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Economia

Italia sempre meno competitiva

Nell’indagine annuale realizzata dall’Imd, la nostra economia scivola al 46° posto su 60 paesi. Dal 2012 abbiamo perso ben sei posizioni

Che l’Italia stia attraversando un brutto periodo, già lo sapevamo. I nuovi dati sfornati dal World competitive center (Wcc) dell’Imd di Losanna, non solo non fanno che confermare la nostra ipotesi, ma ci forniscono anche una lettura più granulare della realtà economica in Italia vis-à-vis con le altre economie mondiali. Nell’ultimo anno la competitività italiana è scivolata dal 44° posto al 46°. Nel 2012 eravamo al 40° posto. Cioè negli ultimi due anni abbiamo perso ben 6 posizioni.

Per arrivare a una graduatoria delle 60 nazioni coinvolte nello studio, il Wcc considera centinaia di variabili che fanno capo a quattro grandi indicatori: performance dell’economia, efficienza del governo, efficienza aziendale, e infrastruttura. Quelli che hanno registrato i più rilevanti passi indietro rispetto all’anno passato sono la performance dell’economia e l’infrastruttura. Efficienza del governo ed efficienza aziendale sono invece rimaste praticamente invariate rispetto al 2013.

Ma quali sono le principali variabili che hanno permesso questo passo indietro rispetto all’anno scorso? Per quanto riguarda il criterio performance dell’economia, dove si registra un deterioramento nella classifica dal 50° posto del 2013 al 53° del 2014, le cause sono molteplici, ma le variabili che hanno più colpito la capacità dell’Italia di essere competitiva sono riconducibili a: minori investimenti internazionali (e soprattutto la minaccia di trasferire strutture e processi produttivi, ma anche ricerca e sviluppo, all’estero) e livello e crescita dell’occupazione.

È interessante rilevare che anche se le variabili che fanno capo all’economia interna sono fondamentalmente positive rispetto all’anno passato, si registra una caduta di ben 3 posti rispetto all’anno scorso (e di ben 15 posizioni rispetto al 2012). Cioè, anche se l’Italia sta costruendo un’economia migliore in termini di crescita del Pil, le altre nazioni lo stanno facendo più velocemente. Per quanto riguarda le variabili che fanno capo alla voce "infrastruttura" (dove passiamo dal 30° al 33° posto), quello che preoccupa di più è la tendenza nella variabile educazione. Nel 2012 eravamo al 29° posto della classifica di Wcc: nel 2014 siamo al 38° posto. Una perdita di ben nove posizioni che si spiega, da come si evince dal rapporto, da una minore spesa per scuola e sistemi educativi. È opportuno comunque ricordare che anche se nei grandi indicatori "efficienza del governo" (55° posto nel 2013 e nel 2014) ed "efficienza aziendale" (46° posto nel 2013 e 45° posto nel 2014) la situazione è rimasta invariata, non per questo abbiamo ragione per stare allegri o per abbassare la guardia. Finanza pubblica (57° posto), ordinamento fiscale (57° posto) e norme del lavoro (53° posto) sono delle variabili che necessitano attenzione e che sono troppo importanti per non essere ricordate in questo contesto.

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Salvatore Cantale

Salvatore Cantale è professore di finanza alll’International institute for management development (Imd) di Losanna.

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