Pensioni di reversibilità, quanto costa darle alle coppie gay
Stefao Porta/Ansa
Economia

Pensioni di reversibilità, quanto costa darle alle coppie gay

Un gruppo di statistici valuta una spesa per lo Stato di pochi milioni di euro. Ancora polemiche su un possibile taglio degli assegni alle future vedove

Tagliare le pensioni di reversibilità alle vedove e ai vedovi, per darle invece alle coppie gay grazie all'approvazione delle unioni civili. E' l'accusa che viene rivolta oggi al governo Renzi che, con il disegno di legge sulla povertà, vuole attuare una revisione di molti trattamenti previdenziali oggi erogati in Italia, legandoli all'Isee, un indicatore che misura la reale ricchezza della famiglia, tenendo conto di diversi fattori: non soltanto dei redditi ma anche del patrimonio di cui dispone.




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Con l'approvazione del ddl Cirinnà, invece, i trattamenti di reversibilità (oggi riconosciuti a chi perde la moglie o il marito) verrebbero estesi anche alle coppie dello stesso sesso. Ma quanto costerebbe alle casse dello stato un provvedimento del genere? In realtà non molto, appena un milione di euro all'anno, almeno secondo i calcoli di quattro studiosi di scienze statistiche che hanno pubblicato le loro conclusioni nel sito LaVoce.info. Si tratta Claudio Capocchi, Carmine Ciocca, Maria Flora Salvatori e Giovanna Sini che, per effettuare le loro stime, sono partiti dall'analisi di quanto è avvenuto in altri paesi, dove le unioni civili per le coppie gay sono riconosciute giuridicamente da almeno 10 o 15 anni.


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In particolare, il team di collaboratori de LaVoce ha puntato i riflettori sulla Francia e sulla Germania, che hanno una popolazione uguale o superiore a quella dell'Italia. Sul suolo francese, dove le coppie omosessuali sono state tutelate per la prima volta nel 1999 con i Pacs, ci sono in totale circa 5.700 unioni gay ogni anno, per un “stock” complessivo di circa 86mila coppie dello stesso sesso riconosciute (dati aggiornati al 2011, cioè a 12 anni di distanza dall'entrata in vigore dei Pacs). La Germania, che ha una popolazione molto più alta della Francia, ha invece un numero assai più basso di coppie gay unite civilmente: circa 30mila in tutto (sempre secondo i dati nel 2011, cioè a oltre 10 anni di distanza dal riconoscimento giuridico delle coppie di fatto tedesche).


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Se anche in Italia entrassero in vigore le unioni civili e seguissero lo stesso trend che hanno avuto Francia, entro il 2030 ci sarebbero 84mila coppie gay coniugate, con il diritto a percepire la pensione di reversibilità. Se invece la realtà italiana fosse più simile a quella della Germania, dove le unioni civili sono in numero inferiore, si avrebbero meno di 25mila coppie gay riconosciute entro il 2030. Non moltissime, insomma, almeno secondo gli editorialisti de LaVoce.


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Tenendo conto dei tassi di mortalità della popolazione, i quattro studiosi sono dunque passati a stimare la spesa potenziale per lo Stato italiano, nel caso di estensione delle pensioni di reversibilità anche alle coppie dello stesso sesso. Se la realtà del nostro paese fosse più simile alla Francia, l'onere per il bilancio pubblico sarebbe di appena 1 milione di euro all'anno, con una crescita potenziale a regime fino un massimo di 44 milioni. Ipotizzando uno “scenario tedesco” con molte meno unioni civili esistenti, la spesa potrebbe invece essere ridotta a soli 300mila euro. Si tratta una goccia nel mare rispetto ai circa 24 miliardidi euro che oggi l'Inps sborsaogni 12 mesi per pagare 3 milioni dipensionati che hanno la reversibilità alle vedove, ai vedovi o ai figli superstiti. E si tratta pure di una cifra di molto inferiore ai costi ipotizzati qua e là da chi si oppone alle unioni civili.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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