Esodati: caro Treu, esistiamo ancora
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Economia

Esodati: caro Treu, esistiamo ancora

Lettera aperta di chi è rimasto senza pensioni e senza lavoro, contro il commissario straordinario dell'Inps

Il signor Fabio Marzola di Treviso è riuscito finalmente a ottenere il diritto alla pensione. Ma non passerà un Natale felicissimo. A lasciargli l'amaro in bocca prima delle festività, sono state le dichiarazioni rilasciate dal commissario straordinario dell'Inps, Tiziano Treu, in una recente intervista a Radio 24. “Gli esodati non esistono più”, ha detto in sostanza Treu, facendo intendere che quasi tutti i problemi creati nel 2011 dalla riforma previdenziale del governo Monti, quella che porta la firma dell'ex-ministro Fornero, sono ormai definitivamente alle spalle.


Esodati, perché il problema non è risolto


In realtà, il signor Fabio di esodati ne conosce personalmente ancora a centinaia, se non a migliaia. Sono quei lavoratori che nel 2011, prima che arrivasse la riforma Fornero, avevano sottoscritto un accordo con la propria azienda per mettersi in mobilità o che erano stati autorizzati a versare volontariamente i contributi previdenziali, in vista di un pensionamento che sarebbe arrivato dopo pochi anni. E invece, al posto dei tanto agognati assegni dell'Inps, per questi lavoratori è piombata dal cielo la legge Fornero, che ha spostato di colpo in avanti l'età della pensione, rendendo di fatto inutili quegli accordi firmati per mettersi in mobilità o per versare volontariamente i contributi. Del resto, la storia degli esodati e ormai nota da tempo e i governi di Monti e Letta, prendendo atto del problema, hanno cercato più volte di correre ai ripari. Come? Semplicemente consentendo a chi è rimasto senza lavoro e senza pensione di mettersi a riposo con le vecchie regole, precedenti alla riforma del governo Monti.


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Di queste tutele, finora, hanno beneficiato circa 170mila persone che, prima della legge Fornero, avrebbero maturato il diritto alla pensione entro la fine del 2015. E tra questi ex-lavoratori c'è anche il signor Fabio che, tuttavia, ha deciso comunque di mandare una lettera aperta al governo e a tutti i 945 parlamentari della Repubblica, per dire a gran voce che il problema degli esodati non è affatto risolto e che non può essere liquidato così, con un'intervista alla radio del commissario straordinario dell'Inps. Mentre sono stati salvaguardati i lavoratori che maturavano il diritto alla pensione entro il 2015, infatti, restano ancora privi di qualsiasi tutela quelli che invece avrebbero dovuto mettersi a riposo dal 2016 in poi. “Si tratta”, scrive l'ex-esodato trevigiano, “di almeno 49.500 persone, esseri umani, cittadini ed elettori del nostro paese”. Questa stima sul numero degli esodati, ricorda Fabio, non arriva da qualche comitato di aspiranti pensionati ma è stata elaborata tempo fa dallo stesso istituto nazionale della previdenza, in un documento ufficiale.


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Senza dimenticare, poi, i numeri circolati nel 2011 che inizialmente calcolavano la presenza di oltre 350 mila italiani rimasti beffati dalla riforma Fornero e che rischiano di rimanere senza reddito entro il 2018. Non a caso, girando sulla rete di internet, si trovano ancora le sigle di decine di comitati di esodati, di diversi settori e di diverse città della Penisola. Ci sono per esempio gli esodati bancari, quelli postali, gli ex-dirigenti esodati, gli esodati di Roma, gli esodati di Milano, quelli di Parma, il comitato degli esodati di Napoli, e così via sino ad arrivare ai contributori volontari, cioè quei lavoratori che hanno versato i soldi all'Inps spontaneamente, proprio per raggiungere la soglia del pensionamento con le vecchie regole. Molti di loro, se potessero tornare indietro e ragionare con il senno di poi, di sicuro non pagherebbero più neppure un centesimo.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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