Manovra economica 2019, cosa rischia l'Italia dopo la bocciatura della Ue
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Economia

Manovra economica 2019, cosa rischia l'Italia dopo la bocciatura della Ue

Il primo passo è una procedura d’infrazione che prevede una multa. Ma la mazzata più grossa arriva dallo spread

“Bisogna essere molto rigidi perché, altrimenti, l’euro rischia di saltare”. Sono le parole severe con cui il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, ha mandato un chiaro messaggio all’Italia: o rivedrete la manovra economica riducendo il deficit, o la bocceremo. 

Il vicepremier e leader delle Lega, Matteo Salvini, ha detto di “fregarsene” dei diktat che arrivano da Bruxelles. Questa è la manovra voluta dal governo italiano e per Salvini l’Europa la deve accettare, volenti o nolenti. 

Come sa bene chi ha seguito le cronache degli ultimi giorni, le autorità di Bruxelles ritengono che il governo di Roma abbia fissato un obiettivo di deficit eccessivo, pari al 2,4% del pil, mentre negli anni scorsi il nostro Paese si era impegnato a portarlo allo 0,8% nel 2019. Inoltre, la Commissione Europea giudica irrealistici gli obiettivi di crescita economica fissati dall’esecutivo che stima un aumento potenziale del pil pari all’1,6% il prossimo anno, mentre gli organismi internazionali prevedono un risicato 1% circa.

Tra multe e spread

Ma cosa accade se l’Ue decide davvero di bocciare la legge di bilancio italiana? Le regole europee stabiliscono che scatti la cosiddetta procedura d’infrazione, che prevede una multa compresa tra lo 0,2 e lo 0,5% del pil. La sanzione può essere in teoria annullata se per gli anni successivi, attraverso dei negoziati, un governo europeo si impegna in un piano di rientro dal disavanzo e dal debito in eccesso. Per farlo ci vuole però molto dialogo, non un menefreghismo come vorrebbe il ministro Salvini. 

Più che le sanzioni, però, a fare paura è oggi l’impennata dello spread Btp/Bund, cioè il differenziale di rendimento tra titoli di stato Italiani e tedeschi.  Già in questi giorni, temendo un muro contro muro tra Roma e Bruxelles e non escludendo la malaugurata ipotesi di un’uscita dell’Italia dall’euro, gli investitori internazionali hanno iniziato a vendere i titoli di stato italiani facendone scendere i prezzi. 

Chi acquista oggi i Buoni del Tesoro, dopo il calo delle quotazioni, strappa rendimenti cospicui, ben più alti di quelli che ottiene acquistando i Bund tedeschi, cioè i titoli di stato europei meno rischiosi. Da qui l’aumento dello spread che purtroppo costringe il nostro paese a dover pagare interessi più alti sul proprio debito pubblico, ogni volta che emette sul mercato nuovi titoli di stato. Va ricordato che il nostro indebitamento è già pari all’astronomica cifra di oltre 2.300 miliardi di euro su cui paghiamo circa 65 miliardi di interessi. Per questo lo spread fa sempre paura ogni volta che si alza, più delle possibili multe in arrivo da Bruxelles. 

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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