Come fare per...lavorare negli Stati Uniti
Economia

Come fare per...lavorare negli Stati Uniti

Tirocini, visti, competenze e forti legami con l'Italia: ecco cosa serve per trovare un impiego in America

Lavorare negli Stati Uniti? Certo, in tempi di stasi del mercato del lavoro a molti sarà venuto in mente di varcare i confini nazionali e tentare di fare fortuna all'estero. E quale miglior destinazione se non il Paese delle opportunità e dei self-made-men, gli Stati Uniti d'America? Ormai, però, l'epoca degli emigranti che s'imbarcavano su piroscafi transatlantici con una valigia di cartone e si sottoponevano all'umiliante selezione di Ellis Island è terminata, e andare a lavorare a New York, Boston o Chicago è un'impresa molto più veloce e semplice, sempre che si abbiano i requisiti richiesti dalla legislazione nordamericana e si sia in grado di superare la feroce batteria di controlli burocratici all'ingresso.

Le opzioni per ottenere un permesso di lavoro e trasferirsi per un po' di là dell'Atlantico sono essenzialmente due. La prima è quella di effettuare un breve tirocinio per apprendere nuove competenze professionali (da quelle parti il tirocinio è formativo e non maschera lavoro sottopagato); la seconda è quella di trovare un impiego temporaneo.

Partiamo dall'ipotesi di impiegarsi come stagista. La parte più difficile è quella di trovare un datore di lavoro americano (anche se, essendo possibili programmi di tirocinio gratuito, forse le imprese potrebbero essere ben disposte).  Poi, vi occorrerà un visto di tipo "J", e per averlo dovrete dimostrare ai funzionari dell'Ambasciata o del Consolato USA di avere disponibilità finanziarie sufficienti a far fronte a tutte le spese necessarie per il periodo di soggiorno (oppure che il vostro "sponsor" sia pronto a coprirle), oltre che di avere un livello d'istruzione idoneo ai compiti che avrete. Dovrete anche dimostrare di possedere forti legami con l'Italia, che non avete intenzione di abbandonarla e che vi recate negli Stati Uniti per un periodo temporaneo - in altre parole, dovrete dimostrare di essere interessati solo al vostro tirocinio e non a emigrare definitivamente.

L'altra possibilità, come dicevamo, è quella di trovare un lavoro a tempo determinato. Se non rientrate nella categoria degli artisti di riconosciuta fama o in quella degli atleti, le cose possono farsi difficili: dovrete infatti trovar un impiego stagionale, dedicandovi all'agricoltura (e ottenendo il visto di tipo "H-2A"), oppure essere uno delle poche migliaia di fortunati che si accaparrano un visto di tipo "H-2B". Per averlo, bisogna oltrepassare una doppia trafila. Innanzitutto, il vostro datore di lavoro deve vedersi assegnare un posto delle poche migliaia che ogni anno rientrano nelle quote messe a disposizione dal governo americano - quest'anno sono 66mila, poche se pensiamo al numero di persone in tutto il mondo che ambiscono a un lavoro anche temporaneo negli Usa. Poi, toccherà a voi provare di possedere i requisiti di idoneità prescritti dalla Legge di Immigrazione e Nazionalità, che sono stati resi ancor più ferrei dalle norme per la protezione della sicurezza del suolo americano adottate dopo l'inizio della guerra al terrorismo internazionale.

Insoma, per chi vuole trasferirsi in fretta la strategia di candidarsi per uno stage è certamente più efficace. Ma chi vuole un po' di sicurezza in più deve assolutamente puntare su un impiego a tempo determinato. Più difficile da ottenere ma ben più stabile in un'ottica di medio periodo.

I più letti

avatar-icon

Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

Read More