Quanto ci costa l'immigrazione in Italia
Economia

Quanto ci costa l'immigrazione in Italia

I dati Eurostat dimostrano che i respingimenti italiani riguardano il 36% dei casi rispetto all'83% della Francia. Noi accogliamo il 64% dei richiedenti e, tra il 2005 e il 2012, abbiamo speso 1,6 miliardi dei quali solo 281 milioni provenienti dalla Ue

E’ ancora fresco il dolore e la commozione per l’ultimo barcone di disperati che, pochi giorni fa, è naufragato al largo delle coste di Lampedusa provocando 17 vittime. Come sempre accade in queste circostanze la compassione fa dire cose che non corrispondono alla realtà. Ad esempio il fatto che l’Italia non accolga i profughi che cercano riparo da guerre e persecuzioni nei loro Paesi d’origine.

Recentemente l’Eurostat ha pubblicato un dettagliato rapporto sul tema immigrazione che smentisce il luogo comune dell’Italia paese “ostile” verso gli immigrati. Secondo i dati dell'ufficio statistico europeo l’Italia, tra quelli maggiormente coinvolti nel problema immigrazione, è il Paese che respinge meno immigrati. I dati sono contenuti nel grafico sopra. Per leggerlo in modo corretto occorre sottolineare che l’accoglimento di un immigrato “per motivi umanitari” non è previsto né in Belgio né in Francia. E occorre anche aggiungere che secondo l’Eurostat alla fine del 2013 l’Italia era al quarto posto in Europa per numero di richieste di asilo pendenti: 27.930. Il Paese europeo con più richieste pendenti era invece la Germania, con 125.705 seguita dalla Svezia con 54.270 e dalla Gran Bretagna con 29.875.

Ebbene: l’Italia, nel 2013, ha respinto il 36% delle richieste di asilo che sono state presentate rispetto al 74% della Germania, l’83% della Francia, il 47% della Svezia, l’82% della Gran Bretagna e il 68% del Belgio. L’Italia, nel 64% dei casi, accoglie gli immigrati: nel 12% dei casi riconoscendogli lo status di rifugiato, nel 30% dei casi per motivi umanitari e nel 22% assicurando alla persona una "protezione sussidiaria". Si tratta di un tipo di accoglienza che viene concessa a persone che, nel loro Paese, potrebbero subire ingiustizie come nel caso degli immigrati siriani ai quali, nella maggior parte dei casi, l'Italia ha concesso la "protezione sussidiaria" e in un minor numero di casi ha riconosciuto lo status di rifugiato vero e proprio. Probabilmente il dato più impressionante è quello riguardante la Francia che respinge 83 immigrati su 100 e che solo a 15 riconosce lo status di rifugiato mentre a solo 2 immigrati su 100 assicura la protezione "sussidiaria".

Di fronte al problema dell’immigrazione l’Europa spesso lascia i Paesi maggiormente coinvolti da soli. Tra il 2005 e il 2012 l’Italia ha infatti speso 1,6 miliardi di euro per affrontare l'emergenza dei quali solo 281 milioni di provenienza europea. La Ue, nel 2004, ha poi creato un’agenzia, Frontex ma, tra il 2006 e il 2012, il suo budget totale è stato di soli 515 milioni di euro. 

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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