Fmi, le conseguenze della revisione di crescita dell'economia italiana
ANSA/VINCENZO TERSIGNI
Economia

Fmi, le conseguenze della revisione di crescita dell'economia italiana

Per il Fondo Monetario Internazionale il pil aumenterà più del previsto. Gentiloni esulta ma il nostro Paese resta vulnerabile

“Previsioni da lancio spaziale”. E' l'espressione colorita usata dal premier Paolo Gentiloni di fronte alla notizia che l'economia italiana crescerà quest'anno dell'1,3%, pur essendo ancora il fanalino di coda tra le grandi potenze industriali. Le stime sono del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) che ha rivisto in meglio le sue attese sul sistema Italia, alzando la crescita di 6 decimi di punto rispetto al dato calcolato a gennaio, pari a un risicato 0,7%. Certo, non si può dire che l'economia del Belpaese stia oggi viaggiando con il turbo. Di fronte a questi numeri più alti del previsto, tuttavia, il presidente del consiglio sembra essersi fatto prendere dall'entusiasmo.


Forse Gentiloni ha esagerato? Può darsi, anche se l'espressione usata per descrivere l'andamento del pil era legata al fatto che il premier, quando ha parlato di “lancio spaziale”, si trovava all'inaugurazione di un nuovo stabilimento della Avio, nota azienda del made in Italy che produce componenti per l'industria aeronautica. Aldilà di quello che ha detto Gentiloni, però, una cosa è indiscutibile: l'economia italiana è oggi un po' più tonica del previsto, per una serie di fattori concomitanti. Gli analisti dell'Fmi hanno ricordato infatti che a spingere il pil è una politica di bilancio moderatamente espansiva, accompagnata dalle manovre monetarie eccezionalmente accomodanti della Banca Centrale Europea e dai bassi prezzi delle materie prime.

Debito pubblico alto

Due di questi fattori (materie prime e politica monetaria) arrivano dall'esterno e non vanno certo annoverati tra i meriti del governo. La politica fiscale espansiva, invece, è in effetti il frutto dell'azione dell'esecutivo anche se  gli analisti del Fondo Monetario hanno aggiunto ben altre considerazioni nel loro giudizio sulla nostra economia. L'Italia, secondo l'Fmi, è un paese con un debito altissimo e con una spesa pubblica sbilanciata su una voce: le pensioni. Fino a che ci sarà il pesante fardello di un  indebitamento a tre cifre (oggi siamo attorno al 130% del pil) la Penisola rimarrà comunque esposta a shock esterni, cioè sarà sempre vulnerabile di fronte a una crisi economica come quella attraversata a più riprese nell'ultimo decennio.

Riforme mancate

Senza dimenticare, poi, un altro aspetto: il Fondo Monetario Internazionale ha descritto l'economia italiana come ancora bisognosa di riforme, in particolare sul fronte fiscale. Da anni, infatti, si attende la revisione radicale delle rendite catastali (una riforma accantonata dal governo Renzi) che consentirebbe di spostare un po' di imposte verso gli immobili, aumentandole contemporaneamente anche sui consumi e alleggerendole invece sul lavoro, che oggi resta tartassato come lo era 10 anni fa, prima della crisi. Senza queste riforme, a detta dell'Fmi, l'economia italiana continuerà a viaggiare al rallentatore con una crescita annua del pil modesta, attorno all'1% dal 2018in poi. Il “lancio spaziale” di cui parla Gentiloni, insomma, per adesso resta ancora nel libro dei sogni.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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