Freelancer.com, obiettivo 50mila nuovi imprenditori in sei mesi
Economia

Freelancer.com, obiettivo 50mila nuovi imprenditori in sei mesi

Debutta in Italia la piattaforma che mette in contatto imprese e liberi professionisti. Parla il fondatore Matt Barrie: in Italia già 21mila iscritti, 4.400 aziende e progetti per un valore di 1,2 milioni di euro

Diventare imprenditori di se stessi, reinventarsi un mestiere, dimenticare il posto fisso . C’è chi di questa flessibilità ha fatto un business per sé e per gli altri. Si chiama Matt Barrie, segnalato tra i 100 ingegneri più influenti da Engineers Australia, docente all’Università di Sidney, startupper seriale e amministratore delegato di Freelancer.com. Di cosa si tratta? Freelancer è una piattaforma indipendente  e gratuita che mette in contatto domanda e offerta di lavoro indipendente e aiuta a esternalizzare alcune attività d’impresa. Ovunque e in qualsiasi lingua.

Dopo Australia, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Canada, India e Filippine è stata lanciata anche in Italia. L'obiettivo è sviluppare circa 50mila nuovi imprenditori in sei mesi, anche se la presenza italiana sulla piattaforma è già piuttosto consistente e conta 21 mila iscritti tra cui 4.400 aziende che hanno già inserito in questi anni oltre 18mila progetti per un valore di oltre 1,2 milioni di euro. Le città più attive sono Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Palermo, Genova e anche se la gran parte dei lavori accessibili riguardano l’Ict, molto richieste risultano anche prestazioni come copywriting, marketing e lavori di tipo amministrativo in cui la conoscenza della lingua gioca un ruolo fondamentale. E poi produzione video, musica, giornalismo, servizi.

Ne parliamo con il fondatore, oggi tra i 150 personaggi più influenti del mondo insieme con Barak Obama o Richard Branson.

Come è nata la piattaforma?
Freelancer.com è nato dall’acquisizione di nove piattaforme (marketplace) in giro per il mondo. Il primo che abbiamo acquistato è un sito svedese lanciato il 4 febbraio 2004, lo stesso giorno di nascita di Facebook! Da tre anni siamo conosciuti come Freelancer.com.

Come si è sviluppato il progetto?
Negli ultimi tre anni siamo cresciuti da 500mila utenti a quasi 6,7 milioni. Siamo entrati inoltre tra i 300 portali più grandi del mondo quando all’inizio eravamo tra i primi 5mila. Abbiamo completato circa 4 milioni di progetti per un valore di oltre 511 milioni di euro di progetti caricati sul portale. Siamo cresciuti acquisendo portali simili a Freelancer, come Scriptlance e vWorkers (la quarta piattaforma di freelance più grande al mondo, la seconda in assoluto in termini di utenti. acquisita poche settimane fa Ndr.). Mi sono sorpreso di quanto aziende e freelancer siano creativi e pieni di risorse nel portare a termine lavori sorprendenti, come ad esempio progetti per una casa, per il design di una dune buggy o per lavori tradizionali di ingegneria.

Come si è adattato Freelancer.com alle caratteristiche dei vari Paesi?
La cultura del business digitale è simile ovunquei, ecco perché le transazioni aziendali e il mercato stanno crescendo esponenzialmente nel mondo. È ancora cruciale per qualsiasi azienda intraprendere una localizzazione seria e professionale. Si tratta di un’area nella quale molte aziende falliscono. La localizzazione non è solamente la traduzione linguistica, bensì si tratta di sottili differenze culturali. Abbiamo assunto molti italiani che ci aiutassero a localizzare Freelancer.com in Italia. Vogliamo che le aziende italiane possano essere in grado di commercializzare tra di loro, assumere freelancer italiani e competere per un lavoro su una piattaforma che sia disegnata appositamente per loro.

Che cosa vi aspettate in Italia rispetto ad altre nazioni?
Aiuteremo gli italiani a trasferire le loro idee di business nella realtà, mettendoli in contatto con i freelancer che non solo possono aiutarli a iniziare l’attività, ma anche a ottenere successo. Molte aziende di molti paesi (Uk, Usa, Germania) che usano Freelancer, ci dicono che senza il nostro aiuto nell’assunzione di freelancer  non sarebbero state in grado di dare vita alla loro attività.

Come vede il futuro del mercato del lavoro globale? Tutti imprenditori? E il welfare?
Molte piccole imprese usano la nostra piattaforma per assumere freelancer per lavori di breve durata. Non impiegherebbero mai a tempo pieno un membro dello staff nella creazione di un sito web o di un logo, così come è stato per molti anni. Quello che Freelancer offre loro è un ampio accesso ai freelancer e ad una generale varietà di competenze. Immagina di avere un’idea per un sito web ma di non trovare nessuno in ambito locale. Puoi andare su Freelancer, trovare e incaricare la persona giusta.

Lavoro tradizionale e free, insieme?
È così, molte aziende esternalizzano lavori che non rientrano nell’attività specifica dell’impresa, come ad esempio un esclusivo software database. I risparmi ottenuti attraverso la creazione di un database intelligente porta loro più denaro per assumere staff locale. Non ha niente a che vedere con il concetto secondo cui l’aumento dei siti di freelance porterà alla fine dell’impiego tradizionale, ma anzi permetterà l’assunzione di più persone. Contemporaneamente, molte persone vogliono usare freelancer per migliorare l’equilibrio lavorativo e acquisire il controllo della propria carriera.

Sviluppi futuri?
Più di un miliardo di persone nei Paesi in via di sviluppo sono in attesa di entrare sull’online, e quando avverrà assisteremo a un massiccio aumento del numero di possibilità di business nelle nazioni sviluppate, come l’Italia.

Quali sono le professioni e i servizi più richiesti nel mondo e in Italia?
Viviamo nell’era di internet dove le compagnie in Italia possono fare affari online con compagnie di ogni parte del mondo. Per farlo hanno bisogno di un sito di e-commerce ben strutturato. Quindi programmatori e web designers sono molto richiesti. Poi i logo designers, produttori di contenuti e traduttori. Anche le funzioni di back office sono in crescita e quindi sono molto ricercati contabili, avvocati e specialisti finanziari.

Non rischiamo un mercato all’ingrosso e la svendita delle competenze?
Ci sono molte aziende che iniziano e ottengono un profitto, riuscendo così anche ad assumere. La “svendita” delle nostre expertise è un mito e le aziende non assumono la più economica, ma assumono quella migliore.

Consigli per valorizzarsi nel mare magnum della piattaforma?
Essere attrattivi non significa cercare di sembrare migliori di quello che si è in realtà. Le persone e le aziende che hanno successo su Freelancer sono quelle che producono qualità. Abbiamo un sistema di analisi sul quale ogni lavoro viene esaminato. Chiunque si dichiari migliore di quello che è verrà scoperto rapidamente. Il mio consiglio è quello di lavorare sodo, sfruttare ogni opportunità per migliorare le proprie skills ed essere onesti su ciò che si può offrire. In questo modo si otterrà il successo desiderato.

Quale è il rapporto con i social network ?
Non siamo un social network, benché lavoriamo nello stesso ambito. Se lavoriamo meglio è perché mettiamo in contatto aziende e freelancer che fanno business e lavorano tra di loro. È un’economia reale che produce soldi e porta crescita e prosperità.

Come guadagna Freelancer?
Postare un lavoro e fare un’offerta su un progetto è libero. Noi prendiamo una piccola commissione sulla transazione. Il 3 per cento dagli imprenditori e il 10 per cento dai freelancer. Si tratta dei migliori tassi in circolazione.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

Scrivimi a: antbersani@alice.it

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