Come fare per lavorare in Australia
Economia

Come fare per lavorare in Australia

Inglese, flessibilità e precisione: ecco cosa serve per fare fortuna

Che sia una questione di moda o di reali opportunità non importa. Fatto sta che l'Australia si è conquistata in pochissimo tempo più di un primato. Quello del migliore Paese al mondo dove vivere (OCSE), quello di seconda nazione al mondo in cui conviene far nascere i propri figli (The Economist), e quello di Paese meglio rappresentato nella classifica delle città più vivibili del pianeta. Con Melbourne al primo posto, Adelaide al sesto, Sydney al settimo e Perth al nono. Non solo: con un tasso di crescita poco inferiore al 4%, una disoccupazione al 5,2% e un salario medio annuo di 37.500 euro, l'Australia può ormai essere considerata a tutti gli effetti la nuova America per gli aspiranti migranti.

Ecco perché vale la pena capire quali opportunità offre ai giovani italiani in cerca di un futuro meno precario e ai meno giovani che sognano un'esperienza lavorativa riqualificante all'estero. Perché nonostante i numeri siano incoraggianti (solo nel 2012 il Dipartimento di Immigrazione australiano ha rilasciato circa 65 mila visti a cittadini italiani, per la maggior parte sotto i trent'anni di età), trovare lavoro down under non è così scontato.

Per tre motivi: le difficoltà linguistiche, la dura selezione all'entrata (gli australiani tendono a concedere visti di lavoro solo nei settori in cui la carenza di domanda a livello nazionale è documentata, pur rimanendo flessibili e pronti a modificare annualmente le quote per categoria), e la tendenza a considerare come particolarmente qualificante qualsiasi precedente esperienza "sul territorio".

Agli stranieri intenzionati a trasferirsi in Australia i cacciatori di teste locali raccomandano di perfezionare la loro conoscenza dell'inglese ancora prima di iniziare a cercare un impiego. Indipendentemente dalle aspirazioni dei candidati, infatti, nessuno assegnerà mai un incarico a chi non dimostra di possedere una conoscenza almeno elementare della lingua nazionale.

Altri errori da non commettere sono: non iniziare la ricerca con troppo anticipo. Le selezioni in Australia sono veloci, e i datori di lavoro non sono disposti ad aspettare mesi prima di vedere il neo-assunto all'opera. Non puntare troppo in alto. In una nazione in cui l'esperienza in loco vale moltissimo, bisogna rassegnarsi ad aspettare almeno un anno per ottenere incarichi particolarmente presigiosi o qualificanti. Non farsi ingannare dai redditi lordi. Perché con aliquote medio-basse come quelle australiane, il confronto con i salari percepiti in patria va fatto prendendo come parametro di riferimento l'incasso netto.

E' consigliabile, invece, familiarizzare con le procedure di immigrazione prima di iniziare a rispondere agli annunci. E magari anche richiedere un visto. Per il datore di lavoro è determinante avere la certezza che i potenziali candidati stiano per trasferirsi in Australia e che lo facciano rispettando la legge. Dimostrare di saper impostare lettere di presentazione e curricula seguendo gli standard australiani è un altro asset da non sottovalutare.

Per chi ha meno di trent'anni, però, è tutto molto più facile. Perché ai più giovani Canberra offre l'opportunità di entrare nel Paese con un Working Holiday Visa. Un documento che autorizza chi lo ottiene a viaggiare, studiare (fino a massimo 17 settimane), e lavorare a tempo pieno (per non più di sei mesi per lo stesso datore di lavoro). Garantendo addirittura una copertura sanitaria gratuita per i primi 180 giorni di permanenza in Australia.

Se siete già pronti per mettervi a cercare un nuovo lavoro, vi consigliamo di non limitarvi a consultare i siti tradizionali ma di scaricare la App My Career e di consultare JobAdvisor, un sito in cui i lavoratori possono descrivere pregi e difetti dei superiori che li hanno assunti. Infine, a chi non si fosse ancora convinto suggeriamo di dare un'occhiata a quelli che proprio ieri il governo australiano ha pubblicizzato come i "sei lavori da sogno": avventura e divertimento assicurati, in cambio di un compenso a dir poco sbalorditivo.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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