Ape volontaria, come funziona e le cose da sapere
ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Economia

Ape volontaria, come funziona e le cose da sapere

È operativa la piattaforma per la richiesta dei prestiti. Ecco chi può accedervi e mettersi a riposo a 63 anni

È stato posto anche l'ultimo tassello: dal 12 aprile infatti è funzionante la piattaforma informatica che consente lo scambio di dati tra Inps, banche e assicurazioni per avviare i prestiti necessari a finanziare l'Ape Volontaria, l’anticipo pensionistico istituito dal governo Renzi nel 2016 (e rimasto in stand by per molto tempo) e rivolto a chi ha già compiuto 63 anni di età.

Si tratta una soluzione creativa che permette di accedere a un prestito previdenziale per avere in anticipo alcune rate di pensione, da restituire nell’arco di 20 anni una volta compiuti i 66 anni e 7 mesi di età (la soglia anagrafica che, in base alla Legge Fornero, oggi fa scattare il diritto al pensionamento).

Dunque ora può essere richiesta a tutti gli effetti. Ecco di seguito, dunque, tutto quello che c'è da sapere su questo strumento di prepensionamento.

Chi ha diritto all’Ape

Il requisito di base per accedere all'Ape è avere 63 anni di età e 20 anni di contributi versati. E’ importante sottolineare che l’Ape Volontaria non va confusa con la già esistente Ape social (l’anticipo pensionistico riservato ad alcune categorie disagiate come i disoccupati a basso reddito). A differenza dell’Ape social, l’Anticipo pensionistico volontario prevede alcuni tagli all’assegno (che verranno illustrati nei paragrafi seguenti).

Il prestito pensionistico

Il lavoratore che accede all'Ape volontaria deve chiedere (seppur indirettamente tramite l'Inps) un prestito a un istituto bancario o finanziario, che pagherà l'assegno pensionistico per i primi anni successivi al congedo dal lavoro. Poi, una volta che il pensionato avrà compiuto 66 anni e 7 mesi, le somme incassate saranno restituite a rate con una trattenuta sulla rendita pensionistica a un interesse del 2,8% circa su base annua, che sale al 5,8-6,23% tenendo conto anche delle spese accessorie (calcolate attraverso un particolare indicatore che si chiama taeg - tasso annuo effettivo globale). Per ora hanno aderito Intesa Sanpaolo (unica banca) e Unipol e Allianz (assicurazioni).

Come fare domanda

L’aspirante pensionato che vuole accedere al prestito legato all’Ape volontaria non deve rivolgersi alla banca. Tutto avviene attraverso l’Inps (o attraverso i patronati sindacali e delle associazioni di categoria). Una volta ricevute le domande, l’istituto nazionale della previdenza verifica se il lavoratore possiede o meno i requisiti per accedere all’Ape.

Quando il debito decade

Assieme al prestito previdenziale associato all’Ape, è prevista una polizza assicurativa sulla vita del pensionato (che ovviamente fa crescere i costi del finanziamento). Se il beneficiario del prestito previdenziale muore prima di aver rimborsato tutte le rate dovute, un’impresa assicuratrice si impegna a farlo al suo posto senza che restino debiti pendenti sugli eredi. Anche per chiedere la copertura contro il rischio morte, tutte le pratiche vengono svolte attraverso l’Inps, senza che l’aspirante pensionato abbia rapporti con la compagnia assicurativa.

I tagli all’assegno

Per rimborsare le rate del prestito previdenziale, il lavoratore dovrà accettare un taglio alla pensione piena, quella cioè che sarebbe maturata rispettando i requisiti previsti dalla Legge Fornero. La decurtazione sarà attorno al 5-6%, per ogni anno di anticipo del ritiro dal lavoro rispetto ai 66 anni e 7 mesi (la soglia anagrafica prevista dalla Legge Fornero). Esempio: chi va in pensione a 63 anni e 7 mesi (cioè 3 anni prima) subisce una decurtazione di quasi il 15-18%.

Il beneficio fiscale

È previsto però uno sconto fiscale per chi accede al prestito previdenziale dell’Ape volontaria. Gli interessi passivi sul debito potranno infatti essere detratti al 50% dall’irpef, cioè dalle tasse. Grazie a questa agevolazione, il costo dell’Anticipo pensionistico sarà dunque inferiore al 5-6% stimato.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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