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Ansa/Luigi Mistrulli
Economia

Visite fiscali, ecco le nuove regole

Da settembre, grazie a un polo unico, l’Inps si occuperà delle verifiche di dipendenti pubblici e privati, con un inasprimento dei controlli

Scatteranno da domani le nuove regole riguardanti le visite fiscali per i dipendenti che si assentano dal lavoro presentando un certificato di malattia. La prima importante riforma riguarda l’accorpamento dei controlli che saranno gestiti dal primo settembre appunto, da un polo unico che farà capo all’Inps.

Addio dunque alla vecchia disciplina che prevedeva per i lavoratori pubblici visite mediche predisposte dalle Asl locali. Una novità il cui obiettivo dichiarato è quello di combattere in maniera più efficace i furbetti del cartellino, gli assenteisti cronici, e quelli delle malattie strategiche piazzate sempre a ridosso dei weekend, che in questi anni hanno potuto godere di un regime di controlli decisamente blando e sostanzialmente inefficace. Ma vediamo nel dettaglio quali saranno le principali novità del nuovo modello di controllo messo a punto dall’Inps.

Verifiche d’ufficio, visite ripetute e reperibilità

Una prima innovazione significativa riguarda la possibilità, per i medici dell’Inps, di eseguire visite fiscali d’ufficio, e non solo su esplicita richiesta da parte del datore di lavoro, come previsto finora. Inoltre, il fatto che ci sia stato un controllo potrebbe non mettere al riparo l’eventuale finto malato: in una stessa giornata infatti, per casi particolarmente sospetti, la verifica potrà anche essere ripetuta.

A questo proposito inoltre l’Inps ha già chiesto al governo di intervenire sulle ore di reperibilità, che attualmente sono di 4 ore per il privato ( 10-12 e 17-19) e di sette per il pubblico (9-13 e 15-18): un’armonizzazione del regime potrebbe agevolare non poco il lavoro di verifica.

Il supporto di un software

I comportamenti dei dipendenti pubblici e privati in tema di assenze per malattia, verranno poi nel tempo monitorate e analizzate attraverso l’aiuto di un software denominato Savio. Grazie al suo supporto, nel tempo verranno evidenziati i casi più sospetti per i quali appunto, in caso di presentazione di certificato medico, scatterà d’ufficio la visita fiscale.

Nel tempo verranno poi messi a confronto i milioni di certificati medici che annualmente vengono presentati, per ottenere statistiche che anche territorialmente possano rendere più efficace e mirato il lavoro degli ispettori.

Un fenomeno da contrastare

Secondo i dati raccolti nel 2016, i dipendenti pubblici hanno fatto registrare mediamente giorni di assenza per malattia in numero doppio rispetto a quelli del privato: 11 contro 5. Il fenomeno inoltre, tra gli statali, risulta più accentuato nelle Isole e nel Sud, rispettivamente con 13,05 e 12,31 giorni di assenza media. Nel settore privato invece le assenze dal lavoro per malattia sono maggiori nel Mezzogiorno, con una media di 5,75 giorni.

Differenze sostanziali sono state registrate anche sul fronte dei lavoratori non trovati in casa nel momento della visita fiscale: nel 2016 erano il 3,1% per il settore privato, il 9,7% per quello pubblico. Una conferma della necessità che proprio sui dipendenti statali per il futuro sia necessario un lavoro di controllo più serrato.

I programmi futuri

E di certo all’Inps non mancano le buone intenzioni, manifestate pubblicamente dal presidente Tito Boeri. L’impegno è quello di arrivare ad eseguire proprio nel settore pubblico un numero di verifiche pari a quelle effettuate nel privato. A questo proposito i numeri sono ambiziosi se si considera che nel 2015, per i lavoratori privati, su 12 milioni di certificati di malattia presentati, sono state eseguite circa 600mila visite, ossia il 5%.

Per il pubblico l’Inps punta a superare appunto questa percentuale e oltrepassare le 300mila visite su circa 6 milioni di certificati raccolti. L’obiettivo è di raggiungere i 500mila controlli l’anno. A questo scopo l’ente previdenziale nazionale potrà contare su uno stanziamento di 17 milioni di euro, che a regime però, ovvero nel 2018, dovrebbe salire a 50 milioni.

Uno sforzo finanziario quanto mai necessario, visto che per stessa ammissione di Boeri, bisogna fare i conti con una carenza di medici in alcune Regioni, come ad esempio la Lombardia, dove presto saranno lanciati dei bandi di reclutamento.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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