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Guang Niu/Getty Images
Economia

Cina: reddito di cittadinanza finanziato col turismo

Alloggio, lavoro, assistenza sanitaria e contributi pensionistici garantiti ai poveri che vivono nelle campagne. Dalle aziende private

Anche la Cina sperimenta il reddito di cittadinanza. Ma lo fa in maniera diversa rispetto all'Occidente, lasciando che sia il turismo a generare i redditi extra per garantire alle famiglie più povere uno stile di vita accettabile.

Più turismo per garantire benessere

Xi Jinping non si stanca mai di ripeterlo: nella Cina del 2020 non ci sarà più spazio per i poveri. E per mantenere l'impegno preso il paese sta sperimentando nuove strategie per riuscire a garantire un minimo di benessere a chi non ne ha.

Nel 2016 il governo ha lanciato la campagna "crescita trainata dal turismo", un'iniziativa che non prende di mira le grandi città ma i villaggi sperduti nelle infinite campagne della Repubblica popolare, e che sostiene il benessere dei singoli nuclei familiari con sovvenzioni che assomigliano molto a quelli che in Occidente chiamiamo redditi di cittadinanza.

Il modello Yayougou

Per capire cosa sta facendo la Cina è necessario spiegare cosa succede nei villaggi coinvolti in questa sperimentazione. Come Yayougou, nella provincia nordorientale dello Shandong. Una realtà di 276 abitanti, in maggioranza poverissimi.

La procedura di intervento è standard: il governo locale si appropria dei terreni e li da in concessione a un'azienda privata che si occupa della realizzazione sia delle strutture turistiche, sia degli alloggi per le famiglie che verranno inevitabilmente sfrattate dalle abitazioni di fortuna in cui vivono adesso. Il primo miglioramento avviene quindi nella fase iniziale dell'investimento, quando agli abitanti del villaggio viene regalata la possibilità di trasferirsi in appartamenti confortevoli. 

Reddito garantito ai più poveri

La versione cinese del reddito di cittadinanza impone un reddito fisso annuale a tutte le famiglie che vivono al di sotto della soglia della povertà, che in Cina equivale a circa 500 dollari al mese, a seconda delle regioni. Non solo: ad ogni cittadino viene garantita un'assicurazione sanitaria di base e un contributo minimo per accumulare fondi per la pensione. Gli over 60 ricevono in più anche una quota fissa che possono utilizzare, ogni mese, per acquistare generi alimentari.

Un reddito di cittadinanza finanziato dalle aziende private

La specificità del modello cinese consiste nel fatto che questi redditi non siano finanziati dallo stato ma dalle aziende private che vanno ad investire nei villaggi per trasformarli in destinazioni turistiche. Ragione che rende il successo di questa strategia di sviluppo cruciale per garantirne la sostenibilità.

Sviluppo e occupazione

Il sistema cinese sembra essere piuttosto efficace anche per quel che riguarda la creazione di posti di lavoro. La costruzione delle nuove infrastrutture richiede mano d'opera, e una volta che attrazioni turistiche, appartamenti, strutture sanitarie, ristoranti e via dicendo sono stati costruiti, servono nuove risorse umane per farli funzionare. I villaggi sono piccoli, e spesso è necessario andare a cercare personale anche nelle località adiacenti.

Un modello sostenibile?

Questa formula di sviluppo è molto conveniente per Pechino, che a fronte di un impegno finanziario medio (le aziende private non dispongono di tutti i fondi necessari per realizzare il progetto, e così chiedono prestiti alle banche di stato), si ritrova con un flusso considerevole di entrate fiscali in più. Quello che non è chiaro è se queste nuove località turistiche verranno effettivamente visitate con regolarità.

Il mercato turistico interno sta crescendo: nel 2016 più di un miliardo e 36 milioni di cinesi hanno organizzato un viaggio nelle campagne. L'atmosfera è rilassante, i tempi di trasferimento minimi, il soggiorno costa poco, e da quanto i servizi hanno iniziato a migliorare è diventato anche molto confortevole.

L'ufficio cinese che si occupa di promozione turistica ha calcolato che nei prossimi 10 anni i flussi di viaggiatori interni arriveranno a coinvolgere tre miliardi di persone, e che il 17 per cento dei poveri di oggi smetteranno di esserlo entro il 2020 proprio grazie all'investimento fatto su questo modello di sviluppo sperimentale.

Anche l'inquinamento stimola il turismo

L'unico rischio è che, se questi villaggi diventeranno troppi, finiranno col perdere appeal. Al momento Pechino sta investendo su mille nuclei rurali. Che invita a pubblicizzare anche come mete d'evasione in cui approfittare di aria salubre, acqua fresca e pulita, e paesaggi mozzafiato. Se passasse il messaggio secondo cui la gita fuori porta può offrire anche vantaggi sul piano della salute allora, forse, Pechino potrebbe davvero sostenere di aver trovato un metodo innovativo per promuovere contemporaneamente l'imprenditorialità locale e il reddito di cittadinanza, tutto all'insegna di un benessere ecosostenibile.

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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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