Smartphone generica
Georgijevic @iStock (2018)
Economia

Ferie estive: occhio al "burnout", la sindrome da iperconnessione

Gli esperti di Hays mettono in guardia dal rischio di stress dovuto all'eccesso di attività online correlate al lavoro flessibile

Anche in vacanza il rischio di non riuscire a staccare la spina, restando "iperconnessi", è in agguato. Complice il crescente impatto delle tecnologie più avanzate che sta influenzando i moderni ecosistemi lavorativi. E, secondo quanto riportato dall’Hays Journal, i manager aziendali devono prestare particolare attenzione al corretto equilibrio tra vita lavorativa e sfera privata dei propri collaboratori se vogliono evitare che la crescente epidemia di burnout (sindrome di esaurimento emotivo) si espanda a macchia d’olio.

Grazie alla tecnologia sempre più presente nella quotidianità, negli ultimi anni gli ambienti di lavoro sono diventati flessibili: i dipendenti, infatti, possono lavorare ovunque e in orari che, fino a poco fa, erano considerati come non centrali o poco produttivi.

Tuttavia, la cultura del perennemente connesso e sempre raggiungibile ha sviluppato in alcuni professionisti una costante sensazione di stress, dovuta alla continua lotta per ritagliare dalle ore di lavoro i propri spazi.

L'altra faccia del lavoro flessibile

"Le aziende hanno approfittato degli ultimi ritrovati tecnologici, offrendo ai propri dipendenti modalità di lavoro più smart e flessibili - afferma Carlos Manuel Soave, Managing Director di Hays Italia - e i professionisti hanno accolto questa nuova opportunità con grande slancio ed entusiasmo. C’è però - avverte - un rovescio della medaglia: con device sempre online e una reperibilità spalmata sull’arco dell’intera giornata, è cresciuto notevolmente il volume di chi soffre o ha sofferto di vere e proprie crisi burnout: una parola di origine anglosassone sinonimo di esaurimento o crollo che indica chiaramente una condizione di eccessivo stress”.

Secondo una ricerca condotta da Willis Towers Watson, il 42% dei professionisti intervistati dichiara di aver sofferto di un forte stress o di problemi di salute mentale, e ben 1 su 3 incolpa il lavoro di avere un impatto negativo sul proprio equilibrio mentale.

Il motivo per cui ben il 41% non ne ha fatto parola con nessuno in ufficio è per il timore di veder compromesse le proprie possibilità di fare carriera. Infine, il 38% non ne parla perché ritiene che colleghi e superiori non sarebbero in grado di capire. Ma quali sono i sintomi più comuni della sindrome burnout? Eccoli elencati nell’ultimo nell’Hays Journal: eccesso di cinismo al lavoro; scarsa energia e insufficiente produttività; mancanza di soddisfazione una volta raggiungenti gli obiettivi prefissati; svogliatezza; cambiamento nelle abitudini del sonno o nell'appetito; mal di testa, mal di schiena o altri dolori fisici.

Gli esperti Hays hanno inoltre stilato una serie di suggerimenti e idee che i manager dovrebbero seguire per scongiurare o contrastare l’insorgere della sindrome burnout. Eccoli, punto per punto.

Qualità vs quantità

Rendere consapevoli i propri collaboratori che i migliori risultati non dipendono dalla quantità di ore lavorate ma dall’impegno profuso. Il presenzialismo fisico (o virtuale) è il più delle volte superfluo.

Valutare gli straordinari

Se le ore di lavoro straordinarie sono anormalmente alte, è forse giunto il momento di assumere un nuovo professionista, alleggerendo così il team.

Meritato riposo

E' bene assicurarsi che i professionisti che lavorano in modalità flessibile si prendano il loro periodo di ferie per ricaricarsi.

Rivedere la cultura aziendale

Al primo posto dovrebbero esserci sempre il benessere dei dipendenti, compresa la loro salute mentale e fisica.

Policy no-mail

Per scongiurare una crisi dovuta all’eccessivo stress, è altamente consigliata una policy "no mail" al di fuori degli orari di lavoro standard. Ad esempio, una nota casa automobilistica tedesca ha impostato i propri server in modo da inibire l’invio dei messaggi di posta elettronica dei dipendenti fuori dell'orario di lavoro. In Francia, invece, i lavoratori hanno il diritto di "scollegarsi": le aziende con più di 50 dipendenti sono tenute a stendere un documento che indichi le ore in cui il personale non dovrebbe inviare o rispondere a messaggi di posta elettronica.

Porre dei confini

Assicurarsi che chi lavora in modalità flessibile, imposti chiaramente in quali orari non sarà disponibile.

Individuare i sintomi

Un buon capo deve sapere aiutare i propri collaboratori, individuando per primo i segni di stress o di burnout nei vari team di lavoro. - Accesso al supporto: avere ben chiari quali sono i programmi di assistenza e i servizi di supporto disponibili per i dipendenti che stanno attraversando una crisi o un esaurimento è fondamentale per garantire un aiuto efficace in caso di necessità.

I più letti

avatar-icon

a cura di LABITALIA/ADNKRONOS