Le professioni del web, come diventare Transmedia Web Editor
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Le professioni del web, come diventare Transmedia Web Editor

Transmedia Web Editor: il profilo di una delle nuove professioni del web. Cosa fa, come si forma, dove lavora, quanto guadagna e l’intervista a un professionista del settore

Il web offre l’opportunità a chiunque dotato di connessione internet e device di produrre contenuti, in qualsiasi istante della giornata e da qualsiasi luogo. Che sia l’aggiornamento del blog personale piuttosto che il commento a un articolo su un web-magazine oppure l’avvio di una discussione su un forum, ogni persona ha l’opportunità di esprimere un proprio pensiero e raccontare proprie esperienze alimentando l’enorme flusso di contenuti che vengono prodotti ogni secondo sulla rete.

Il fascino di creare contenuti è quello di essere letti da altri utenti che hanno la possibilità di condividere, commentare e alimentare i contenuti stessi e diffonderli a loro volta. Questo aspetto è un elemento importante per la business community (ma non solo) perché permette di comunicare ai propri utenti - pubblico, stakeholder, potenziali clienti, ecc. -  informazioni e notizie di interesse.

Dopo la professione del Digital PR  e dell’E-Reputation Manager  continua il percorso attraverso i nuovi lavori della rete individuati in occasione dell’intervista  realizzata a Giulio Xhaet, autore del libro “Le nuove professioni del web” edito da Hoepli e founder di professionidelweb.it ; analizziamo qui il profilo del Transmedia Web Editor, il produttore di contenuti digitali.

IL CONTESTO IN CUI OPERA

I social network in particolare hanno dato al singolo utente la facoltà di condividere con il proprio gruppo di contatti una selezione di contenuti di grande rilevanza, ad esempio la pagina Facebook del brand preferito di moda che pubblica ogni giorno informazioni interessanti sul settore o un post su un argomento particolare.

Il contenuto rappresenta quindi un elemento centrale in grado di attrarre l’attenzione del pubblico e fare in modo che le informazioni di interesse si diffondano. È qui che entra in gioco la figura del Transmedia Web Editor.

COSA FA

Il Transmedia Web Editor è la figura che si occupa di produrre contenuti e creare un’interazione con gli utenti attraverso una loro partecipazione attiva sotto forma di dibattito, critica, scambio di informazioni, apprezzamento o condivisione - quindi una co-creazione - utilizzando tutti i canali di comunicazione a disposizione. Questa professione può declinarsi in diverse figure a seconda del contesto nel quale svolge la sua attività, si parlerà quindi di web editor, di blogger e copywriter della rete. A queste figure si può aggiungere anche quella del citizen journalist.

Un elemento di grande importanza nello svolgimento di questa professione è la capacità di selezionare e gestire le fonti da cui selezionare e attingere news e informazioni da rielaborare. Importante risulta inoltre l’interazione costante in tempo reale con il proprio pubblico.

COME SI FORMA

Non esiste un percorso formativo ufficiale, così come accade per alcune altre professioni create dal web in questi ultimi anni. Capacità di primaria importanza è la scrittura, quindi le facoltà umanistiche possono sicuramente essere un valore aggiunto; capacità di scrittura sì, ma è richiesta un’abilità giornalistica per saper elaborare testi in grado di attrarre l’attenzione e l’interesse dei propri lettori. A questa è legato il talento tipico del transmedia web editor di saper sviluppare una propria voce caratteristica, il suo stile, in grado di renderlo riconoscibile.

Per tentare un primo approccio a questa professione, il modo più semplice è quello di aprire un proprio blog, attraverso il quale esprimere le proprie opinioni e sviluppare la propria visibilità. Un’altra strada è quella di iniziare a collaborare con una redazione online di una testata giornalistica.

DOVE LAVORA

La scrivania non esiste più ed è ovunque. Nella maggior parte dei casi queste figure sono freelance e la loro attività ha carattere consulenziale all'interno delle aziende e delle organizzazioni. Di solito rispondono direttamente al Responsabile della comunicazione o del marketing che ne organizza e coordina l'attività.

QUANTO GUADAGNA

Non è semplice dare indicazioni sul reddito considerando che in questa fase nel mercato si vede molto lavoro sottopagato: i blogger non hanno di solito un compenso, ma si affiliano a una testata giornalistica o un gruppo editoriale e beneficiano della visibilità e della promozione che l'editore è in grado di mettere in campo. In ogni caso si può immaginare un compenso annuo intorno ai 20.000 euro per una figura junior e il doppio per un senior.

L’INTERVISTA

Per approfondire la professione ho parlato con Raffaella Giuri (@raffaellagiuri ), Transmedia Web Editor:

Dove lavori e che ruolo ricopri?
Sono una giornalista e una web editor. Ho cominciato con la carta stampata negli anni ’90 (La Stampa, Il Sole 24 Ore, etc.); oggi sono contributor della Nuvola del Lavoro del Corriere della Sera. Da più di dieci anni mi interesso di tematiche legate al mercato del lavoro, in particolare per i giovani e le donne. Nel 2010 ho contribuito a fondare e diretto per tre anni un magazine online di informazione sul mercato del lavoro. Questo ha significato mettere in piedi una redazione virtuale, “sulla nuvola” per dirla così, che gestiva i collaboratori in giro per l’Italia attraverso un social network, Yammer.

Mi descrivi in 5 righe il tuo percorso lavorativo per arrivare a diventare Transmedia web editor?
Il giornalismo è stata la mia passione fin dall’inizio, sebbene abbia una formazione economica; il web e le sue potenzialità, sono state una scoperta successiva. In mezzo c’è l’esperienza che mi ha portato a specializzarmi e a cercare di diventare una voce autorevole sulle questioni legate al lavoro.

Come hai scoperto questo lavoro?
È stata una naturale evoluzione del mio lavoro: la possibilità di elaborare un nuovo codice comunicativo e l’opportunità di misurarne i risultati in tempo reale e 24 ore al giorno.

Che tipo di persone incontri durante la tua attività professionale?
Il mio lavoro è fatto di notizie e le persone che incontro sono quelle che le notizie le fanno: chi è partito da un’idea per creare una piccola impresa; chi si è laureato ed è all’inizio della propria carriera lavorativa; chi lavora in un settore emergente; chi propone progetti per l’occupazione giovanile; chi ha lasciato il proprio lavoro per occuparsi del reinserimento delle donne nel mondo del lavoro e altri ne potrei citare.

Come si svolge una tua giornata lavorativa tipo?  
Potrei sintetizzarla così: leggere, incontrare, scrivere.

Come è considerata questa figura in Italia?
Stiamo vivendo in un periodo di passaggio a causa della lunga crisi: ciò che era vero prima del 2008 non lo sarà alla fine di quest’anno o all’inizio del 2014, quando si presume che il peggio sarà alle spalle. Quindi le considerazioni vanno fatte su un panorama di ripresa economica. In questo caso, figure come la mia troveranno nuovi spazi e soprattutto nuova volontà di investire nella vera essenza del web, cioè nei contenuti e in chi è in grado di produrli.

Come ti aggiorni?
Le associazioni di categoria e gli ordini professionali per comunicatori e giornalisti sono un buon punto di riferimento per l’aggiornamento professionale: Ferpi, Assorel, Ordine dei Giornalisti.

Quali consigli daresti ai giovani che hanno intenzione di intraprendere questa professione?
Per chi si occupa di contenuti, vale una regola su tutte: scrivere è direttamente legato al leggere, perciò siate curiosi e onnivori.

 

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Luca Orioli

Mi chiamo Luca, classe '83, esperto di comunicazione, giornalista free lance e 'startupper' da una vita con una decina di progetti chiusi nel cassetto che stanno lentamente prendendo forma. Appassionato di fotografia e serie tv, ho una formazione umanistica e l’estremo bisogno di vedere cose nuove.
Qualche anno fa, terminata l’Università [degli Studi di Milano, laurea in Scienze dei Beni Culturali], mi sono ritrovato un po’ spaesato nell’affacciarmi sul mondo del lavoro. Leggevo annunci dove ricercavano account, responsabili risorse umane, project manager o community manager, etichette che sembravano nascondere un mondo, ma per me completamente prive di significato. Dopo diverse esperienze ho intrapreso la strada che sto percorrendo oggi, ma da quel momento è rimasta l'esigenza di tradurre in parole comprensibili il mondo delle professioni. Così nasce il mio blog, Lavoro in Corso.

Vuole essere un Virgilio nella giungla dell'impiego, una traccia per esplorare il panorama del lavoro tra professioni emergenti, opportunità sommerse, esperienze vissute e capire in cosa consiste un determinato profilo, come intraprenderlo, quale percorso fare e le competenze necessarie per arrivarci.

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