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(Fiera Milano)
Economia

Fiera Milano si apre al mondo e offre al mondo Milano

«Vogliamo diventare l'hub europeo del mondo fieristico» è l'ambizioso piano di Luca Palermo, ceo di Fiera Milano

«Qui a Singapore è sera, piove…». Dall’altro capo del telefono, e dall’altra parte del mondo Luca Palermo, Ceo di Fiera Milano; non in vacanza o in viaggio premio aziendale ma impegnato in una serie di incontri, presentazioni, inaugurazioni, strette di mano e pr. Viaggio e giornate che raccontano meglio di mille ragionamenti quali siano i programmi e gli obiettivi del principale player fieristico del paese.

«I due anni di Covid sono stati difficili per noi e tutto il settore - confessa Palermo - Anni di rinvii, cancellazioni, sacrifici, casse integrazioni ed incentivi statali. Anni duri da cui però abbiamo imparato tante cose. La prima è quella di mettere al centro del nostro lavoro le persone. La seconda, oltre all’ampliamento e al definitivo passaggio all’era digitale, è quella che ci ha portato definitivamente ad una mentalità internazionale. Singapore, dove mi trovo, non è un luogo a caso; questa città da anni ha creato un sistema fieristico di primissimo piano a livello mondiale, diventando di fatto un hub. Ecco. Fiera Milano a questo guarda. Ad essere come Singapore l’hub fieristico d’Europa, punto centrale di tutto il settore».

Luca PalermoLuca Palermo, ceo Fiera Milano

Un settore che ha sofferto causa Covid come pochi altri ma che quest’anno torna a rivedere la luce. Fiera Milano infatti sarà in grado nel 2022 di proporre tutte le fiere abitualmente in programma, questo grazie ad uno sforzo umano ed organizzativo non da poco dato che quello che prima avveniva in 12 mesi quest’anno verrà compresso in 9. Per quanto riguarda poi i conti sulla base delle informazioni ad oggi disponibili, la società prevede che l’EBITDA 2021 sia compreso fra 69 e 75 milioni di euro e che la posizione finanziaria netta positiva a fine 2021, ante effetti IFRS 16, si attesti all’interno del range di 40-44 milioni di euro. I ricavi sono previsti intorno ai 130 milioni di euro.

Ci sta quindi dicendo che lei è a Singapore a copiare…?

«C’è sempre da imparare dagli altri, soprattutto quando le cose vengono fatte in maniera ideale - racconta Palermo - ma qui a Singapore in realtà stiamo esportando Fiera Milano e le eccellenze italiane. Ad esempio, saremo coorganizzatori, insieme al partner internazionale dmg events, di FIND, evento dedicato al design di cui siamo senza ombra di dubbio paese leader mondiale; e lo stesso dicasi per il food, con altri eventi dedicati; poi incontri istituzionali, con la Camera di Commercio locale e la nostra ambasciata. Insomma, c’è da fare…»

Com’è Fiera Milano dei suoi sogni? Più importatrice di visitatori e clienti o più esportatrice?

«Quello che spero è il più classico dei 50 e 50 - racconta Palermo - Perché una Fiera da una parte deve portare all’estero le eccellenze, come stiamo facendo a Singapore in questi giorni. eccellenze ed aziende alla ricerca di nuovi mercati. Ma è altrettanto importante l’opposto, cioè portare in Italia visitatori e compratori, questo è indubbio. Non dimentichiamo la forza dell’indotto che Fiera Milano genera in città e nell’hinterland; stiamo parlando tra hotel, ristoranti, taxi, di oltre 8 miliardi di euro, una cifra se pensiamo bene davvero impressionante…»

Ecco, com’è il rapporto con la città e le sue istituzioni?

«Devo essere onesto - spiega Palermo - le difficoltà del Covid hanno portato davvero ad una sinergia mai raggiunta prima. Regione, Comune e Fiera hanno ormai intrapreso un cammino comune, dove le differenze politiche non contante ma resta il bene di tutti. perché Milano come città, come servizi, è una risorsa importante per il movimento fieristico; allo stesso tempo però va detto che Fiera è in grado a volte di trasformare Milano. Pensiamo alla settimana del Salone del Mobile e del Fuori Salone con la città che diventa una fiera a cielo aperto essa stessa regalandole quella tanto ambita ed unica dimensione internazionale».

A livello nazionale invece, come sono i rapporti con il Governo?

«La collaborazione è massima ma c’è una cosa che va detto. Non esiste un «sistema Paese» per quanto riguarda l’ambiente fieristico. Certo, non è facile dato che forse poco cose come le fiere rappresentano il concetto di campanilismo; ma da un altro punto di vista serve una visione ed un coordinamento nazionale. Per quanto poi riguarda l’appoggio dello Stato nei difficili mesi del Covid non vanno dimenticati i ristori, preziosi. Ora però serve non più assistenza, ma investimenti strutturali per far ripartire il settore ed il Paese».

E cosa fate invece voi per le aziende stesse, che sono l’anima della vostra realtà?

«Siamo molto orgogliosi della nostra missione legata al Credito d’Imposta, un fondo statale da noi fortemente richiesto, per incentivare la partecipazione delle aziende a Fiere ed esposizioni. Ad oggi questo fondo non è stato ancora ripristinato (era stato sospeso in epoca Covid n.d.r.); speriamo che il Governo possa nuovamente recepire le nostre richieste e ripristinare questa misura fondamentale per il nostro settore ed il Made in Italy»

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Andrea Soglio