Fca-Renault
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Economia

Fca-Renault, salta la fusione. Ecco perché

Nella notte il passo indietro dalla casa italo-americana che non ha accettato il comportamento del Governo francese. Ma non è detta l'ultima parola sulla fusione

La fusione Fca-Renault è saltata nella notte quando si era ormai ad un passo dalla chiusura. Una decisione che Fca ha comunicato nella notte con un comunicato che ha fatto subito il giro del mondo:

«Fca ha deciso di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata a Groupe Renault. Fca continua a essere fermamente convinta della stringente logica evolutiva di una proposta che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti. È tuttavia divenuto chiaro che non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo», si legge nel comunicato. In questo quadro «Fca continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente».

Perché è saltata la fusione

Cos sia successo è abbastanza semplice da intuire. Già ieri i primi segnali di attrito erano arrivati, soprattutto dopo che la casa francese aveva chiesto una maggiorazione sulla valutazione di Renault da 15 a 17 miliardi. L'accordo però alla fine anche su questo sarebbe stato trovato (non senza malumori). Il problema è strettamente e solamente politico. Il Governo francese infatti (parte attiva nella trattativa e nel board) ha di fatto frenato la chiusura della trattativa. Le prime avvisaglie di una rallentamento erano arrivate nel pomeriggio con una dichiarazione del ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, che (mentre le trattative erano in corso per il closing) ha dichiarato: «Prendetevi il tempo per fare le cose bene. Si tratta di un'operazione importante, che mira a creare un campione mondiale dell'automobile: nessuna fretta».

Il Ministro poi ha ribadito le condizioni "politiche" che il Governo ha posto per la chiusura della trattativa: un posto nel cda, la presenza di una sede operativa in Francia, garazie su occupazione e siti industriali d'oltralpe.

Parole e posizioni che hanno portato John Elkann e Fca al passo indietro. 

Resta solo da stabilire se la chiusura sia un atto definitivo o se si tratti solo di una manovra all'interno di una trattativa che di colpo è diventata molto più complessa del previsto.

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