Pensioni, tutti i modi per averle prima dei 67 anni
MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA
Economia

Pensioni, tutti i modi per averle prima dei 67 anni

Assegno anticipato, Ape e assegno contributivo. Le regole che consentono di congedarsi dal lavoro attorno a 60-63 anni

In pensione a 67 anni. E’ la prospettiva che attende molti italiani dal 2019 in poi, quando l’età dell’assegno di vecchiaia salirà ancora di qualche mese, per adeguarsi alle cresciute aspettative di vita della popolazione. 

I sindacati e diverse forze politiche, in primis il Partito Democratico di Matteo Renzi, spingono per bloccare l’età della pensione di vecchiaia ai livelli attuali, cioè a 66 anni e 7 mesi, ma le loro richieste saranno accontentate soltanto parzialmente, esentando dall'innalzamento anagrafico alcune categorie di lavoratori come le maestre d'asilo e chi fa mestieri pesanti come i gruisti, i facchini e gli operatori ecologici.  

Occorre ricordare, però, che già oggi c’è la possibilità di ritirarsi dal lavoro molto prima  dei 67 anni di età, grazie a  tre forme distinte di pensionamento: quello anticipato, quello contributivo e l'Anticipo Pensionistico  istituito dal governo Renzi. Ecco, di seguito, una panoramica di come funzionano. 

Pensione anticipata

Si tratta di una forma di pensionamento istituita con la Legge Fornero del 2011 e che scatta non appena il lavoratore raggiunge una determinata quantità di contributi versati, indipendentemente dall’età. Per gli uomini, occorrono attualmente 42 anni e 10 mesi di carriera, mentre per le donne la finestra di uscita è fissata un anno prima, a 41 anni e 10 mesi. Nel 2019, in seguito all’adeguamento alle aspettative di vita della popolazione, le soglie della pensione anticipata saliranno sopra i 42-43 anni. 

Dunque, chi ha iniziato a lavorare molto presto e ha avuto una carriera  senza periodi di disoccupazione, già oggi più in teoria mettersi a riposo prima di molti altri suoi colleghi. Se i primi contributi  sono stati versati prima dei 18 anni di età, per esempio, la pensione anticipata scatta a 60-62 anni


Pensione contributiva anticipata

E’ una forma di pensionamento di cui si parla poco e che probabilmente molti italiani non conoscono. Consente di andare in pensione con 63 anni e 7 mesi di età  a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e ha alle spalle almeno 20 anni di carriera.  Può tuttavia avvalersi di questa facoltà,  soltanto chi riesce a maturare un assegno pari a 2,8 voltre il trattamento minimo (corrispondenti a 1.400 euro lordi mensili). 

Chi ha iniziato la carriera prima del 31 dicembre 2015 non può avere la pensione contributiva anticipata, a meno che non scelga di portare tutta  la propria contribuzione dentro la Gestione Separata, un fondo dell’Inps a cui sono iscritte anche diverse categorie di lavoratori autonomi e i parasubordinati. 

Va ricordato però che chi opta per questa forma di pensionamento avrà un assegno calcolato interamente con il poco vantaggioso metodo contributivo, cioè non in base alla media degli ultimi stipendi ma in proporzione alla quantità di contributi versati nel corso di tutta la carriera. 

Ape Social e Ape Volontaria 

Ultima possibilità per congedarsi dal lavoro prima dei 67 anni è rappresentata dall’accesso all’Ape, l’anticipo pensionistico istituito dal governo Renzi nel 2016, ma di fatto non ancora partito ufficialmente. 

Chi usufruisce dell’Ape può congedarsi dal lavoro una volta compiuti i 63 anni di età. Esistono due versioni dell’Anticipo Pensionistico. Il primo è l’Ape Social, che partirà dal 25 ottobre ed è riservato ad alcune categorie particolarmente disagiate (i disoccupati e chi ha redditi molto bassi ). 

Poi c’è l’Ape volontaria, che verrà istituita soltanto nel 2019 (in  forte ritardo rispetto al previsto). Consente di andare in pensione a 63 anni attraverso un prestito previdenziale garantito dallo Stato. In pratica, una banca o una finanziaria anticipa al lavoratore le rate di pensione che gli mancano prima di compiere 66 anni e 7 mesi

Poi, una volta raggiunta questa soglia di età, il beneficiario dell’Ape Volontaria restituirà la somma presa a prestito nell’arco di 20 anni, con una trattenuta sull’assegno Inps come fosse la rata di un mutuo.  


Per saperne di più:

  • Chi può beneficiare dell'Ape Social
  • Ape, perché l'assegno rischia di essere troppo basso
  • Ape, le date da ricordare
  • L'anticipo pensionistico, come funziona
  • Ape volontaria, come si calcola l'assegno
  • L'elenco completo dei lavori usuranti

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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