Jobs Act, cinque cose da sapere
Roberto Antimiani Ftj/Ansa
Economia

Jobs Act, cinque cose da sapere

Presentato il disegno di legge delega per la riforma del lavoro del governo Renzi. Ma ci vorranno mesi prima di vederlo a regime

Due capitoli e sei soli articoli. Si compone così la nuova legge-delega del governo Renzi per riformare il mercato del lavoro, che inizia il suo percorso in Parlamento approdando al Senato. Nuovi contratti, possibilità di istituire un salario minimo, estensione degli ammortizzatori sociali, maggiori tutele per la maternità e la creazione di una Agenzia nazionale del lavoro che si occuperà di lotta alla disoccupazione: sono questi i pilastri della riforma, che tuttavia avrà bisogno di un bel po' tempo per entrare a regime. Il governo, infatti, chiederà al Parlamento di avere una delega per legiferare nello specifico su ogni singolo argomento, entro i prossimi sei mesi. Poi, tra regolamenti attuativi di vario genere, è probabile che tutte le novità contenute nella riforma si trasformeranno in realtà nel corso del 2015. Ma ecco, nello specifico, i principali punti della legge.

IL JOBS ACT DI MATTEO RENZI

CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI

Dal prossimo anno, potrebbe debuttare il contratto a tutele crescenti. Si tratta di un'assunzione a tempo indeterminato che, per i primi tre anni, non prevede le protezioni contro i licenziamenti stabilite dall'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Per 36 mesi, il dipendente lasciato a casa senza una giusta causa non avrà mai diritto a essere reintegrato nell'organico dell'azienda ma soltanto a un risarcimento in denaro. Dal quarto anno in poi, invece, scatteranno le protezioni previste per tutti gli altri lavoratori con maggiore anzianità. L'introduzione del contratto a tutele crescenti, dice il testo della legge-delega, potrebbe avvenire inizialmente in via sperimentale, dopo aver consultato le parti sociali (cioè con la concertazione governo-sindacati). Inoltre, non si esclude neppure l'eliminazione di alcuni contratti di lavoro precari o flessibili oggi esistenti, che possono risultare in contrasto con le nuove forme di assunzione create dal governo.

SALARIO MINIMO

Nel testo della legge, si ipotizza anche l'introduzione di un salario minimo orario per tutti i rapporti di lavoro dipendente. Anche in questo caso, però, vi sarà prima una consultazione delle parti sociali, per ascoltare le loro proposte.

AMMORTIZZATORI SOCIALI

Per il sostegno a chi perde il lavoro, il governo prevede uno snellimento della cassa integrazione, riducendo le procedure burocratiche ma anche impedendo l'accesso a questo strumento, quando c'è stata la cessione di un ramo d'azienda o quando non sono stati presi in considerazione strumenti alternativi, come la riduzione dell'orario di lavoro per salvaguardare il numero di posti esistenti nell'impresa. Contemporaneamente, è prevista l'estensione dell'Aspi, cioè del sussidio alla disoccupazione, anche a chi è assunto con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Non si fa invece riferimento, come sembrava in un primo momento, alle false partite iva, cioè ai lavoratori autonomi che operano di fatto per una sola azienda, con forti vincoli di subordinazione. Riguardo all'Aspi, si prevede anche l'estensione della durata del sussidio per i dipendenti con maggiore anzianità contributiva. Inoltre, al termine dell'erogazione dell'indennità, si ipotizza l'introduzione di un sostegno per quei lavoratori rimasti ancora disoccupati, che presentano una situazione economica disagiata (è una contenuta già nel progetto del reddito di inclusione sociale, elaborato nei mesi scorsi dal governo Letta).

MATERNITA'

Con la legge-delega, il governo vuole estendere i sostegni alla maternità a tutte le categorie lavoratrici che oggi sono scoperte, oltre ad accrescere il numero di posti negli asili nido, anche attraverso le collaborazioni pubblico-privato e gli incentivi alle scuole per l'infanzia aziendali. Inoltre, è previsto l'introduzione di un tax credit (credito d'imposta) per favorire l'accesso al lavoro delle lavoratrici-madri con redditi bassi.

L'AGENZIA PER IL LAVORO

Verrà creata, senza oneri aggiuntivi per lo stato, un Agenzia nazionale per il lavoro, che avrà competenze in materia di gestione degli ammortizzatori sociali, cioè dell'Aspi, e si occuperà del reinserimento nel mondo produttivo dei disoccupati. Nelle politiche per il reimpiego, è prevista la collaborazione con soggetti privati e il coinvolgimento dei sindacati, per stabilire le funzioni e le linee d'azione della nuova Agenzia.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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