Adesso la Merkel si scopre europeista. Ecco le quattro idee che ha in mente
Economia

Adesso la Merkel si scopre europeista. Ecco le quattro idee che ha in mente

Vuole più Europa, più unione politica, più controllo comune delle spese, meno sovranità perché - spiegano gli economisti a Panorama.it - così si candida a essere l’ago della bilancia nella fase di uscita della crisi

La presa di distanza degli ultimi giorni dai falchi del Nord Europa, che credono che una Grecia fuori dall’euro non farà male a nessuno, e dagli attacchi del segretario generale della Csu bavarese, Alexander Dobrindt, al presidente della Bce, Mario Draghi, potrebbero essere solo il primo atto. Perché la vera sfida di Angela Merkel è appena iniziata. E si gioca su un altro terreno, anche qui alquanto accidentato. La Cancelliera, a un anno dall’appuntamento elettorale in casa, ha deciso di muovere sulla scacchiera della crisi, chiedendo più Europa, più unione politica, più controllo comune delle spese, meno sovranità.

“Si tratta di una strategia forzata dai mercati pronti a emettere la sentenza di morte sulla moneta unica”, sostengono gli economisti interpellati da Panorama.it. Perché quel che oggi appare indubbio agli osservatori di mercato è che di fronte a un’Unione europea più salda sia sul fronte fiscale sia politico i rischi di una sua dissoluzione potrebbero affievolirsi. E, non ultimo, il conto che la Germania sarà chiamata a saldare molto meno salato.

Un valzer di incontri bilaterali movimenterà quest’autunno nel Vecchio Continente alla ricerca della soluzione nel rebus sovrano. Due sono le date da cerchiare in rosso: giovedì 6 settembre quando si riunirà il consiglio dell’Eurotower e mercoledì 12 con la sentenza della Corte suprema tedesca sul fondo salva Stati in versione permanente, ESM. Prima di allora il primo ministro greco, Antonis Samaras, sarà volato a Berlino e poi a Parigi; il premier Mario Monti a Bruxelles dal presidente della Commissione europea, José Barroso, e poi nella capitale tedesca dalla Cancelliera Angela Merkel. Per tutti la discrezione d’obbligo. Non per lei che ha già tracciato la sua linea, da condurre: è decisa a imporre una svolta europeista.

D’altra parte adesso che la crisi è arrivata a mordere anche l'economia tedesca, con l'indice Ifo, che registra la fiducia delle imprese, calato oltre le aspettative, per il quarto mese di seguito, non c’è scampo. Meglio correre ai ripari prima dell’irreparabile. Secondo quanto anticipato qualche giorno fa dall’edizione online del quotidiano Spiegelal vertice europeo di fine anno Merkel intende proporre di decidere la data di convocazione della conferenza costituzionale europea perché venga completato il fiscale compact corredato anche del tassello dell’unione politica.

“E’ per rinsaldare il quadro istituzionale nell’Unione”, motiva un esperto di una primaria banca estera che preferisce mantenere l’anonimato. “Era inevitabile – aggiunge – che avrebbe messo da parte un minimo di ambiguità, anche se stiamo assistendo a un gioco dove nessuno vuole prendere l’iniziativa prima della riunione della Banca centrale in programma il 6 settembre”. A dodici mesi dalle elezioni federali la Cancelliera sembra aver così imboccato con maggiore decisione la strada che conduce al progetto europeo. Vuole anche che la corte di giustizia europea possa vigilare sui bilanci e Finanziarie dei singoli Paesi e possa punire quelli non virtuosi.

“E’ forzata dai fatti dal momento che i mercati stanno continuando a mantenere un voto sospeso sull’euro”, azzarda qualcuno in sala operativa. Di certo riportare nei ranghi il dibattito sulla bontà del progetto euro dopo i duri attacchi interni la dice lunga su quanto sia diventata accesa la discussione sulla sua stessa leadership in Germania. In realtà come osserva Marco Stringa, economista di Deutsche Bank, il suo tornaconto l'avrebbe eccome. “La sua strategia è quella di imprimere una spinta per condurre a un cambiamento costituzionale dell’Europa proprio per ragioni interne: la Germania non vuole e non può pagare per tutti e inoltre la Cancelliera sa bene che anche la Banca centrale non può risolvere la crisi ".

"Solo aumentando a livello di singoli Paesi la competitiva si potrà trasmettere agli investitori l’idea che l’Europa è più integrata e quindi meno a rischio". E questa è la soluzione che Frau Merkel ha deciso di sposare, che potrebbe favorirla nella corsa alla Bundestag nel 2013. “Molti guardano agli Eurobond o altre forme di condivisione del debito come alla chiave di volta, ma con un accordo che cambi la struttura dell’impalcatura dell’euro, sarà lei a candidarsi ad l’ago della bilancia nella fase di uscita della crisi, nel medio termine”. La partita insomma è aperta. E, come sempre, tutta da giocare.  

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Micaela Osella