alimentari, dall’acqua minerale alle carni, dalle verdure agli ortaggi, dal latte alla frutta, dai cereali alla pasta, fino alla birra. Per quest’ultima però è stata aumentata l’accisa, su cui tra l’altro agirà la nuova aliquota dell’Iva, e dunque qualche rincaro gli amanti della bionda dovranno metterlo in conto.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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