Lavorare all'estero, dieci cose a cui pensare prima di partire
Economia

Lavorare all'estero, dieci cose a cui pensare prima di partire

Mi piacerà davvero il nuovo lavoro? Dove abiterò? Chi pagherà per il trasferimento? E molto di più

Trasferirsi per lavoro. Una scelta non semplice, ma che rischia di presentarsi almeno una volta nella vita, specie in tempi di elevata mobilità del personale. Può essere un trasferimento in Italia, in Europa o anche più lontano: basti pensare alla ripresa della crescita del numero di chi decide di ricominciare daccapo in Australia.

Il dilemma che si pone quando arriva un’occasione del genere è di quelli più difficili da gestire. MyMove , una società che offre online servizi a chi cambia città, ha provato a rendere più semplice la scelta predisponendo un prontuario di domande da farsi prima di compiere il grande passo. Ne abbiamo selezionate dieci tra le più rilevanti e intriganti.

1) Mi piacerà davvero il mio nuovo lavoro? Se ci si trasferisce per motivi occupazionali, è bene che il nuovo lavoro piaccia, e molto. Altrimenti, le inevitabili difficoltà del cambiamento potrebbero pesare psicologicamente troppo.

2) Dove abiterò? Specie se ci si sposta all’estero, è bene sapere che tipo di ambiente urbano ci aspetta e se ci sapremo adattare. Pensare di trasferirsi a Shanghai e sperare di trovare vicoli e piazze come in un borgo italiano sarebbe poco sensato, ad esempio.

3) Chi pagherà le spese di trasferimento? Traslocare costa. Se il nuovo lavoro non consente un incremento di reddito sostanziale, potrebbe non valerne la pena.

4) Quale sarà il costo della vita nella mia nuova città? Anche qualora ci sia prospettato un buon aumento di stipendio, è bene riflettere su quali saranno le nostre spese. Trasferirsi in una città molto cara potrebbe non convenire.

5) Nella nuova città è facile stringere nuove amicizie? Non esiste solo il lavoro: una buona opportunità di carriera non dovrebbe mettere a repentaglio la possibilità di costruire relazioni sociali, che sono il sale della vita.

6) Che ne pensa il mio partner? I miei figli avranno buone opportunità? Se condividiamo la nostra vita con qualcuno, prima di prendere una decisione così importante dobbiamo pensare anche a lei/lui. Potrà adattarsi? Saprà trovare un nuovo impiego? Avrà modo di dedicarsi alle sue passioni e ai suoi interessi. Lo stesso vale per i figli: le scuole in cui si studia sono il seme di quello che la vita offrirà domani e non possiamo trascurare il futuro dei nostri piccoli, ovviamente.

7) A che cosa sto rinunciando? Un vecchio adagio recitava: chi lascia la via vecchia per quella nuova sa quel che lascia, ma non quel che trova. Valutiamo bene cosa rischiamo di perdere, per non pentircene quando sarà troppo tardi.

8) Sono una persona predisposta al cambiamento? Non tutti sono portati a sterzare dal percorso che sta seguendo la loro esistenza. Essere di fronte a una scelta importante può anche aiutare a conoscere meglio se stessi.

9) Ho un piano di riserva? Anche se pianifichiamo tutto alla perfezione e se siamo convinti di aver fatto la scelta giusta, qualcosa può sempre andare storto. Teniamoci pronti.

10) Sarò felice? È la domanda decisiva, che riassume tutte le altre. La famiglia, gli amici, il lavoro, i soldi: tutto concorre a costruire la nostra felicità. Se trasferirci ci renderà infelici, forse sarebbe meglio ricredersi. 

 

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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