La Merkel e il dibattito su chi è più ricco in Europa
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Economia

La Merkel e il dibattito su chi è più ricco in Europa

Gli italiani se la passano meglio dei tedeschi. Nein. Hanno più case. Perché in Germania, invece, hanno le pensioni migliori...

Sembra un dibattito dal sapore nazionalistico. Una gara a chi in Europa se la passa meglio, ma la polemica che Angela Merkel ha rilanciato attraverso un'intervista alla Bild tedesca non è affatto una questione statistica. Il fatto è questo: nelle settimane scorse la Bce ha rilasciato una ricerca secondo la quale gli italiani risultavano più ricchi dei tedeschi.

La banca centrale guidata da Mario Draghi affermava che gli italiani hanno un patrimonio di 108.700 euro mentre i tedeschi di soli 95mila euro. Quella ricerca è stata presa come la prova che gli italiani potrebbero tranquillamente sopportare una patrimoniale anche addirittura del 15% per sostenere il risanamento dei conti pubblici e, eventualmente, salvare le proprie banche, semmai ce ne fosse bisogno.

Questa ipotesi venne rilanciata dalla Commerzbank dopo il rocambolesco, e anche un po' maldestro, salvataggio di Cipro che avvenne, appunto, con una patrimoniale sui conti correnti che custodivano importi superiori ai 100mila euro (in una prima fase la troika approvò una patrimoniale anche sui conti più poveri, ma il parlamento cipriota la bocciò).

La Merkel, alla Bild, ha detto che quella ricerca è sbagliata. “Da un punto di vista meramente statistico paesi come la Spagna, Cipro o la Grecia sono in questo bilancio più ricchi di noi. Ma i dati sono fuorvianti. In questi Paesi la gente possiede più case e appartamenti che garanzie per la vecchiaia”. Per dire: l'80% degli italiani vive in una casa di proprietà contro il 43% dei tedeschi. "In Germania, al contrario, c'è un forte sistema pensionistico”, ha aggiunto la cancelliera, “gli alti requisiti pensionistici dei tedeschi in questa statistica sui patrimoni non sono considerati".

I numeri, però, dicono che stando al patrimonio, gli italiani sono più "ricchi” dei tedeschi, seppure sia diventata un'impresa valutare adeguatamente uno stock immobiliare, visto che le transazioni sono crollate di oltre il 30% rispetto ad unn anno fa. Le dichiazioni della Merkel, però, hanno un senso, se si tralasciano le disquisizioni puramente statistiche: conformare i propri cittadini sullo stato di salute del Paese in vista delle elezioni autunnali.

Affermando, poi, che noi abbiamo più patrimonio e loro più “sicurezza sociale”, conferma che, in caso di necessità, gli italiani potrebbero tranquillamente pagare una super-patrimoniale, come ha proposto la Commerzbank, per far fronte ai propri problemi. Senza chiedere nessun aiutino a quelle nazioni europee che una volta si definivano tra di loro “partner”.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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