Jean-Claude Juncker
EPA/OLIVIER HOSLET
Economia

Juncker: il popolo greco voti sì al referendum

"Non bisogna suicidarsi se si ha paura della morte", ha detto il presidente della Commissione Europea. E punta il dito contro populismo e egoismo

"Non bisogna suicidarsi se si ha paura della morte". È forse questa la frase più emblematica del discorso di Jean Claud Juncker, presidente della Commissione europea, un discorso accorato, sofferto e in parte indice di una grande delusione. Un discorso tenuto in una conferenza stampa davanti ai giornalisti ma che Juncker ha rivolto, nelle sue intenzioni, al popolo greco.

LEGGI ANCHE: il gioco al massacro in Europa
LEGGI ANCHE: Tsipras, giocatore d'azzardo
LEGGI ANCHE: Grecia fuori dall'euro, istruzioni per l'uso
LEGGI ANCHE: Grecia fuori dall'euro, le conseguenze per l'Italia
LEGGI ANCHE: Cosa significa se un Paese fallisce

"La Ue non è una partita di poker", ha detto, "o tutti guadagnano o tutti perdono", è il senso del discorso di Junker. "Se i Greci votano sì al referendum, sarà un sì all'appartenenza all'Euro e all'Unione europea". Mentre "un no significherebbe, indipendentemente dalla questione posta, un no all'Europa".

Per questo il presidente della Commissione europea ha detto che è pronto a chiedere al popolo greco di votare sì, perchè "dal voto del popolo greco emergerà un segnale per la Grecia e per gli altri Paesi dell'eurozona. Se il popolo greco responsabile voterà sì, il messaggio che arriverà anche oltre l'Ue sarà che la Grecia vuole rimanere con gli altri Paesi membri dell'eurozona e dell'Ue. Non bisogna suicidarsi perché si ha paura della morte", ha aggiunto.

Juncker: "Grecia, mi sento tradito"

Il ruolo dei leader populisti

I leader politici Ue "dimostrino responsabilità". Il gioco del governo Tsipras di essere da solo contro gli altri 18 paesi della moneta unica "non conviene a nessuno, e soprattutto non conviene alla grande nazione greca" ha aggiunto Juncker, dicendo di "avere fatto di tutto per arrivare a un accordo, così come il presidente dell'Eurogruppo, e non meritiamo le critiche che ci piovono addosso".

E ancora: nella trattativa con la Grecia "egoismi, giochi tattici e a volte polulisti, hanno avuto la meglio" e "la drammatizzazione dei disaccordi ha avuto la meglio rispetto a un approccio comune per arrivare a un accordo comune... Si è sentito parlare di ricatto, di 'prendere o lasciare', di ultimatum. Ma chi avrebbe agito così? Da dove sarebbero arrivati questi insulti, queste presunte minacce?"

L'Europa funziona "se lavora per l'interesse comune e non se è teatro di scontri fra interessi nazionali".

Nessun taglio a salari nè alle pensioni
Junker ha chiaramente detto che nelle proposte allo studio non erano stati chiesti nè tagli ai salari nè tagli al livello delle pensioni. "Anche il governo greco riconosce che il sistema pensionistico non è sostenibile" indicando che "si potrebbe cominciare eliminando gli incentivi per i pensionamenti anticipati".

A dimostrazione della buona volontà dei creditori, Juncker ha spiegato che la Commissione ha preparato un pacchetto economico di lungo respiro tenendo conto dei vari finanziamenti europei per complessivi 35 miliardi e che su molti elementi del programma di bilancio sono stati compiuti molti passi verso le posizioni elleniche (un esempio per tutti quello dell'Iva). "All'ultimo minuto la Grecia ha chiuso la porta" e di questo sono deluso, mi sento come tradito", ha detto Juncker. Il presidente della Commissione ha precisato di non avere "nuove proposte da fare" perche' quelle valide sono già state messe sul tavolo, il tavolo che è stato rotto dalla delegazione greca. "La nostra porta è ancora aperta", ha indicato Juncker, "Io sono sempre pronto a lavorare per un'intesa". La preoccupazione vera adesso, ha concluso Juncker, "è trovare un accordo giusto".

E ancora: "Le autorità greche hanno lasciato all'improvviso il tavolo, nel momento peggiore. Dijsselbloem e io abbiamo spiegato a Tsipras che un'intesa su queste misure poteva aprire l'erogazione dei fondi e che l'Eurogruppo era pronto a discutere misure sul debito già da questo autunno".

Tutte le democrazie sono uguali

"In Europa nessuna democrazia vale più di un'altra e nella zona euro ci sono 19 democrazie, e non una contro diciotto o diciotto contro una. Far giocare una democrazia contro altre 18 non è un atteggiamento che si addice alla grande nazione greca", ha aggiunto Juncker chiarendo che l'uscita della Grecia dall'euro, la Grexit non è mai stata e non sarà mai contemplata.

I più letti

avatar-icon

Redazione Economia