Ridurre le tasse sul lavoro: la priorità in Europa
L'appello all'Eurogruppo riunito a Milano. E Draghi, presidente Bce aggiunge: "Il patto di stabilità è un'ancora per l'Europa". Ma ora serve la sterzata finale
Ridurre le tasse sul lavoro è una "chiara priorità politica". È quanto sostengono i ministri delle finanze europei riunitisi a Milano per l'Eurogruppo in un documento diffuso oggi in cui si sottolinea la determinazione a "portare avanti questo programma, mantenendo al tempo stesso la strategia concordata di consolidamento
fiscale differenziato" e "growth friendly", cioe' che non ecceda sul fronte dell'austerità.
Nel documento, i ministri ricordano come il costo del lavoro nell'eurozona sia superiore alla media Ocse e penalizzi in particolare i dipendenti. "Questo rappresenta un chiaro ostacolo a un funzionamento efficiente e armonico dei mercati del lavoro dell'eurozona - si legge nel comunicato - e va contro l'obiettivo di rafforzare l'attività economica e incrementare l'impiego, in particolare alla luce degli alti tassi di disoccupazione in molti paesi membri dell'Unione".
Sono quattro i principi comuni che i paesi membri dovrebbero seguire nell'attuare riforme in quest'area, come suggerito dall'Eurogruppo.
- Il primo principio è che le riforme "dovrebbero essere mirate alle problematiche specifiche di ogni paese, in modo da massimizzare l'impatto delle riforme stesse".
- Il secondo principio è che le riforme devono essere finanziate mediante risparmi in altre parti del sistema, "prendendo in considerazione lo spazio di manovra
specifico di ogni paese sebbene nel rispetto degli obiettivi fiscali in linea con il patto di stabilità e crescita"
- Il terzo principio è che le riforme sul costo del denaro possono essere veramente efficaci se fanno parte di un più ampio programma di riforme del mercato del lavoro e non sono a sé stanti.
- Infine le riforme sul costo del lavoro, accompagnate dalle necessarie misure di compensazione e neutralizzazione dei costi, possono avere un impatto sulla redistribuzione dei redditi.
Importante anche l'analisi espressa da Mario Draghi, presidente della Bce, al termine della riunione dell'Eurogruppo. Il patto di stabilità e crescita, con i suoi target sul deficit, è servito da "ancora di fiducia per l'Europa" ha detto. "Non dobbiamo dimenticare i profondi squilibri economici del passato" e gli importanti "progressi fatti" sul fronte del consolidamento.
Rispettare il patto di stabilità e crescita, è dunque importante ma "per far sì che tornino gli investimenti serve fare riforme strutturali più ambiziose perchè altrimenti la crescita è destinata a rimanere su livelli modesti". È quanto ha detto Mario Draghi al termine della riunione dell'Eurogruppo a Milano . "L'effetto delle politiche monetarie è maggiore se è stato preparato il terreno per riforme strutturali adeguate, piuttosto che in loro assenza. Per questo si parla di dividendi delle riforme".
Tutte le misure messe in campo dalla Bce "potranno avere un impatto considerevole sul bilancio, solo se arriverà all'economia reale". Così si sono espressi in una nota congiunta i presidenti delle associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori, Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, che si dicono "favorevoli ai fondi Tltro studiati dalla Bce a patto che la grande massa di liquidità venga erogata alle imprese", e non "come già accaduto, per risolvere bilanci e sofferenze delle banche, con massicci acquisti di titoli pubblici. Gli investimenti sia pubblici che privati - prosegue la nota - non si rimettono in moto con la restrizione creditizia e tassi di interesse speculativi su prestiti e mutui, ma con una sforbiciata al costo del denaro ancora troppo elevato in Italia rispetto al resto d'Europa, assieme ad un cambio di strategia monetaria per un aumento del tasso di inflazione, che paradossalmente potrebbe riattivare i consumi a picco e far aumentare la fiducia dei consumatori e delle famiglie per il futuro".