Parte la vigilanza bancaria unica della Bce: cosa cambia
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Economia

Parte la vigilanza bancaria unica della Bce: cosa cambia

Quasi 5.000 banche sono controllate da Mario Draghi e Danièle Nouy. Obiettivo: evitare nuove crisi sistemiche. Occhi puntati sull'Italia

Un quintetto per la vigilanza bancaria unica. Nello specifico, quattro donne e un uomo. Sopra di loro, Mario Draghi. Dal 4 Novembre il Single supervisory meccanismo (Ssm), il nuovo organo della Banca centrale europea (Bce) assume formalmente il ruolo di sorvegliante di circa 5.000 banche dell’eurozona. Alla guida del Ssm ci sarà la transalpina Daniele Nouy, arcigna vigilante con una lunga esperienza come segretario generale dell’Autorità di controllo prudenziale della Banque de France. L’obiettivo finale, dopo 28 mesi di preparazione, è quello di evitare shock sistemici. Occhi puntati sulle italiane, fra le peggiori delle prove di resistenza patrimoniale della Bce.

Saremo dei vigilanti precisi. Non vogliamo più crisi sistemiche

Chi controllerà

Completati gli stress test, parte fondamentale del Comprehensive assessment della Bce, ora è il turno di riguadagnare la fiducia, a lungo termine, degli investitori internazionali. È per questo è nato il Ssm, figlio della peggiore crisi che l’eurozona ricordi. Oltre al presidente della Bce, Draghi, e alla Nouy, i sorveglianti ci sarà anche la tedesca Sabine Lautenschläger, che in passato è stata vice presidente della Bundesbank e direttore generale dell’organo tedesco di vigilanza bancaria, la Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht (BaFin). A finire il Consiglio di sorveglianza ci saranno l’italiano Ignazio Angeloni, la canadese Julie Dickson e la finlandese Sirkka Hämäläinen. Cinque persone (più una) che avranno il compito di garantire al sistema bancario dell’eurozona quella stabilità e quella credibilità tali da permettere un pieno ritorno dei capitali d’investimento provenienti dall’estero. Il clima non è semplice, dato che gli stress test hanno evidenziato diversi ammanchi di capitale negli istituti di credito dell’area euro e soggetti come il Monte dei Paschi di Siena, che ha bisogno di un’iniezione di capitale da 2,1 miliardi di euro, ha patito in modo significativo a Piazza Affari. Eppure, come ha ricordato oggi il rapporto trimestrale della Bce sull’organismo condotto dalla Nouy, tutto è pronto. 


Come funziona?

Come funziona il Ssm? Innanzitutto tutti i Paesi dell’area euro, e di conseguenza i loro istituti bancari, rientrano di diritto sotto il cappello della vigilanza unica. Ma in riferimento a quest’ultimo punto ci saranno due classi di banche: quelle significative e quelle meno significative. Per le prime, circa 120 (rappresentanti di 1.200 soggetti), la supervisione sarà diretta. Per le seconde, circa 3.700, la Bce agirà in collaborazione con le autorità nazionali competenti. Nel caso dell’Italia il responsabile è Fabio Panetta, vice direttore generale della Banca d’Italia. Gli enti più significativi, quelli più grandi, saranno oggetto di verifiche giornaliere. Il tutto per evitare l’insorgere di situazioni potenzialmente sistemiche come accaduto in passato nel caso delle banche di Cipro, per esempio, o nel caso di Dexia. In realtà, il Ssm avrà il potere di acquisire - nell’arco di pochi giorni nel caso la situazione non fosse emergenziale, nell’arco di poche ore nel caso lo fosse - la vigilanza verso anche le banche sorvegliate dalle autorità nazionali competenti. Un ruolo e un processo di 28 mesi, quello che dal 29 giugno 2012 ha portato il Ssm a oggi, che non ha precedenti nell’area euro. Come ha ricordato Angeloni parlando a Madrid lo scorso venerdì, nemmeno l’introduzione dell’euro ha richiesto un tale sforzo. 

Nemmeno per l'introduzione dell'euro lo sforzo era stato così importante


La questione dell’indipendenza

Si parte, quindi, con un occhio anche ad altro. Uno dei punti più importanti, lo hanno ricordato più volte diversi membri della Bce, dovrà essere la piena indipendenza del Ssm. I casi di ingerenze politiche, omessa vigilanza e abusi hanno giocato un ruolo fondamentale nel peggioramento della crisi dell’area euro negli anni scorsi. Gli scandali bancari si sono susseguiti e hanno minato alla credibilità della Bce stessa. Ora, tuttavia, il sentore è che non ci sarà più spazio per posizioni ai limiti della legalità. Il primo piano di prova saranno i piani di ricapitalizzazione che gli istituti di credito che hanno fallito gli stress test dovranno presentare. Nei primi nove mesi dell’anno in corso 54 banche hanno raccolto capitale per 57,1 miliardi di euro, ma il duro arriva adesso che i flussi di capitale esterni sono più esigui. In pratica, per le banche più deboli oggi è più difficile rafforzarsi. Pertanto, serviranno iniziative chiare, trasparenti e lungimiranti. Il compito del quintetto della Nouy dovrà essere duro e preciso, ma necessario. “Solo la credibilità potrà permettere alle banche dell’area euro di trovare la via per uscire dalle sabbie mobili”, ha scritto UBS dopo gli stress test. Per la Bce, così come per gli istituti di credito, non sono ammessi esami di riparazione. 

La Bce al controllo della vigilanza

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Mario Draghi, presidente della Bce

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Fabrizio Goria

Nato a Torino nel 1984, Fabrizio Goria è direttore editoriale del sito di East, la rivista di geopolitica. Scrive anche su Il Corriere della Sera e Panorama. In passato, è stato a Il Riformista e Linkiesta e ha scritto anche per Die Zeit, El Mundo, Il Sole 24 Ore e Rivista Studio. È stato nominato, unico italiano, nella Twitterati List dei migliori account Twitter 2012 da Foreign Policy.

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