Marijuana a Wall Street: il business va a caccia di investitori
Economia

Marijuana a Wall Street: il business va a caccia di investitori

Per la prima volta nella storia, la maggior parte degli americani è favorevole alla legalizzazione della cannabis. Le aziende si preparano ad aggredire il mercato

Secondo il sito di news americano The Daily Beast  si moltiplicano le opportunità legate alla marijuana, ma il dubbio rimane: business promettente o investimento rischioso? I pareri, ancora una volta, sono discordi. Dopo che 19 stati americani hanno legalizzato l’uso di marijuana per fini medici e Washington e il Colorado ne permettono l’utilizzo ricreativo, le aziende che operano in settori collegati alla cannabis continuano a crescere e hanno iniziato a cercare finanziatori. Poche settimane fa, a un passo da Wall Street, ArcView Group , un’organizzazione californiana specializzata in investimenti legali nel business della cannabis, ha tenuto il primo incontro  con investitori in uno stato (New York) dove la sostanza non è ancora legale. “Gli investitori che partecipano ai nostri incontri vogliono mantenersi nei limiti della legalità, ma sanno che il business esploderà e vogliono essere pronti a cogliere le opportunità di un’industria che ancora non esiste”, ha commentato Steve DeAngelo, presidente di ArcView Group.

Quella di DeAngelo non è una voce isolata: James Shively, ex-dipendente Microsoft, è convinto che il settore sia indifferenziato e abbia bisogno di un’iniezione di marketing . L'ambizione di Shively, dunque, è dare vita a una catena che possa diventare lo Starbucks della marijuana. Per questa ragione, è al lavoro per raccogliere dieci milioni di dollari per avviare il business. Il primo passo è l’apertura di una dozzina di punti vendita nei primi due stati che hanno legalizzato la marijuana per uso ricreativo per poi passare a cento location in California. La variabile con cui commercianti e imprenditori devono fare i conti è la risposta del Dipartimento di Giustizia che potrebbe decidere, nonostante le nuove e più permissive leggi federali, di perseguire i commercianti di cannabis. Fra ottobre 2011 e ottobre 2012, infatti, sono stati chiusi oltre 600 dispensari in California, accusati di violare le leggi sulle vendita di marijuana per usi medicali. Contemporaneamente, però, in California e Arizona si continuano a coltivare immensi campi di cannabis. 

La vera novità è che il clima sociale è cambiato. Per la prima volta nella storia, certifica Pew Research , la maggior parte degli americani è favorevole alla libera vendita di marijuana: in base a una ricerca condotta lo scorso dicembre, il 52% dei cittadini si dichiara a favore e il 64% ritiene che il Governo federale non dovrebbe intervenire negli stati che hanno approvato la libera vendita. Risolta la questione legale, il mercato è potenzialmente immenso. Considerato che oltre 17 milioni di americani usano cannabis, il giro d’affari potrebbe toccare i cinquanta miliardi di dollari, di cui solo una parte derivante dall’uso medico. La crisi, paradossalmente, potrebbe dare una mano, perchè lo stato avrebbe solo da guadagnare dalla legalizzazione del settore, perchè potrebbe incrementare gli introiti fiscali e beneficiare dalla riduzione dei costi sociali legati a comportamenti criminali.

Per gli investitori disposti ad assumersi i rischi di un mercato particolarmente volatile, esistono diverse opzioni di investimento in settori collegati alla marijuana: da MediSwipe , che fornisce  formule di pagamento online e wireless a business collegati alla cannabis a Growlife , azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di miniserre per la coltivazione della pianta. E ancora: da CannaVest che sviluppa, produce, commercializza e vende prodotti consumer a base di cannabinoidi a Privateer Holdings  a cui fa capo Leafly.com , un sito che fornisce recensioni sui vari tipi di marijuana e sui dispensari presenti nelle città che conta oggi 2,5 milioni di visitatori unici  al mese e un giro d’affari di quattro milioni di dollari. “La differenza rispetto a quando abbiamo iniziato i nostri roadshow due anni fa – conclude DeAngelo - è che adesso ci troviamo davanti investitori tradizionali e non solo operatori del settore interessati a un business destinato a esplodere. E' solo questione di tempo”. 

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Stefania Medetti

Sociologa e giornalista, ho barattato la quotidianità di Milano per il frenetico divenire dell'Asia. Mi piace conoscere il dietro le quinte, individuare relazioni, interpretare i segnali, captare fenomeni nascenti. È per tutte queste ragioni che oggi faccio quello che molte persone faranno in futuro, cioè usare la tecnologia per lavorare e vivere in qualsiasi angolo del villaggio globale. Immersa in un'estate perenne, mi occupo di economia, tecnologia, bellezza e società. And the world is my home.

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