Economia

Lavoro, quanto tempo ci vuole per trovare un nuovo impiego?

Quando ero piccolo avevo l’assoluta certezza che Babbo Natale esistesse e si sbattesse un sacco durante tutto l’anno per preparare le strenne per i bambini, solo quelli buoni ovviamente. Un ruolo importante di questa grande presa per “i fondelli” lo …Leggi tutto

Quando ero piccolo avevo l’assoluta certezza che Babbo Natale esistesse e si sbattesse un sacco durante tutto l’anno per preparare le strenne per i bambini, solo quelli buoni ovviamente. Un ruolo importante di questa grande presa per “i fondelli” lo attribuisco a mia sorella che non perdeva occasione di accentuare in me l’idea che il vecchio dalla lunga barba si aggirasse furtivamente fuori dalla nostra casa, talvolta a piedi talvolta a bordo di una certa slitta trainata da renne perennemente affamate di biscotti o qualsiasi sostanza ingeribile da essere vivente.

La mia percezione del periodo natalizio girava quindi attorno all’esistenza dell’enigmatica figura di Babbo Natale; la narrazione della sua esistenza era ovviamente a fin di bene e sapeva dare un tono di poesia ad un periodo già particolare di suo.

Tutto questo per introdurre il tema qui di seguito, legato anch’esso al ruolo e all’importanza della percezione che si ha delle situazioni. In particolare, in un periodo di incertezza come quello attuale, è interessante capire come sia condizionata e svolga un importante ruolo la percezione che i cittadini hanno delle istituzioni e degli attori che ricoprono un ruolo decisionale nelle politiche che riguardano il mondo del lavoro.

Uno studio realizzato dall’Employee Labour Trust Index di Gi Group in collaborazione con OD&M Consulting su 6 Paesi europei – Italia, Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e Polonia – ha cercato di rilevare il livello di fiducia dei lavoratori nei confronti del mercato del lavoro nel suo complesso e rispetto a 3 aree di indagine – organizzazione, facilità di reimpiego e istituzioni nazionali e sovranazionali che regolano il mercato -.

Tra i molti dati rilevati, tra cui la fiducia nelle istituzioni, nell’Unione Europea, nei partiti politici (in cui si riscontra un generalizzato pessimismo soprattutto da parte degli italiani) e le  Agenzie per il Lavoro (viste sotto una luce positiva e percepite come un soggetto facilitatore), è interessante soprattutto l’analisi legata alla facilità di reimpiego – considerato come il tempo per trovare un nuovo impiego, in caso di perdita di lavoro -. Dai dati risulta che l’Italia è fortemente scettica; da noi infatti il lasso di tempo percepito come necessario per ritrovare lavoro varia da un minimo di circa 10 mesi (per i senior/top manager) a un massimo di oltre 18 mesi (per gli over 50 in generale) per una media di quasi 15 mesi, ben sopra la media europea.

L’Europa è divisa in due sul reimpiego: si va dai 7,76 mesi ritenuti necessari in Germania, seguita da Regno Unito e Polonia con poco più di 8, fino agli oltre 16 mesi necessari in Spagna per una media totale di 11 mesi.

Quanto la percezione sia effettivamente corrispondente alla realtà non è dato saperlo ma dai dati risulta chiaro che è necessario introdurre riforme strutturali in grado di rilanciare uno spirito un tantino più ottimista.

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Luca Orioli

Mi chiamo Luca, classe '83, esperto di comunicazione, giornalista free lance e 'startupper' da una vita con una decina di progetti chiusi nel cassetto che stanno lentamente prendendo forma. Appassionato di fotografia e serie tv, ho una formazione umanistica e l’estremo bisogno di vedere cose nuove.
Qualche anno fa, terminata l’Università [degli Studi di Milano, laurea in Scienze dei Beni Culturali], mi sono ritrovato un po’ spaesato nell’affacciarmi sul mondo del lavoro. Leggevo annunci dove ricercavano account, responsabili risorse umane, project manager o community manager, etichette che sembravano nascondere un mondo, ma per me completamente prive di significato. Dopo diverse esperienze ho intrapreso la strada che sto percorrendo oggi, ma da quel momento è rimasta l'esigenza di tradurre in parole comprensibili il mondo delle professioni. Così nasce il mio blog, Lavoro in Corso.

Vuole essere un Virgilio nella giungla dell'impiego, una traccia per esplorare il panorama del lavoro tra professioni emergenti, opportunità sommerse, esperienze vissute e capire in cosa consiste un determinato profilo, come intraprenderlo, quale percorso fare e le competenze necessarie per arrivarci.

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