Ecco come Tsipras cerca un accordo con la Troika
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Economia

Ecco come Tsipras cerca un accordo con la Troika

Sebbene non la chiami così, il leader di Syriza negozia con Fmi, Bce e Ue, ovvero il trio più odiato ad Atene

All'indomani della tappa romana di ieri e dopo Parigi e Londra, il premier greco Alexis Tsipras sparge ottimismo e rassicurazioni durante il tour europeo che lo ha visto impegnato oggi, 4 febbraio, a Bruxelles in un faccia a faccia con il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker e con il numero uno del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Il sostanza Tsipras - e il suo ministro delle finanze, Yianis Varoufakis,dicono di essere al lavoro per un accordo.

Il che conferma ampiamente quanto anticipato in questo post, pubblicato il 2 febbraio.

Lo aveva annunciato, e così è stato. Alexis Tsipras, leader di Syriza e capo del governo in Grecia, ha iniziato le negoziazioni sul debito greco. E lo ha fatto secondo uno schema preciso. Da un lato il non riconoscimento di un organismo informale come la troika (Commissione Ue, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale). Dall’altro, il dialogo con ognuna delle tre parti coinvolte nel programma di salvataggio della Grecia. Il tutto mentre il suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis si è recato a Londra per mostrare a banche e investitori il suo programma.

Guerra o tattica?

Chi si aspettava una guerra senza respiro né prigionieri forse dovrà ricredersi. A poco più di una settimana dall’esito del voto, la Grecia di Tsipras sta negoziando per un accordo sul debito che, sebbene distante, non è irraggiungibile. E lo sta facendo con una velocità a dir poco disarmante. Uno solo l’obiettivo: arrivare a un punto di armonia prima del 16 febbraio, quando ci sarà la riunione dei ministri europei delle Finanze, e prima del 28 febbraio, quando terminerà l’estensione del programma di salvataggio di Atene approvato a dicembre. “Siamo pronti a discutere con le istituzioni europee, senza alcun problema”, ha detto oggi Tsipras. Un passo avanti significativo rispetto ai toni aspri che hanno caratterizzato la campagna elettorale di Syriza. 

Il road show di Varoufakis

La Grecia non sta a guardare. Anzi. Il ministro delle Tesoro, Varoufakis, si è recato a Londra per parlare, oltre che con il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, con i rappresentati di circa cento istituzioni finanziarie, sia banche sia fondi d’investimento, per tranquillizzarli sugli impegni che ha preso la Grecia. “Noi non abbiamo intenzione di non pagare le nostre obbligazioni o peggio. Il nostro debito è sostenibile e non ci sarà alcuna perdita per gli investitori”, ha spiegato Varoufakis citando un articolo del Financial Times sulla sostenibilità del debito pubblico ellenico. Non è un caso che il ministro abbia deciso di assumere la boutique finanziaria Lazard (ironia della sorte, la stessa che curò la ristrutturazione del debito greco nel 2012) come consulente per la gestione delle finanze pubbliche. “Da quello che sappiamo, il governo ellenico si è mostrato molto disponibile al dialogo e collaborativo”, fanno sapere dalla sede italiana di Lazard. Un buon passo avanti, quindi.

Il nostro debito è sostenibile e non ci sarà alcuna perdita per gli investitori


I timori di Bruxelles

Le negoziazioni continuano e il clima non è dei migliori. Se non ci sarà un patto informale su come prolungare il programma di supporto ad Atene oltre il 28 febbraio, la Bce potrebbe essere costretta a staccare la spina della liquidità alle banche greche. A oggi, gli istituti di credito ellenici hanno una stampella di liquidità chiamata Emergency liquidity assistance (Ela) ed erogata, per nome e per conto della Bce, dalla banca centrale greca. Se venisse meno, per Atene potrebbe essere l’inizio di un nuovo capitolo di passione sui mercati finanziari. Le banche greche restano sotto pressione anche dopo il Comprehensive assessment della Bce, causa una scarsa patrimonializzazione e una elevata vulnerabilità agli shock, e hanno bisogno, ancora oggi, di un sostegno. Tuttavia, senza un accordo sull’estensione la Bce ha le mani legate.

La versione della Germania

Nel frattempo, non si è fatta attendere la risposta della Germania. Il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schäuble, parlando a una conferenza organizzata da Reuters ha detto che "non sono accettabili modifiche unilaterali del programma di sostegno alla Grecia". Vale a dire che, come prassi consolidata vuole, bisogna discutere e mettere ai voti ogni nuova decisione. E l’organismo preposto a ciò è l’Eurogruppo, ovvero il consesso dei ministri finanziari della zona euro. Secondo Schäuble “la partecipazione di Fmi, Bce e Commissione Ue nel piano di salvataggio greco non può essere cambiata”. Di contro, però, Tsipras e Varoufakis vorrebbero che il formale prendesse il posto dell’informale. Questo significa negoziazioni ad ampio spettro, e in modo bilaterale, fra la Grecia e ognuna di queste istituzioni. “Non vogliamo più alcuna missione informale sul territorio greco”, ha detto nei giorni scorsi il titolare del Tesoro ellenico. Rifiutare la troika - lo abbiamo imparato in questi primi giorni di governo Tsipras - non si traduce con un oltranzismo sul debito. Tutt’altro. La Grecia vuole arrivare a un accordo sul debito e sul piano di sostegno, ma dialogando in modo diretto con le istituzioni. Il problema, semmai, è un altro: ci sarà abbastanza tempo per negoziare con con Fmi, Bce e Commissione Ue?

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Fabrizio Goria

Nato a Torino nel 1984, Fabrizio Goria è direttore editoriale del sito di East, la rivista di geopolitica. Scrive anche su Il Corriere della Sera e Panorama. In passato, è stato a Il Riformista e Linkiesta e ha scritto anche per Die Zeit, El Mundo, Il Sole 24 Ore e Rivista Studio. È stato nominato, unico italiano, nella Twitterati List dei migliori account Twitter 2012 da Foreign Policy.

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