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Economia

L'economia italiana ha (già) interrotto la fase di crescita

La nota mensile dell'Istat conferma le indicazioni precedenti: domanda fiacca, produzione industriale in calo, mercato del lavoro fermo

Toni orientati alla preoccupazione nella nota mensile dell'Istat sull'andamento dell'economia italiana (agosto 2016). A Renzi le parole dell'Istat non faranno piacere. Ma quelli registrati dall'istat sono "fatti".

Semplice l'idea e il fatto di cui prendiamo atto: l'economia italiana ha interrotto la fase di crescita: la domanda interna è fiacca e la produzione industriale in calo. Questa debolezza proseguirà nei prossimi mesi, dice Istat.

Anche la dinamica del mercato del lavoro ha registrato una "battuta d'arresto" a luglio.
Riguardo all'inflazione inoltre "non si ipotizzano recuperi significativi della dinamica dei prezzi".

Questo in un quadro internazionale dove continua la fase espansiva dell'economia statunitense mentre per i paesi dell’area euro si vedono segnali di rallentamento nel secondo trimestre.

Pil
Dopo la crescita registrata nei trimestri precedenti, nel secondo trimestre il prodotto interno lordo, sottolinea l'Istat, "ha subito una battuta d'arresto, segnando una variazione nulla su base congiunturale.
La variazione rispetto al secondo trimestre 2015 è stata pari allo 0,8%, in calo rispetto all'1% registrato nel primo trimestre".

Alla variazione congiunturale del Pil, spiega l'istituto di statistica, "ha contribuito positivamente la domanda estera netta (+0,2 punti percentuali): le importazioni sono aumentate dell'1,5% e le esportazioni dell'1,9%. L'apporto degli investimenti e dei consumi finali nazionali è stato nullo.

Stabilità dei consumi
La dinamica della domanda interna è stata caratterizzata dalla sostanziale stabilità dei consumi finali nazionali, sintesi di una crescita dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di una flessione dello 0,3% della spesa della Pa, e dalla contrazione congiunturale degli investimenti fissi lordi (-0,3%), determinata principalmente dalla diminuzione della spesa per macchinari, attrezzature e altri prodotti (-0,8%).
Gli investimenti in costruzioni hanno registrato una variazione nulla mentre la componente dei mezzi di trasporto ha segnato una variazione positiva (+1,4%)".

L'industria in senso stretto, prosegue l'Istat, "ha mostrato segnali di debolezza registrando una riduzione significativa del valore aggiunto (-0,8% rispetto al primo trimestre). Le attese per il prossimi mesi permangono deboli".

Piano per il lavoro
"La crescita non si è mai vista. È necessaria un'azione di responsabilità per dare nuovo slancio al sistema economico. Ripartire dal Lavoro, vera priorità del Paese": lo sostengono Federconsumatori e Adusbef commentando i dati Istat.

"È giunto il momento di reagire per dare una vera scossa e questa fase di lento declino. È necessario avviare quel un Piano Straordinario per il Lavoro che invochiamo da tempo e che deve prevedere lo stanziamento di investimenti pubblici per almeno 60 miliardi di euro", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. "Un piano - aggiungono - che non può in alcun modo essere rimandato, se veramente si vuole rimettere in moto il nostro sistema economico. Non dimentichiamo, infatti, che proprio la crisi della domanda interna sottolineata oggi dall'Istat è alimentata dalla mancanza di posti di lavoro e dalla disoccupazione giovanile: secondo quanto calcolato dal nostro osservatorio nazionale la necessita' di sostenere figli e nipoti disoccupati pesa sui bilanci familiari per circa 450 euro al mese".

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Redazione Economia