Ape Volontaria, i tagli all'assegno per chi va in pensione a 63 anni
MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA
Economia

Ape Volontaria, i tagli all'assegno per chi va in pensione a 63 anni

Una decurtazione alla rendita tra il 4 e il 20% circa. Cosa attende chi vuole congedarsi dal lavoro prima del previsto

Per avere le cifre esatte, calcolate al centesimo, bisogna armarsi di pazienza e aspettare ancora un po’. Tuttavia, chi vuole ritirarsi dal lavoro tra i 63 e i 66 anni con l’Ape Volontaria (l’anticipo pensionistico varato ieri dal governo), può fare già oggi delle stime sui tagli che dovrà subire rispetto alla pensione piena, quella che sarebbe maturata in base alle regole previste dalla Legge Fornero (66 anni e 7 mesi).

Il prestito pensionistico

Per capire di quanto verrà decurtata la pensione occorre però fare alcune premesse. Innanzitutto, va tenuto presente che chi usufruisce dell'Ape chiede un prestito a una banca o a un istituto finanziario i quali, seppur indirettamente attraverso l'Inps, anticipano al lavoratore tutte le rate di pensione che gli mancano prima di raggiungere i 66 anni e 7 mesi.

Più lunga e la distanza da questa soglia anagrafica, maggiore sarà l'importo del finanziamento. Il pensionato poi restituirà le somme prese a prestito nell'arco di 20 anni con una trattenuta sugli assegni Inps, come fossero le rate di un mutuo.


Non va dimenticato, tuttavia, che è previsto un tetto massimo per l'importo della somma finanziata, in modo da evitare che la rata non sia troppo alta. Per chi va in pensione un anno prima del previsto, la somma presa a prestito con l'Ape non potrà superare l'85% della pensione piena

Per chi si ritira due anni prima, il tetto massimo è dell'80%. Per chi si mette a riposo 3 anni prima, invece, l'importo del prestito arriva fino al 75% della pensione piena. A parte quest'ultimo dettaglio, però, ciò che interessa di più agli aspiranti pensionati è avere una risposta a questo interrogativo: di quanto vierrà tagliata la pensione piena, avvalendosi dell'Ape?



La risposta dipende appunto da alcune variabili, che il governo deve ancora stabilire nel dettaglio attraverso delle convenzioni con l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) e con l’Ania (la sigla di categoria delle imprese assicurative).

I calcoli

A pesare saranno il tasso d'interesse applicato sul debito (che dovrebbe essere attorno al 3% annuo), il costo di una copertura assicurativa contro il rischio di morte del pensionando e una commissione dell'1,6% sull'importo del prestito che serve per alimentare un fondo di garanzia, con cui lo Stato ripagherà le banche e le finanziarie che erogano i soldi, in caso di eventuali insolvenze.

Tenendo conto di tutti questi fattori, le stime più accreditate parlano di un taglio di quasi il 4-5% alla pensione piena per ogni anno di anticipo del ritiro dal lavoro rispetto alla soglia dei 66 anni e 7 mesi.


Chi va in pensione a 63 anni e 7 mesi, cioè 3 anni prima del previsto, subisce per esempio una decurtazione del 15% che corrisponde a un taglio di 300 euro circa su un assegno di 2mila euro netti al mese e di 225 euro su una rendita di 1.500 euro mensili.

Ritirandosi con due anni di anticipo, invece, la decurtazione scende a circa il 10%, equivalente a un taglio attorno ai 200 euro per un assegno di 2mila euro netti e di 150 euro su una rendita di 1.500 euro.


Non va dimenticato tuttavia un particolare importante: chi accede all’Ape Volontaria usufruisce di un’agevolazione fiscale poiché può detrarre dall’irpef (cioè dalle tasse) gli interessi pagati sul prestito pensionistico e potrà detrarre pure la copertura assicurativa, pagando così meno imposte sull’assegno. Dunque, alla fine, il taglio della pensione potrebbe essere inferiore al 4-20% preventivato.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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