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Economia

Latte e formaggi, ecco come saranno le nuove etichette

Da domani su tutti i prodotti lattiero-caseari dovrà essere indicata l’origine delle materie prime utilizzate

Un passo avanti importante nella difesa del made in Italy e verso la piena trasparenza di quello che arriva sulle nostre tavole. È così che giudicano gli operatori del settore alimentare le nuove norme che da domani imporranno l'obbligo di indicare in etichetta su tutte le confezioni dei prodotti lattiero-caseari, l'origine delle materie prime in maniera chiara, visibile e facilmente leggibile. Dunque una svolta che potremmo definire epocale e che riguarderà in maniera diretta latte, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini a base di latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale.

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Cosa troveremo sulle nuove etichette
Secondo le norme stabilite da un regolamento dell’Unione europea del 2011 e che finalmente è stato recepito con un decreto dal nostro Paese, sulle nuove etichette dovrà essere indicato con chiarezza il Paese nel quale il latte è stato munto e quello in cui successivamente è stato condizionato o trasformato. Qualora le tre operazioni siano avvenute in uno stesso Paese, ad esempio il nostro,  basterà utilizzare la semplice espressione: Origine del latte: Italia. Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono invece nel territorio di più Paesi ma diversi dall'Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: “latte di Paesi Ue” se la mungitura avviene in uno o più Paesi dell’Unione; “latte condizionato o trasformato in Paesi Ue”, se queste fasi avvengono sempre in uno o più Paesi comunitari, “Paesi non Ue” nel caso invece le operazioni di cui sopra vengano eseguite in realtà esterne all’Unione europea. Da notare infine che sono esclusi dall'obbligo di segnalare l’origine del latte in etichetta i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all'origine e il latte fresco già tracciato.

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Un provvedimento atteso
Le nuove regole per l’etichettatura dei prodotti lattiero-caseari rappresenta una vittoria per il nostro settore agricolo che, con l’impegno fattivo della Coldiretti, da tempo conduce una battaglia per la tutela della qualità dei nostri prodotti. Dal citato made in Italy all’annoso problema dell’Italian sounding, da anni il nostro Paese è impegnato nell’imporre un riconoscimento alla qualità dei nostri prodotti agricoli e più in generale alimentari. Per quanto riguarda il latte poi, c’è da tenere presente che secondo stime della stessa Coldiretti, circa tre quarti del latte Uht commercializzato in Italia arriva dall’estero. E ancora, la metà del latte utilizzato per produrre mozzarella arriva anch’esso da Paesi terzi. Ora, vinta questa sfida, il prossimo passo, nelle intenzioni sempre di Coldiretti, ma anche di numerose associazioni dei consumatori, è quello di estendere una tale normativa sull’indicazione dell’origine delle materie prime anche ad altre filiere alimentari, a partire da grano, pasta e riso.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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