Precari e pubblica amministrazione: chi sono, dove lavorano e cosa chiedono al governo Letta
Economia

Precari e pubblica amministrazione: chi sono, dove lavorano e cosa chiedono al governo Letta

Tra 100mila e 150mila persone in tutto. Ecco l'esercito di dipendenti statali assunti con contratto flessibile che chiedono tutele all'esecutivo

C'è chi dice siano150mila in tutto e c'è chi, invece, ha calcolato un numero inferiore: circa 110mila. Sono i lavoratori della pubblica amministrazione assunti con un contratto flessibile o precario, che rischiano ancora di perdere il posto a partire dal prossimo anno. Oggi, il consiglio dei ministri si occupa di loro, mettendo a punto un decreto (rinviato a questa settimana dopo essere stato inserito in agenda venerdì scorso) che dovrebbe far partire un percorso di stabilizzazione per decine di migliaia di impiegati.

PRECARI A RISCHIO IN ITALIA 

Non è chiaro, purtroppo, se gli interventi del governo saranno risolutivi, poiché c'è ancora qualche incertezza su molti aspetti del decreto. Innanzitutto, la prima controversia riguarda proprio il numero di precari da tutelare. Secondo i sindacati, i posti di lavoro a rischio per il prossimo anno nel pubblico impiego (escludendo il mondo della scuola) sono in totale ben 150mila. Per questo, Cgil, Cisl e Uil hanno già annunciato una mobilitazione, nel caso in cui l'esecutivo non sarà capace di salvaguardare per intero questo nutrito esercito di precari.

Secondo le stime dell'Aran (l'agenzia nazionale del pubblico impiego), i dipendenti statali con un contratto flessibile sono oggi in totale circa 317mila. Tra questi, ben 203mila operano però nell'università e nella scuola (e sono dunque esclusi dagli attuali provvedimenti del governo). Il numero delle persone da salvaguardare non dovrebbe quindi oltrepassare le 114mila unità, di cui il 76% è rappresentato da impiegati con il contratto a termine, mentre il restante 24% si divide tra lavoratori socialmente utili e gli assunti con contratto di somministrazione o di formazione e lavoro (che un tempo esisteva anche nel settore privato e che invece oggi sopravvive soltanto nella Pa). Quasi il 60% delle assunzioni precarie del pubblico impiego si concentra negli enti locali, per lo più nel settore dei servizi sociali e assistenziali.

PA: LA PROROGA DEI CONTRATTI

Per risolvere temporaneamente il problema, nel maggio scorso il governo ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre prossimo i contratti di assunzione in scadenza nella Pa, riservandosi di trovare una soluzione definitiva prima dell'autunno. L'esecutivo è infatti intenzionato e mettere in cantiere il decreto ideato dal ministro della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione, Gianpiero D'Alia. Nello specifico, la soluzione ideata dal governo prevede che il 50% dei posti nei concorsi pubblici banditi fino al 2015 sia destinato agli statali più a rischio, cioè quelli assunti oggi con un contratto a termine che ha superato la durata di 3 anni negli ultimi 5 (cioè il limite massimo). Inoltre, se un ente pubblico ha in programma di effettuare dei concorsi nei prossimi due anni, potrà anche prorogare oltre la scadenza massima triennale i contratti a termine già in essere. Secondo le stime più diffuse, queste norme dovrebbero consentire la stabilizzazione di almeno 50mila impiegati precari, sui 150mila stimati da Cgil Cisl e Uil. Proprio per questa ragione, i sindacati chiedono ancora al governo uno sforzo maggiore.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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