Fisco, i conti non tornano: mancano 3,5 miliardi
Economia

Fisco, i conti non tornano: mancano 3,5 miliardi

Rispetto alle stime del Governo, nei primi quattro mesi del 2012 nelle casse dello stato è entrato il 2,9% in meno di imposte. Segno evidente che l'austerità porta austerità

Non ha fatto in tempo a parlare il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino e a lanciare il suo allarme sui conti pubblici e sui 46 miliardi di euro l'anno evasi tra Iva e Irap tra il 2007 e il 2009, che arriva la Ragioneria dello stato a rincarare la dose: le entrate tributarie dei primi 4 mesi del 2012 sono inferiori di 3.477 milioni di euro rispetto alle previsioni annuali contenute nel Def, il Documento di Economia e Finanza diffuso dal Dipartimento delle finanze del ministero dell'Economia (in fondo il documento integrale).

In termini assoluti, invece sono in aumento dell'1,3%. Insomma non è che i soldi mancano, ma lo Stato pensava di incassarne di più.

A conti fatti, mancano 3,5 miliardi circa, il 2,9% in meno del previsto. La gente consuma meno, e quindi entrano meno tasse nelle casse pubbliche. L'austerità porta austerità.

E a dirlo sono i numeri: a calare rispetto alle previsioni è stato in particolare il gettito Iva, poi i ruoli per -93 milioni di euro (-4,5%), le poste correttive per -160 milioni di euro (-2,2%) e le entrate tributarie degli enti territoriali per -84 milioni di euro (-1,2%).

Intanto dal Ministero dell'Economia sminuiscono: questi dati sono "di massima", meglio aspettare i prossimi mesi, dicono, quando si vedranno gli effetti delle manovre disposte nel 2011". Aspettiamo Imu e altre imposte, insomma, prima di dire che le previsioni sono state sbagliate.

Se si guarda, invece, al totale delle entrate dello stato in termini assoluti, in effetti, le cose cambiano: nei primi quattro mesi del 2012 il totale è stato di 117 miliardi di euro, in crescita dell'1,3% rispetto a un anno prima. Le voci più significative: la crescita dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+554 milioni di euro pari a +26,7%)  e quelle indirette: + 4,6% (+2.501 milioni di euro).

Ma anche guardata da questa prospettiva diversa, emerge il calo (seppur lieve) del gettito Iva (-1,0% pari a -297 milioni di euro) che riflette l'effetto congiunto dell'aumento della componente Iva del prelievo sulle importazioni (+4,7%) e della flessione della componente relativa agli scambi interni (-2,2%) dovuta al ciclo economico negativo e all'indebolimento della domanda interna.

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