Giù le mani dalla pizza italiana
Economia

Giù le mani dalla pizza italiana

La Fondazione UniVerde di Alfonso Pecoraro Scanio vuole raggiungere 1 milione di firme perché il simbolo del Made in Italy diventi Patrimonio dell'Umanità

Giù le mani dalla pizza. La difendono in 700mila, e l'obiettivo è raggiungere il milione perché uno dei simboli del Made in Italy sia riconosciuto patrimonio dell'umanità grazie alla mobilitazione civile  sostenuta dalle associazioni pizzaioli napoletani e dalla Fondazione UniVerde di Alfonso Pecoraro Scanio. Ma il risultato non scontato, le tante firme già raccolte potrebbero non bastare: all'Unesco venerdì 4 marzo deve essere infatti confermata la candidatura ufficiale, avanzata qualche mese fa, e "c'è chi nel ministero vorrebbe sostituirla con la Perdonanza Celestiniana che ogni anno viene rinnovata a L'Aquila il 28 e il 29 agosto".

Il pericolo americano

Di più. "Da Oltreoceano arrivano voci un po' allarmanti": secondo quanto rivelato sul Mattino dal giornalista Luciano Pignataro, "gli Stati Uniti potrebbero subentrare all'Italia candidando la loro pizza, ossia la New York Style che ha origini nelle pizzerie aperte alla fine dell'800 da emigranti napoletani e siciliani. Insomma, oltre ai danni anche la beffa". Per questo, le prossime ore sono decisive nella battaglia portata avanti da più di 15 anni, da quando l'allora ministro Pecoraro Scanio propose di far registrare innanzitutto il marchio europeo e far inserire, poi, l'antica tradizione nella più recente "Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità".

Prima vittoria: dal 2010 la pizza è ufficialmente "Specialità tradizionale garantita della Comunità europea". Quella napoletana è l'unico tipo "sotto protezione". L'altra sfida resta aperta: solo nel 2017 potrebbe arrivare il meritato riconoscimento, "se tutto va bene", avvisa Pecoraro Scanio, che continua a raccogliere adesioni su change.org.

Obiettivo: "Arrivare al milione di firme entro marzo". Il 14, la petizione verrà presentata a Parigi alla presenza dell'ambasciatrice Vincenza Lomonaco e si terrà un evento sull'arte della pizza organizzato dalla Fondazione UniVerde con Coldiretti, secondo cui la falsificazione dei prodotti alimentari made in Italy costerebbe oltre 300mila posti di lavoro e un fatturato di 60 miliardi. "Difendiamo il made in Italy e l'economia legata alle nostre tradizioni sane", sintetizza Pecoraro Scanio, già promotore di iniziative sul tema a Londra, Nizza, San Paolo, New York. "Difatti, la petizione è rivolta ai tanti italiani e non italiani che amano il prodotto gastronomico più conosciuto del pianeta".

L'Italia e la battaglia della "pizza"


Testimonial vip

Non mancano il testimonial, Jimmy Ghione, e i vip schierati con la pizza napoletana. Giocano in casa: Eduardo Bennato (anche autore della colonna sonora di Totò sapore) e Mario Martone. E poi, tanti altri cantanti, attori, giornalisti (tra cui il direttore di Panorama, Giorgio Mulè), sportivi e registi. Quindi, Muccino, Petrini, Valeria Marini, Kelly Lang, Brad Pitt, solo per citarne alcuni. Fanno quadrato i governatori, la Lega di Maroni accanto al Pd di Zingaretti, i ministri Galletti e Giannini, e i 5Stelle con Di Maio, che ha fatto pure il cameriere per un giorno in pizzeria, assieme ad altri grillini, sul lungomare partenopeo. Dove una Margherita è stata addirittura consegnata letteralmente "al volo" a Papa Francesco, durante la visita in città del 21 marzo 2015.

A Napoli, nella capitale della pizza, come si sa, nessuna impresa è impossibile e la mobilitazione è fortissima con l'Associazione Pizzaiuoli Napoletani presieduta da Sergio Miccu e l'Associazione Verace Pizza presieduta da Antonio Pace, sostenute dal Molino Caputo oltre che da Rossopomodoro, ma le adesioni sono state anche raccolte anche dal Comune, nelle sedi delle Municipalità, quartiere per quartiere: diecimila firme consegnate il 29 febbraio; mentre centomila sono giunte dal Giappone attraverso la catena di Salvatore Cuomo, altre migliaia sono annunciate sul finale da Cna, Coldiretti (già a quota 350mila), Confesercenti... Intanto, fuori porta si impone l'hashtag #PizzaUnesco, e come non potrebbe: cos'è più social di una vera pizza? «Questa è la campagna più popolare nella storia Unesco», conclude soddisfatto l'ex ministro Pecoraro Scanio. Pizza patrimonio dell'umanità: un successo alla portata di tutti.

Fondazione UniVerde
Il fondatore di Slow Food Carlo Petrini con con Alfonso Pecoraro Scanio firma la petizione della Fondazione UniVerde per la pizza italiana Patrimonio dell'Umanità

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Maria Pirro