Marissa Mayer e le tre mosse per rilanciare Yahoo
Economia

Marissa Mayer e le tre mosse per rilanciare Yahoo

Un nuovo team, una nuova cultura aziendale, ma soprattutto nuovi prodotti firmati Yahoo per conquistare gli utenti

A 56 giorni dall’insediamento (e a meno di un mese dal parto), Marissa Mayer, neo ceo di Yahoo, è impegnata a fare i conti con l’implementazione di un programma di rilancio del brand. Oltre alla posta elettronica, infatti, Yahoo ha poco da offrire al mercato rispetto ai competitor in un mondo (digitale) sempre più social e location based. È vero: ci sono il motore di ricerca, le directory, le news, i gruppi e il video sharing, ma il fatto che l’azienda abbia cambiato in media un ceo all’anno negli ultimi cinque anni dimostra che quei 700 milioni di visitatori unici al mese non sono sufficienti per guardare al futuro. Per non parlare del -30% registrato dalle azioni nello stesso periodo.

“Mayer è una persona focalizzata sul prodotto, ha bisogno di un team che l’aiuti a implementare il cambiamento”, ha commentato in un’intervista a Bloomberg tvKatherine Phillips, professore alla Columbia Business School. E Mayer, appunto, ha iniziato a lavorare su due fronti: la costruzione di un dream team e il cambio di cultura. È partendo dalle risorse umane che ha messo un punto e a capo.

Cinque giorni fa, dopo l’uscita di David Winley, storico capo del personale e Grant Bassett, responsabile dell’acquisizione di nuovi talenti, è salita a bordo Jacqueline Reses. Con sette anni in Goldman Sachs e la gestione delle risorse umane nella società di private equity Apax Partners, il nuovo senior vice president per il personale e lo sviluppo ha il compito di trovare, gestire e incentivare le risorse migliori.

Mayer, come del resto Sergey Brin e Larry Page in Google, ha chiesto di conoscere personalmente ogni potenziale nuova assunzione.

Yahoo vuole (e deve) posizionarsi come uno fra i posti più ambiti dove lavorare. Per questa ragione, Mayer ha introdotto alcune innovazioni “google-style”: i pasti gratuiti nella caffetteria aziendale e il cellulare aziendale. Un maquillage, certo, ma anche un modo per far sapere che le aspettative sui dipendenti adesso sono più alte. Le luci di Yahoo, infatti, rimangono accese più a lungo la sera. Il nuovo ceo non ha lasciato nulla alla fantasia: se un team non è in grado di compiere il lavoro nei tempi stabiliti, ne troverà un altro.

La vera questione, però, riguarda il modello di business. La domanda degli analisti, infatti, è cosa farà Mayer per migliorare i prodotti di Yahoo? Potrebbe trattarsi di un’acquisizione (si vocifera di Pinterest o Spotify), ma Yahoo ha solo due miliardi di dollari da spendere, un decimo della potenza di fuoco di Google. L’alternativa è la messa a punto di un prodotto in-house: pare che Mayer abbia iniziato a dedicare molta attenzione allo sviluppo di una applicazione firmata Yahoo per guardare la tv e chiamata IntoNow.

Quello che è certo è che Mayer, che ha scelto di focalizzare l’attenzione sull’utente, segna un’inversione di tendenza per il motore di ricerca che, negli ultimi cinque anni, ha guardato soprattutto agli investitori. Il segnale forte è stato un piccolo gesto, ovvero la rimozione dal sito interno di Yahoo del contatore con il valore delle azioni. “Voglio che vi concentriate sugli utenti e non sulla finanza”, ha detto ai dipendenti. Per riparare agli errori commessi negli ultimi anni, il board le ha dato tempo. E la partita è ancora tutta da giocare.

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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