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ANSA/UFFICIO STAMPA POLITECNICO DI MILANO/GIULIO MAGLI
Economia

Musei italiani, quanti sono i visitatori e quanto incassano

L’apertura domenicale gratuita, che il ministro Bonisoli vorrebbe abolire, non ha frenato il trend in crescita degli introiti

La decisione del ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli di abolire le domeniche gratis nei musei, misura introdotta nel 2014 dall'allora ministro Dario Franceschini, ha scatenato subito polemiche circa la sua opportunità o meno.

Secondo l’attuale ministro infatti, essa rappresenterebbe solo un mancato introito per numerose aree museali che invece avrebbero bisogno di iniezione continua di risorse finanziarie.

I detrattori della proposta invece, sostengono che grazie a questa misura si è riusciti ad avvicinare al mondo dei musei una fetta di utenza che altrimenti sarebbe rimasta lontano da questi tesori artistici, e che spesso questi stessi visitatori, proprio sull’onda di una prima visita gratuita, poi ritornano, a pagamento, in altre strutture espositive.

Una constatazione questa che in parte sarebbe confermata dai numeri fatti registrare negli ultimi anni, in termini di visitatori e incassi, dalle aree museali del nostro Paese. Andiamoli a vedere allora questi dati, consultabili sul sito del ministero dei Beni culturali, che danno un quadro decisamente dettagliato del movimento turistico che gira intorno ai nostri musei.

Trend in costante crescita

Il primo dato che emerge, mettendo a confronto i numeri relativi ai vari periodi, è che negli ultimi 10 anni, ovvero dal 2007 al 2017, il numero dei visitatori a pagamento delle nostre aree museali è cresciuto quasi del 26%, passando da 25.881.156 a quota 34.9966.604.

E scorrendo le tabelle si nota che il trend di aumento è stato costante fino ad oggi, quantificabile in circa 1-2 milioni all’anno in più. Trend che ovviamente è continuato anche dal 2014 in poi, cioè dall’introduzione dell’entrata in vigore delle domeniche gratuite, quando i visitatori a pagamento erano già a quota 28.603.580.

Lo stesso fenomeno di incremento si è registrato ovviamente anche sul fronte degli introiti complessivi fatturati dai vari musei. Il totale lordo è passato da 106.033.174,64 di dieci anni fa, ovvero nel 2007, ai 193.915.670,96 del 2017, con un aumento addirittura del 45%.

E quel che è più significativo, quantomeno per il dibattito che si è aperto intorno alla proposta del ministro Bonisoli di abolire le domeniche gratis, è che questo trend di crescita è stato costante anche negli anni di adozione della misura voluta dall’ex ministro Franceschini.

Nel 2014 infatti gli introiti lordi sono stati circa 135 milioni, lievitati a 155 nel 2015, fino a 173 milioni nel 2016, prima di arrivare, come appunto già rilevato, a quota circa 193 milioni nel 2017.

I musei più visitati

A titolo informativo, in questo contesto, vale la pena evidenziare le strutture museali che attualmente attirano le fette più consistenti di turisti. Anche per esse infatti si registra un trend di crescita analogo di visitatori e incassi, che diventa rilevante, sempre con riferimento alla proposta del ministro Bonisoli, proprio negli ultimi anni.

E allora scopriamo che l’area museale in assoluto più visitata, con grande distacco rispetto alla seconda, è quella del Colosseo e del Foro Romano, che nel 2017 ha potuto contare su più di 7 milioni di turisti rispetto ai circa 5 milioni e mezzo del 2013, con gli introiti che sono passati da 39,6 milioni di euro a 48,5.

Stesso discorso vale per gli Scavi di Pompei, che detengono la seconda piazza come area museale più visitata nel nostro Paese. Nel 2017 i visitatori sono stati circa 3,3 milioni rispetto ai 2,4 del 2013, con introiti che sono lievitati dai 20 milioni del 2013 ai 27,4 del 2017.

Infine, terzo posto alla Galleria degli Uffizi, che nel 2013 registrava 1,8 milioni di visite salite a 2,2 milioni nel 2017, a fronte di introiti lordi che sono passati da 9,3 milioni a circa 13,5 milioni di euro.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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