Pubblico impiego e permessi sindacali: cosa sono e come funzionano
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Economia

Pubblico impiego e permessi sindacali: cosa sono e come funzionano

Le agevolazioni per chi svolge attività di rappresentanza dei lavoratori negli enti statali, appena tagliate dal ministro Madia

Un taglio netto del 50%. E' quello stabilito da una circolare del ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, per i permessi e i distacchi sindacali retribuiti dei dipendenti dello stato. Secondo le stime di Cgil, Cisl e Uil, il provvedimento (già previsto con la riforma della Pa da poco approvata) interesserà circa un migliaio di persone in tutta Italia, che dovranno abbandonare la propria attività nel sindacato e tornare dunque in ufficio. Con quali conseguenze?

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L'obiettivo del ministro Madia è di risparmiare con questa nuova misura almeno 10 milioni di euro all'anno. Si tratta di stime della Ragioneria dello Stato, che potrebbero però non trovare una conferma nei fatti. Per rendersene conto, occorre innanzitutto analizzare cosa sono e come funzionano i distacchi e i permessi sindacali nella pubblica amministrazione italiana (che esistono anche nel settore privato).

PERMESSI SINDACALI RETRIBUITI

Sono permessi che danno ai dipendenti pubblici il diritto di partecipare alle riunioni degli organismi direttivi del sindacato, sia a livello nazionali che a livello locale. Chi ne usufruisce, può assentarsi dal posto di lavoro e sospendere la propria attività per alcune ore o per intere giornate e, in ogni caso, per il tempo necessario allo svolgimento delle riunioni. Il periodo trascorso in permesso sindacale viene equiparato, a tutti gli effetti, agli orari di servizio fatta eccezione per gli straordinari e per il salario accessorio collegato allo svolgimento di determinate mansioni.

DISTACCHI SINDACALI RETRIBUITI

Grazie ai distacchi retribuiti, invece, i dipendenti pubblici hanno diritto a svolgere l'attività sindacale a tempo pieno o part-time, assentandosi completamente dal lavoro. Il periodo trascorso in distacco sindacale è equiparato a tutti gli effetti all'orario di servizio (come nel caso dei permessi) e viene regolarmente pagato dall'ente, fatta eccezione per gli straordinari e il salario accessorio collegato allo svolgimento di determinate mansioni. E' proprio su quest'ultimo punto, che ruotano molte delle obiezioni fatte al ministro Madia sulla reale efficacia e utilità delle misure adottate. E' vero infatti che circa mille sindacalisti torneranno in ufficio per svolgere i compiti per i quali sono stati assunti. Tuttavia, come ha sottolineato la Uil, d'ora in avanti questi dipendenti pubblici avranno diritto a vedersi pagate certe indennità che prima non ricevevano, come appunto gli straordinari, i premi di risultato, l'eventuale salario accessorio e i buoni pasto. Per la pubblica amministrazione, insomma, i risparmi di spesa sono tutt'altro che assicurati.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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