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Economia

Perché Liz Truss ha fatto marcia indietro sul taglio delle tasse ai ricchi

Dopo una settimana da incubo la Premier inglese ha ceduto alla pressioni di opinione pubblica, mercati e Parlamento temendo la fronda politica da parte della sua stessa maggioranza

Le coronarie del sistema economico britannico stanno vivendo giornate difficili. Il cuore pulsante della City dopo lo choc causato dall’annuncio della proposta di taglio dell’aliquota più alta dell’imposta sul reddito (quella del 45% oltre le 150 mila sterline di reddito attuale) oggi ha vissuto il contro-choc della marcia indietro a sorpresa annunciata da Downing Street.

Il dietro-front del Governo

Via Twitter il ministro delle Finanze Kwasi Kwarteng ha dichiarato che “non procederà” con la rimozione dell’aliquota massima del 45% e ha poi aggiunto: “E’ chiaro che il taglio dell’aliquota fiscale del 45% ha messo in ombra la nostra missione di affrontare le sfide del nostro Paese. Pertanto, annuncio che non proseguiremo” su questa strada, ha detto. Immediata la reazione della sterlina che ha ripreso fuducia sui mercati toccando il massimo da una settimana a 1,128 dollari (+1%) e ora viaggia a +0,37% a 1,1119 dollari dopo il crollo a quota 1,035 dello scorso lunedì.

L’annuncio del taglio delle tasse ai ricchi

Il cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng (che oggi dichiara di non essere intenzionato a rassegnare le dimissioni) una settimana fa aveva annunciato un taglio delle tasse da 45 miliardi di sterline (50 miliardi di euro) finanziati in deficit, in aggiunta a un sostanzioso pacchetto di aiuti contro il caro bollette. In pratica proponeva di fare nuovo debito per riattivare la crescita. Un debito, però, che ai mercati non è piaciuto per niente e ha causato un autentico terremoto finanziario. In poche ore solo l’annuncio del taglio in deficit ha portato la sterlina a crollare a quota 1,035 sul dollaro con il rischio di un effetto a catena anche sull’Europa.

Da allora sono trascorsi sette giorni di ansie, colloqui, preoccupazioni, malumori e passi falsi che, in un momento tanto delicato per il Regno Unito, non hanno fatto di certo bene al buon nome di Londra.

La manovra Truss ha minato la credibilità UK

Quello che è successo nell’ultima settimana è stato un colpo gravissimo alla credibilità del Regno Unito e un passo falso da parte del nuovo governo che sarà difficile riassorbire secondo quanto sostengono gli analisti della BBC. La Prima Ministra Liz Truss solo ieri aveva confermato la manovra, mentre oggi, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato il passo indietro.

Liz Truzz stamane ha twittato: “Abbiamo capito e abbiamo ascoltato, ora il nostro obiettivo è costruire un’economia ad alta crescita che finanzi servizi pubblici di livello mondiale, che aumenti i salari e crei opportunità in tutto il Paese”.

“Abbiamo un piano chiaro – ha dichiarato la Prime Ministre alla BBC - che si sta sviluppando per rispondere sia alla crisi energetica e all’inflazione, ma finalizzato anche a far riprendere la crescita economica, gettando delle basi di lungo respiro”.

Una manovra di rilancio da 60 miliardi

Si tratta di un piano di riduzione delle tasse da 60miliardi di sterline per famiglie e imprese finanziata con emissione di debito. Secondo le indicazioni tracciate dal Governo le aliquote sul reddito più basso dovrebbero scendere dal 20 al 19%, mentre quelle sui redditi più alti non verranno toccate secondo le nuove linee di stamani. Quindi – rispetto all’intero impianto da 60 miliardi – si tratta di una modifica minima (del valore di 2 miliardi di sterline), ma dal grande impatto nell’opinione pubblica. Tra le altre misure del pacchetto, invece dovrebbe essere abolita l’imposta di bollo sulle transazioni immobiliari fino a 250.000 sterline.

Sarà, quindi, cancellato l’incremento dell’1,25% sui contributi previdenziali della National Insurance e quello della corporate tax sui profitti delle aziende dal 19 al 25% predisposti dall’ex cancelliere Rishi Sunak in era Boris Johnson dopo l’emergenza Covid per finanziare l’assistenza sanitaria e sociale. Inoltre, secondo il pacchetto presentato, saranno introdotte vendite tax free per i viaggiatori stranieri. Infine sarà eliminato il tetto fissato dal 2008 sui bonus di banchieri e top manager per ridare smalto all’attrattività della City.

Scelte che economisti come Paul Johnson, dell’Institute for Fiscal Studies, giudicano, però, “insostenibili”. Preoccupa anche il fatto che le riforme siano state annunciate senza presentare alcun aggiornamento delle proiezioni di bilancio e senza alcuna copertura.

Truss temeva la fronta interna (e la perdita della maggioranza parlamentare)

La Bbc ricorda come tanto l’opposizione quanto molti parlamentari Tory (quelli che avrebbero voluto al 10 di Downing Street il rivale di Truss, Rishi Sunak) e la maggioranza dell’opinione pubblica britannica siano contrari al taglio delle tasse per i ricchi.

Ormai da giorni la stessa maggioranza della Truss si diceva pronta a boicottarla e a non votare più nessun provvedimento avesse la sua firma col rischio di farne naufragare il mandato dopo un mese dal suo insediamento e così dopo una settimana di massacro politico e dopo che gli ultimi sondaggi davano i Labour in avanti di ben 33 punti la Truss ha riunito in un vertice di emergenza i suoi e ha dovuto cedere sul fronte del taglio delle aliquote ai ricchi in quello che passerà alla storia di uno dei peggiori pasticci economici, politici, finanziari e di comunicazione della storia della democrazia inglese.

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Barbara Massaro