Limite ai pagamenti in contante: cosa cambia e come dal primo luglio
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Economia

Limite ai pagamenti in contante: cosa cambia e come dal primo luglio

Si abbassa a 2.000 euro la soglia massima di trasferimento di denaro tra persone e aziende con il rischio di sanzioni salatissime

Il prossimo primo luglio segna un punto di svolta nella lotta al sommerso e all'evasione fiscale fortemente voluta dal Governo Conte. Il limite agli scambi di denaro contante scende, infatti, a 2.000 euro dagli attuali 3.000 paletto imposto nel 2016 durante il Governo Renzi che aveva alzato, a sua volta, la precedente soglia decisa da Mario Monti.

Questo significa che, dal prossimo mese, ogni scambio di denaro (anche sotto forma di cessione o prestiti tra famigliari) superiore a 1.999 euro deve essere tracciabile e giustificato da assegni, bonifici o trasferimenti postali.

Si tratta di una misura che era stata inserita all'interno della Legge di Bilancio 2020 e la data del 1 luglio era ampiamente annunciata così come quella del 1 gennaio 2022, momento a partire dal quale il limite scenderà ulteriormente e si attesterà a 1.000 euro.

Multe salatissime per chi infrange le regole con sanzioni che vanno dai 2.000 e i 50.000 euro per chi effettua transizioni fino a 250.000 euro e l'ammenda viene attribuita sia a chi cede denaro sia a chi lo prende. Multe tra i 15.000 e i 250.000 euro per scambi di contante oltre i 250.000 euro.

L'abbassamento della soglia ai trasferimenti in contante dovrebbe servire a ostacolare il riciclaggio di denaro e a far emergere il sommerso nella campagna contro l'evasione fiscale monstre del nostro paese che vale oltre il 12% del Pil per una cifra che si aggira intorno ai 100 miliardi l'anno.

Lock down e pandemia da Coronavirus hanno favorito gli scambi trasparenti di denaro facilitati dall'ampio uso degli acquisti online e la tracciabilità è di grande aiuto alla lotta al sommerso anche se non tutti gli economisti sono d'accordo nel ritenere che sia la maniera più efficace per curare il cancro del nero che infetta l'Italia.

Sarebbe essenziale, infatti, migliorare la cultura della legalità fiscale e rendere più equilibrato il rapporto dei contribuenti tra tasse e servizi. A fronte di un carico fiscale abnorme che grava sugli italiani, infatti, spesso i cittadini non si sentono ricompensati in termini di welfare e questo acuisce l'istinto ad aggirare il sistema e a mettere sotto al materasso denaro sul quale non si vogliono pagare tributi e balzelli.

In Germania o Austria, ad esempio, non esiste il limite all'uso del denaro contante eppure il tasso di evasione è bassissimo e il sommerso quasi inesistente proprio perché i cittadini sono culturalmente propensi a rispettare le regole e a pagare quanto dovuto se dovuto.

E' però anche vero che è stato dimostrato che il limite agli scambi in contante aiuta la lotta all'evasione e al sommerso imponendo una disciplina fiscale anche laddove il singolo contribuente è tentato a aggirare i paletti della legge ed è altresì reale che il problema in Italia è effettivo e consistente. D'altro canto, però, finché non si lavora in maniera concreta a fermare i grandi evasori e le multinazionali che dislocano gli introiti nei paradisi fiscali per non pagare le tasse in Italia non ha molto senso multare i genitori che vogliono regalare 5000 euro ai figli o i piccoli commercianti che vivono di spicci e transizioni da pochi euro e che si vedono costretti a pagare commissioni bancarie elevate per sottostare alle nuove regole e rispettare la legge.

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Barbara Massaro