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FRANCO SILVI/ANSA
Economia

Occupazione, com'è oggi e com'era nel 2008

Il numero di italiani che lavorano è al massimo storico ed è tornato ai livelli pre-crisi. Ma sono ancora tanti i problemi da risolvere

Circa 23,2 milioni in totale. E’ il numero degli occupati in Italia (cioè delle persone che hanno un lavoro), che ad aprile hanno toccato il record storico, superando i livelli raggiunti nel 2008, prima della crisi economica. 

Dunque, anche se nel nostro Paese l’economia non viaggia proprio col turbo e probabilmente è in fase di rallentamento, il mercato del lavoro continua a dare segnali positivi. Certo,  la disoccupazione è ancora all’11,2%, sopra la media europea, e nel mese scorso è rimasta stabile, senza scendere. Inoltre, resta alto il tasso dei senza lavoro tra i giovani con meno di 25 anni (oltre il 33%). 

Dunque, viene da chiedersi, i dati dell’occupazione del 2018 sono migliori o peggiori rispetto a quelli di dieci anni fa, quando la crisi non aveva manifestato ancora i propri effetti? Non è facile dare una risposta univoca, perché si possono fare analisi diverse a seconda dei dati presi in considerazione. Nel 2008, per esempio, i dipendenti a tempo determinato, cioè i precari, erano circa 2,3 milioni, oltre 600mila in meno rispetto ai 2,97 milioni di oggi. 

Meno autonomi

Dieci anni fa c’erano più dipendenti a tempo indeterminato, anche se la differenza non è abissale: i contratti stabili erano poco più di 15 milioni nel 2008 e sono circa 14,87 milioni oggi. Nel complesso, la quota di precari sul totale degli occupati è oggi attorno al 12% mentre prima della crisi era al 10%. C’è dunque un incremento dei contratti a termine, anche se in percentuale non elevatissima. 

Va ricordato, però, che tra il 2008 e il 2018 si è registrata invece una notevole diminuzione del numero di lavoratori autonomi: erano quasi 6 milioni 10 anni or sono  mentre oggi sono 5,35 milioni, 600mila in meno. Si tratta di un dato non trascurabile poiché spesso nell’alveo del lavoro autonomo si sono nascosti dei rapporti precari, tra collaborazioni coordinate e continuative e false partite iva (cioè liberi professionisti che lo sono solo sulla carta, in quanto operano per una sola azienda committente che li costringe a rispettare determinati orari). 

Tirando le somme, è difficile dire se il mercato del lavoro di oggi stia meglio rispetto a quello di 10 anni fa. L’unica cosa certa è che restiamo purtroppo agli ultimi posti in Europa. La nostra quota di occupati è infatti pari a poco più del 58%, contro una media continentale di circa il 70%. Il numero di italiani che lavorano sarà pure massimo storico, insomma, ma la strada da fare è ancora moltissima. 

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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